Progetto KiteGen The KITE WIND
GENERATOR
In tutti i documenti istituzionali e
governativi che trattano dell’energia primaria del futuro è
dichiarato che il ruolo che le energie
rinnovabili potranno occupare è una percentuale che
ottimisticamente non potrà superare il 12%,
con date proiettate al 2010. La percentuale
cambia di poco nelle previsioni per il 2020 o
addirittura per il 2050.
La cosa curiosa è che facendo dei semplici
calcoli con i dati disponibili, si può capire che
nell’immediato futuro (2015) la ripartizione
percentuale tra le rinnovabili e la non
rinnovabile, nucleare compresa, dovrà
obbligatoriamente essere rovesciata, pena lo
sterminio per fame di oltre metà della
popolazione mondiale. I concetti e gli studi sul picco
globale del petrolio e sul picco globale
dell’uranio stanno inconfutabilmente mostrando gli
scenari imminenti, che collidono con
l’irresponsabile inerzia con la quale si sta affrontando
il problema.
Questo progetto è nato da un’intuizione, una
"fertilizzazione incrociata" tra
un’appassionante disciplina sportiva, il Kite
Surfing, e la professione dell’autore legata alla
sensoristica, all’automazione e alla
controllistica. Senza essere consapevole delle
potenzialità, le prime fasi di lavoro sono
state svolte per soddisfare una tipica curiosità di
ricerca. Dopo aver ottenuto una prima stima
delle grandi potenzialità del concetto, unita
alla consapevolezza della situazione
energetica, ne è conseguita la motivazione per
investigare a fondo tutte le opportunità del
KiteGen (Kite Wind Generator). L’impatto
potenziale di questo progetto potrebbe essere
così alto da costituire la base per una
rivoluzione nella produzione dell'energia,
destinata ad alterare le quote di produzione a
favore delle energie rinnovabili.
Le fonti di energia rinnovabile sono
disponibili in forma molto diluita nel tempo e nello
spazio. Ciò costituisce il grande svantaggio
in rapporto alla grande concentrazione
energetica dei giacimenti di petrolio, cosa di
cui ha goduto l’uomo che ha vissuto il nostro
periodo storico.
Il Progetto KiteGen - The KITE WIND GENERATOR
propone un metodo originale per
concentrare su un unico impianto importanti
quantità d’energia eolica. Esso permette di
ipotizzare macchine del ve nto la cui
dimensione non è limitata dagli invalicabili limiti
strutturali e dinamici sofferti dai mulini a
vento tradizionali.
Il KiteGen può ambire a vincere la
competizione con la produzione elettrica convenzionale,
compresa la nucleare, in termini di potenza
nominale per singolo impianto e di costo
dell’energia prodotta.
La Risorsa Vento a fini energetici
Il Sole illumina il pianeta terra con una
potenza pari a 10.000 volte quella primaria
necessaria al genere umano, l’equivalente di
200 milioni di centrali nucleari (200.000 TW).
Buona parte di quest’energia viene riflessa o
assorbita dall'atmosfera e non arriva al suolo:
il 30% viene assorbito nelle giornate terse e
il 99% nelle giornate plumbee. L'atmosfera
trasforma una parte di questa energia
assorbita in energia meccanica, in altre parole, in
vento. L’atmosfera si comporta come il più
grande ed efficiente collettore d’energia solare.
Gli studi di valutazione della risorsa vento
stimano un contenuto energetico dell’atmosfera
pari a 270 volte il fabbisogno primario
dell’uomo, l’equivalente di 7 milioni di
centrali nucleari.
L'atmosfera ci fa anche il favore di
concentrare parte di questa energia in
uno spazio relativamente limitato: due
nastri di vento avvolgono completamente
la terra sopra al parallelo che passa sulla
terra del fuoco nell'emisfero australe e
l'altro che passa sull'Europa.
La sezione di questo nastro va da circa
500 metri fino a 10000 metri di altitudine
e si estende per 4 – 5000 chilometri in
larghezza, con una potenza media di 2 kW al
metro quadrato. L’ordine di grandezza è
facilmente ottenibile: 5.000 km * 9,5 km = A
(area del rettangolo immaginario, sezione di
un nastro di vento) A * 2.000 w/metroquadrato
= 95.000.000 MW. Se ne deduce che sopra
l’Europa passa un flusso di vento che
mediamente ha una potenza pari a 100.000 centrali
nucleari.
