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Torino,15 Ottobre
2010 - S.2298
SALE E SALUTE
Il sale è un elemento fondamentale per l’alimentazione umana ed
è costituito da cloruro di sodio (NaCl). Una sua eccessiva
introduzione può causare gravi problemi alla salute.
Quali sono le conseguenze di un eccessivo consumo di sale?
Sale e pressione arteriosa
Gli studi effettuati su diverse popolazioni di tutto il mondo
hanno dimostrato che nei popoli in cui l’apporto di sale è
tradizionalmente molto ridotto la pressione arteriosa è bassa e
l’ipertensione assente; soprattutto, non si assiste all’aumento
dei valori pressori con l’età, che è invece tipico dei popoli
che consumano molto sale.
Numerose ricerche hanno dimostrato che la riduzione dell’apporto
di sale può abbassare significativamente la pressione arteriosa
sia nei soggetti normotesi, contribuendo quindi a prevenire il
futuro sviluppo dell’ipertensione, sia negli ipertesi,
migliorando l’effetto dei farmaci antiipertensivi o addirittura
limitandone l'impiego.
Sale e patologie cardiovascolari
L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio
cardiovascolare, ed è quindi logico che la riduzione dei valori
pressori conseguente a una dieta a basso contenuto di sodio si
accompagni a una diminuzione del rischio di infarto e di ictus.
Tuttavia, i benefici della riduzione del consumo di sale possono
anche essere indipendenti dalle modificazioni della pressione
arteriosa. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che c’è un
rapporto tra sale e sviluppo dell’ipertrofia cardiaca. Una
ricerca pubblicata di recente ha evidenziato che all’aumento di
6 g al giorno del consumo di sale si accompagna un incremento di
circa il 50% del rischio di mortalità per infarto del miocardio.
Riferito all’Italia, questo dato si traduce in oltre 16.000
decessi. Anche l’incidenza di ictus cerebrale risente
dell’eccessivo apporto di sale, in maniera indipendente dalla
pressione arteriosa. Soprattutto le persone in sovrappeso
sembrano subire gli effetti negativi dell’eccessivo consumo di
sale sull’apparato cardiovascolare. Un apporto elevato di sale,
quindi, deve essere considerato come un fattore di rischio
cardiovascolare, alla stregua di colesterolo o fumo.
Sale e malattie renali
Anche il rene subisce gli effetti negativi di un eccessivo
apporto di sale. Un’alimentazione troppo ricca di sale potrebbe,
soprattutto nei pazienti con ipertensione arteriosa o diabete,
favorire la comparsa di una nefropatia. I pazienti che sono già
affetti da malattie renali sono particolarmente sensibili agli
effetti del sale sulla pressione arteriosa; inoltre, un
eccessivo consumo di sale può diminuire l’efficacia di farmaci
come gli ACE-inibitori, che sono in grado di rallentare
l’evoluzione di molte malattie renali e di ridurre il rischio di
insufficienza renale.
L’apporto di sale aumenta la perdita di calcio nelle urine,
favorendo la formazione dei calcoli renali. Per questo motivo si
raccomanda ai pazienti affetti da calcolosi dell’apparato
urinario di limitare il consumo di sale, soprattutto quando i
calcoli sono costituiti da calcio o acido urico.
Il vero problema però e dato dalla presenza di elevate quantità
di sodio in molti cibi trasformati, preconfezionati, conservati:
quantità che può raggiungere anche 50 volte il contenuto
naturale di quell'alimento, ma che non viene riconosciuta al
gusto per effetto di alcune reazioni chimiche fra sodio e cibo
stesso.
La riduzione della "salatura" in cucina e a tavola dunque (anche
se necessaria e certo da non trascurare) rischia di essere una
misura poco incisiva se contemporaneamente non si riduce
drasticamente l'uso di questi prodotti trasformati (e se le
industrie alimentari non si adoperano per una riduzione del sale
nei loro prodotti).
Incrementare l'uso di erbe e spezie aromatiche aiuta a ridurre
l'uso del sale nella preparazione dei cibi.
Un convegno sull’utilizzo del sale e sulle varie complicanze
legate all’ eccessivo consumo può aumentare la sensibilizzazione
a operatori sanitari, ma anche rivolto all’industria alimentare
per un maggior controllo nella produzione del suo contenuto.
_______________ Alimentazione
sana ed equilibrata
Antonella, nota personal trainer, dice sempre che
l’alimentazione conta per il 70%, l’allenamento il 30.
