Valter Giuliano Assessore
alla Cultura Protezione della natura Parchi e aree protette
Provincia di Torino
Perchè riappropriarsi delta
spazzatura, dei rottami, prelevando oggetti e idee dall'universo
quotidiano, meglio se di scarto?E' questo quanto avviene, ed
anche con una carte frequenza, nel mondo dell'arte, dalla
letteratura alle arti visive: pensiamo alla "Città di Leonia",
una delle città invisibili concepite dalla fantasia di Italo
Calvino nei primi anni '70; al "Mondo usa e getta" di Guido
Viale; alle compressioni di parti di automobili di Cèsar; alle
accumulazioni di Arman o al riutilizzo degli oggetti ordinari e
delle immagini da parte di molti altri artisti, dalle
avanguardie storiche ad oggi.
Si passa dalla provocatoria ostentazione ed estetizzazione del
trash, alla condanna del carattere elitario dell'arte, alla
critica, o più semplicemente, alla riflessione sulla society dei
consumi e dello spreco e sul conseguente degrado ambientale.
Il rifiuto the si fa arte evidenzia si una preoccupazione the
investe il pianeta intero, ma allo stesso tempo eleva l'oggetto
di scarto al pari dei materiali preziosi e nobili.
Una delle riflessioni che può nascere
a
che solo attraverso una generale
consapevolezza e una maggiore considerazione del problema si può
giungere ad una svolta radicale dei nostri comportamenti e del
rischioso percorso intrapreso che porta a coinvolgere le stesse
persone: capita sempre più spesso infatti che nelle nostre
società dell'opulenza e del profitto, molte persone a una certa
età siano messe da parte, scartate dal processo lavorativo o
sociale, come rifiuti inutilizzabili.
Una contraddizione palese di quel sistema democratico che fa
invece della inclusione una delle sue caratteristiche fondanti.
Anche I'arte può dare un importante contributo per far
reagire le coscienze del pubblico richiamandole a una pause di
riflessione che le sottragga a un vortice iperproduttivo e
iperconsumista senza ragione, che distingue il benessere con la
libertà di consumare.
Abitiamo un mondo che va condiviso e nel
quale dobbiamo convivere, nel miglior modo possibile, con altre
persone ed altre specie animali, tenendo conto del limiti
del pianeta e delle leggi della termodinamica, prima tra tutte
quel "nulla si crea e nulla si distrugge che ha nell'emergenza
rifiuti la sua verifica quotidiana.
La provocazione degli artisti della trash art sta proprio
nella rivalutazione degli scarti della nostra società, cui viene
dato un nuovo valore the ne prolunga la vita.
Chissà che non sia una buona indicazione anche per la
normalità di ogni giorno dove, anzichè eliminare, creando
emergenza, si possà andare verso la conversione in materie
prime seconde utilizzando le risorse rinnovabili, e garantendo
ai prodotti recuperati e salvati dall'oblio, nuova energia,
nuova forma, nuovi contenuti, nuova vita.
Un suggerimento che a
ormai qualcosa di più se si
vuole davvero garantire un futuro sostenibile alla nostra specie
che deve mettere in atto
modelli comportamentali
alternativi. Una assunzione di responsabile collettiva ma anche
personale nei confronti della natura e di tutto quello che ci
circonda, da tradurre in atteggiamenti concreti nei confronti di
ogni singolo,
oggetto di uso corrente.
Sarà cosi possibile ritrovare a rivalutare il valore profondo
del quotidiano, recuperando la sostanza autentica delle cose,
superando il vizio dell'usa e getta, I'effimero che produce
rifiuto e interrompe quel ciclo della vita e della morte che
trasforma ogni cosa segnandone l'impermanenza. Si tratta di un
ciclo a dl una legge cui apparteniamo e the non può essere
esorcizzata dalla false sensazione di onnipotenza the il potere
del consumo vorrebbe consegnarci.
Non dobbiamo mai dimenticarlo, per evitare che la superbia
finisca con il recidere il filo che ci college alla natura
facendoci perdere storia, memoria, identità...futuro. |