Come si può fare per andare a prendere e
sfruttare questa grande energia totalmente
rinnovabile, rappresentata dal vento in
altitudine?..........
I progetti
Sembra che poche persone abbiano lavorato
seriamente su questa ipotesi. Negli ultimi
venti anni si trovano una decina di brevetti
che abbozzano l'idea ma in modo puramente
teorico. I primi brevetti che affrontano le
problematiche di una
specifica macchina del vento appartengono a
Wubbo Ockel della
Delft University con il progetto Laddermill e
a Massimo Ippolito della
Sequoia automation di Chieri con il progetto
KiteGen.
Ockel ed Ippolito hanno lavorato
indipendentemente sull'idea per molti
anni e tre anni fa hanno deciso di
unire gli sforzi e scambiare le
esperienze iniziando a lavorare
assieme, presentando anche alcune
proposte di progetto di ricerca
all’Unione Europea.
Laddermill è un interessante progetto
che punta a raggiungere le massime
quote troposferiche (10:000 m) con
una catena di profili alari.
Le linee guida, di questo progetto, sono
disponibili sul web.
Il KiteGen
Il progetto KiteGen ha l'obiettivo di
dimostrare la possibilità di controllare in modo
automatico gli aquiloni di potenza (power
kites), allo scopo di generare energia elettrica da
fonte eolica. I power kites sono dispositivi
in grado di levarsi in volo anche in presenza di
brezze leggere. Questi profili alari, che
hanno una superficie di decine di metri quadrati,
sono manovrabili da terra con una coppia di
funi, che consente di controllarne la direzione
di volo e l'assetto rispetto al vento.
In presenza di venti tesi, un singolo
profilo alare è in grado di esercitare
una forza di trazione che può
arrivare ad alcune centinaia di
kiloNewton, navigando a velocità
che possono superare gli 80m/s
(~300km/h.).Il prodotto forza per
velocità potrebbe testimoniare
l’ordine di grandezza della potenza
che coinvolge il profilo alare, ma i
calcoli necessari per ottenere i
valori precisi di potenza sfruttabile
sono più complessi.
Nella troposfera, oltre i 500-600 metri di
quota, la presenza di venti costanti e forti è una
realtà testimoniata da misurazioni con serie
pluri-decennali.
La forza esercitata dal profilo alare sul
cavo, se opportunamente convogliata, può essere
impiegata per la generazione di energia
elettrica.
Il Progetto intende mettere a punto un sistema
di controllo in grado di pilotare il profilo
alare in modo automatico e di effettuare un
piano di volo dello stesso, in modo da
massimizzare la produzione di energia.
Il KiteGen può essere immaginato come una
grande turbina assimilabile ad una giostra
saldamente vincolata al suolo, costituita da
una struttura di supporto centrale di altezza
opportuna per sorreggere i bracci tramite una
tensostruttura. La giostra viene messa in
rotazione proprio grazie al vento, che
trascina in quota i profili alari uscenti dai bracci.
Il corpo centrale rotante contiene gli argani
automatici
per le coppie di cavi di guida/potenza dei
profili alari,
lunghi oltre 1000 metri. L'asse rotante della
turbina
aziona i grandi alternatori opportunamente
demoltiplicati.
A regime, tutti i profili alari sono in volo
guidato, in modo
da portare la turbina alla velocità di
rotazione desiderata.
Una centrale eolica così concepita è in grado
di fornire
l’equivalente dell’energia prodotta da una
centrale
nucleare, occupando un'area di circa un
chilometro
quadrato, peraltro ancora destinabile ad usi
agricoli o di
navigazione (se realizzata off-shore).
KiteGen è una macchina che produce energia in
modo proporzionale alla sua dimensione.
L’incremento di diametro incide sull’energia
che il sistema riesce a raccogliere con una
funzione quadratica, incrementata
ulteriormente dalla maggiore quota, e quindi maggiore
forza del vento, che i power kites possono
raggiungere.
