Rudyard Kipling dice che esistono due tipi di
uomini: quelli che stanno a casa e quelli che non ci stanno.
Bruno Cisamolo, titolare di avviate attività economico
imprenditoriali in Germania e in Bolivia, è certamente uno di
quelli che a casa non ci sta. La sua "casa", per dirla così,
all’inizio era un lavoro ben pagato, una vita ricca di comodità
e agi quale può esserlo quella di un uomo arrivato, Ma gli
mancava "un qualcosa" che l’Autore identifica nella Natura. Non
quella idealizzata cui spesso corrono il pensiero e il cuore
dell’uomo d’oggi, vagheggiata come ideale condiviso di cui si
apprezzano tuttavia solo alcuni aspetti e non le intollerabili
rinunce che ogni ideale fatalmente comporta. Cisamolo cercava la
Natura vera, da amare anche nelle sue espressioni più dure ed
inumane. Di qui il suo "gran rifiuto"del "paradiso d’oggi"
(ossia la vita moderna con tutti i suoi agi) per mettersi alla
ricerca, con la compagna Stefania, del "paradiso di ieri" , un
angolo di Amazzonia a cavallo tra Bolivia e Brasile. Perché "per
quanto possa ritenere di essersi adattato ai benefici e alle
comodità –osserva l’Autore - nel suo intimo l’uomo ama ancora e
profondamente la Natura". "I paradisi di ieri" questo il titolo
del volume (scritto in due lingue italiano e tedesco, in omaggio
al Paese in cui l’Autore vive per parte dell’anno e gestisce
un’avviata attività commerciale) appare quindi come
l’appassionante e documentato reportage di questo grande rientro
e di tutti gli intuibili travagli e drammatiche vicissitudini
che esso ha comportato. Se, come intuibile, non è stato facile
affrontare le asprezze di un ambiente decisamente ostile come l’Amazzonia
più selvaggia, costellato di paludi, animali feroci ed infestato
da insetti voraci e ossessivi, la calata nella giungla
dell’Autore e della sua inseparabile compagna, malgrado ogni
asprezza, appare tuttavia meno ardua se la si osserva con lo
stesso, spirito indomabile, spesso "entusiastico" con cui
l’Autore stesso l’ha affrontata. Le immense difficoltà della
giungla nel libro non sono affatto minimizzate o sottaciute.
Anzi. Ma i pericoli e le tremende difficoltà della giungla
vengono affrontati senza mai perdersi d’animo, con una visione
ottimistica che diviene spesso idilliaca. Al di là delle mille
difficoltà descritte, le ricorrenti espressioni d’ammirazione e
di compiacimento dell’Autore per le meraviglie profuse dall’Amazzonia,
anticipano quello che può esser visto come, il leit motiv (e
conclusione) del volume: "Quel nostro grande Sogno – dice
l’Autore - che ci aveva portato in quel mondo assolutamente
fuori dalla realtà, si è avverato in tutto per tutto. Abbiamo
trovato il nostro El Dorado. Abbiamo trovato il Paradiso".
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