Valori indicativi in funzione del diametro
della turbina, considerando un vento nella media
europea, possono essere:
Diametro (m) Potenza generata
100 equivale ad un generatore da 0.5 MW
200 equivale ad un generatore da 3 MW
300 equivale ad un generatore da 7 MW
1000 equivale ad un generatore da 250 MW
La dimensione massima raggiungibile da un
KiteGen è oggetto di studio di questo progetto,
ma dalle prime stime sembra possibile superare
i 5.000 MW senza incorrere in gravi
problemi di resistenza strutturale e con un
diametro complessivo di poco superiore ai
2.500 metri. E’ opportuno considerare che
5.000 MW sono l’equivalente tipico di 5 centrali
nucleari, il cui costo complessivo di
realizzazione è di 12.5 miliardi di euro. E’ possibile
dimostrare che il KiteGen di tale taglia ha un
costo di impianto che è una minima frazione
di questa cifra.
Gli ideatori sanno perfettamente che attorno a
questa proposta sorgono importanti
problemi di ingegneria, in molti campi. Tra
questi, il principale, senza la cui soluzione
sarebbe perfettamente inutile affrontarne
qualsiasi altro, è certamente costituito dal
controllo automatico ed esperto della
direzione e della velocità del volo del profilo alare.
La sensoristica avionica a bordo kite e le
tecniche di
controllo sono state l'oggetto del lavoro di
ricerca degli
ultimi anni. La sensoristica è una realtà già
in produzione
ed il controllo è stato completato con
successo in ambiente
di emulazione.
Il Prototipo è quindi rivolto a verificare il
lavoro svolto in
ambiente di emulazione e con le numerose
variabili in
gioco, al fine di governare il volo di un
profilo alare come se
fosse un aliante senza pilota. Il profilo
alare non ha, al
contrario dell'aliante, strutture rigide
orientabili: gli unici
comandi disponibili sono quelli di
Destra/Sinistra
trasmissibili attraverso la variazione di
tensione dei due
cavi di guida. In caso di successo
dell’impianto pilota, il KiteGen potrà costituire la base
per una rivoluzione nella produzione
dell'energia, destinata ad alterare significativamente
le quote di produzione a favore delle energie
rinnovabili.
L'obiettivo finale è la costruzione di una
turbina ad asse verticale, preferibilmente in grado
di generare 1 GigaWatt, con un investimento di
circa 80 milioni di Euro (2002). Il KiteGen
azionato dai profili alari produrrebbe energia
al costo di 1,5 Euro per Megawattora. Le fonti
che usano il vento possono essere
vantaggiosamente localizzate anche "off-shore".
Considerazioni sul rischio di progetto
Il contenuto di rischio delle attività di
ricerca e sviluppo è compensato da una drastica
riduzione dei costi (circa 30 volte rispetto
alle fonti di energia non rinnovabile!) e
un'altrettanto drastica riduzione dell'impatto
ambientale. Il lavoro fatto finora sul KiteGen è
stato ottenuto con un esiguo numero di persone
e limitati fondi di finanziamento. Tuttavia
ciò ha permesso di sviluppare e verificare con
successo il concetto fino al livello
d’emulazione, nonché affinarne le modalità di
funzionamento e calcolarne le prestazioni
attese. Riteniamo che la probabilità di
successo del progetto ed i tempi della realizzazione
del primo prototipo di KiteGen siano
oggettivamente funzione delle collaborazioni
accademiche e istituzionali e dell’entità
degli investimenti che il progetto raccoglierà.
Prospettive di produzione di energia per la
rete elettrica
La potenza del KiteGen è in buona parte
modulabile. Adattandosi alle variabili condizioni
di vento, il KiteGen è in grado di produrre
energia costante nell’arco delle 24 ore. Ci sono
ottime possibilità che un largo
dimensionamento della potenza installata in KiteGen
rispetto al fabbisogno energetico, unito ad
una corretta distribuzione geografica, risolva
anche il cosiddetto problema delle fonti
intermittenti. Se si conferma che la disponibilità
produttiva del KiteGen possa superare le
7-8.000 ore annue, due o più KiteGen farms,
realizzate a latitudini diverse, coprirebbero
a vicenda gli eventuali ammanchi. I KiteGen
operativi potrebbero in prospettiva rinunciare
agli incentivi alle rinnovabili, destinandoli a
favore del solare fotovoltaico.
Con il solare il KiteGen è sicuramente in
sinergia, poiché la rete elettrica, nelle ore diurne,
raggiunge dei costosi picchi di assorbimento
che sarebbero vantaggiosamente livellati dal
fotovoltaico. Inoltre, l’esuberanza di
energia, specialmente notturna, potrebbe alimentare
l’energivoro processo di raffinazione del
silicio "solar grade", migliorando di circa cinque
volte il bilancio economico del rapporto
energia investita / energia ottenuta del pannello
fotovoltaico. La produzione elettrica da
centrali fossili non è in grado di offrire questa
opportunità al fotovoltaico, poiché la
produzione notturna di tali centrali costa quanto la
diurna.
Con queste premesse, si può prevedere che il
mix energetico immesso nella rete elettrica
potrebbe raggiungere il 100% di rinnovabile in
pochi anni, mettendo in collaborazione il
KiteGen con l’idroelettrico, il fotovoltaico,
il geotermico, completati da consolidate tecniche
d’accumulazione energetica elettrochimica
(idrogeno e batterie di accumulatori) che
fornirebbero nei casi eccezionali l’effetto
polmone necessario a garantire la continuità di
fornitura.
Prospettive energetiche per il trasporto e la
mobilità
La produzione di energia elettrica ad un costo
così basso potrà permettere la produzione
dell’acclamato idrogeno, sfruttando le ricche
fasi di esuberanza produttiva del KiteGen.
Con un passo ulteriore, si potrebbe
sintetizzare il metano. Nonostante il basso rendimento
del processo, esiste una tecnologia matura per
integrare il metano sia come distribuzione
sul territorio sia come utilizzo da parte dei
motori endotermici.
Pensiamo tuttavia che il passaggio alla
trazione puramente elettrica, in tutti i settori o
segmenti, rappresenti una grande occasione di
rinnovato sviluppo industriale,
incrementando nel contempo il rispetto per
l’ecosistema e riducendo l'impatto ambientale
complessivo delle attività antropiche.
Prospettive per il riscaldamento domestico ed
industriale
Dopo aver citato l’elettricità ed il
trasporto, il riscaldamento rappresenta la terza grande
necessità di energia che la nostra
civilizzazione richiede.
Il KiteGen, producendo energia elettrica,
potrebbe assolvere anche a questo aspetto. Nel
caso che le linee elettriche non fossero in
grado di offrire un canale di distribuzione
sufficientemente capace, si possono facilmente
progettare dei KiteGen che producano
essenzialmente calore da immettere in impianti
di teleriscaldamento.
In questo caso, l’accoppiamento con il solare
termico centralizzato o distribuito sarebbe
auspicabile, anche se il vantaggio sinergico
giorno/notte sarebbe meno evidente.
Considerazioni climatologiche
I mulini a vento tradizionali sfruttano
l’energia rinnovabile ma molto limitata rappresentata
dal vento a bassa quota (100 m). Per questo
motivo si considera la produzione eolica di
energia come una fonte intermittente,
declassandone di fatto l’affidabilità. Alcuni studi
affermano inoltre che il rallentamento delle
masse di aria provocate dai mulini sono
ecologicamente dannose. Nel caso del KiteGen,
la fonte vento viene raccolta in quota,
dove le masse d’aria sono poderosamente
sospinte dalle forze di Coriolis, lasciando
imperturbato il vento a terra.
Conclusione
Il vento è un’entità dell'ambiente che ci
circonda, a cui (probabilmente per ragioni
psicologiche ed istintive) gli esseri umani
associano un’idea di leggerezza, piuttosto che di
forza. E' probabile che, se non fossimo stati
aiutati dalla constatazione che gli uccelli
volano, l'idea di fare volare oggetti pesanti
non avrebbe trovato caparbi inventori ma solo
enorme scetticismo.
Probabilmente anche per questa ragione (e per
questa forma di "istinto") l'idea di creare
energia utilizzando il vento può apparire a
certuni, ancora oggi, "curiosa". Non è escluso
che generi persino scetticismo, nonostante il
fatto che da millenni l'energia prodotta dal
vento sia stata utilizzata sia per il lavoro
che per il trasporto, per fare attraversare mari ed
oceani ad oggetti altrimenti immobili.
Oggi aeromobili di diverse decine di
tonnellate volano "leggeri", sostentati da forze
aerodinamiche cui il nostro primo istinto
attribuisce poca rilevanza".
Temiamo che un progetto con altissimo
potenziale, come potrebbe essere il presente, sia
considerato "troppo bello per essere vero",
considerato anche che nel settore energia
vediamo sostegni alle ricerche sui problemi
dell'idrogeno e della fusione nucleare, con
cifre che superano le decine di miliardi di
euro e profili temporali di decenni. |