Come specifica sempre, non essendo dietologa non può consigliare
diete, ma solo consigli di sana alimentazione. E pare poco?
La dieta mediterranea è una delle più sane al mondo, e seguirla
è semplice e piacevole.
Il pesce fresco o surgelato, il latte parzialmente o scremato e
il formaggio, ma in piccole porzioni, sono tutti alimenti che
non devono mancare sulle tavole degli italiani, di chi sceglie
di seguire i principi della dieta mediterranea con
un'alimentazione sana ed equilibrata per mantenere il peso
forma.
Prima regola: tenere sotto controllo il peso salendo su una
bilancia, almeno una volta al mese, per verificare di non essere
sovrappeso o sottopeso rispetto al proprio Indice di Massa
Corporea che è dato dal rapporto tra peso in chili e statura in
metri elevata al quadrato. In entrambi i casi è opportuno
rivolgersi al medico e quindi seguire una dieta equilibrata per
riprendere con calma il proprio peso forma.
È consigliato anche muoversi un po' più del solito ogni giorno
preferendo, ad esempio, le scale all'ascensore, oppure una
passeggiata all'automobile. Sono da evitare le diete drastiche e
squilibrate.
Cereali, legumi, ortaggi e frutta vanno consumati più volte al
giorno. Per insaporire zuppe e insalate è meglio evitare di
aggiungere oli e grassi, da sostituire con aromi e spezie. Idem
per pane e pasta, riso e altri cereali, da mangiare nella loro
versione integrale. Infine è meglio consumare prodotti ottenuti
da farine integrali al posto di quelli preparati con crusca o
altre fibre.
I grassi devono essere pochi e sempre di qualità. È bene
limitare il consumo di burro, strutto, lardo e panna e di tutti
i grassi di origine animale: meglio sostituirli con l'olio extra
vergine di oliva e oli di semi. I condimenti sono da usare a
crudo. Da evitare il più possibile i cibi fritti, decisamente
meglio quelli cotti a vapore o al cartoccio, con tegami
antiaderenti e forni a microonde.
Il pesce non deve mancare in tavola, almeno due o tre volte alla
settimana. Si può consumare sia fresco che surgelato.
La carne deve essere magra e quando non lo è bisogna eliminare
il grasso visibile. Le uova: se ne possono mangiare fino a 4
alla settimana, distribuite nei vari giorni. Il latte, è meglio
quello scremato o parzialmente scremato che comunque contiene la
sua quantità di calcio.
I formaggi sono da scegliere tra quelli più magri, oppure
bisogna ridurre la quantità consumata. In ogni caso è utile
leggerne le etichette per sapere quanti e quali grassi sono
contenuti nell'alimento acquistato.
Gli zuccheri vanno consumati con moderazione, nelle giuste
quantità. Tra i dolci sono da preferire quelli da forno della
tradizione italiana: ad esempio i biscotti e le torte non
farcite che contengono meno grassi e zuccheri e più amido. Da
limitare il consumo di prelibatezze da spalmare sul pane tra cui
marmellate e creme. Devono essere poche anche le caramelle
morbide, i torroni e dolciumi che si "attaccano ai denti" (da
lavare sempre a fine pasto). Fare attenzione anche agli
edulcoranti, leggere sempre le etichette e le avvertenze
riportate sulle confezioni. L'acqua. Bisogna berne in
abbondanza, mediamente due litri al giorno. Come? Di frequente,
in piccole quantità e lentamente cercando di anticipare la
sensazione della sete. È importante mantenere il giusto
equilibrio idrico del corpo, soprattutto con l'assunzione di
acqua, sia quella del rubinetto che quella imbottigliata,
entrambe sicure e controllate. Da non sostituire con succhi di
frutta o altre bevande che contengono altre sostanze caloriche o
attive come la caffeina. Le perdite d'acqua vanno prontamente
reintegrate soprattutto dopo l'attività fisica o le situazioni
di grande perdita di liquidi come febbre e diarrea. Il sale va
ridotto progressivamente, sia a tavola e che mentre si cucina. È
da preferire il sale arricchito di iodio. I condimenti
alternativi che contengono sodio vanno usati con parsimonia:
dadi, senape e salse al pomodoro o di soia. È meglio sostituire
il sale e i condimenti con erbe aromatiche o spezie. Via libera
ad aglio, cipolla, prezzemolo e basilico così come a pepe,
peperoncino, zafferano e curry. Per insaporire le pietanze si
può optare anche per limone e aceto. Da limitare il consumo di
tutti gli alimenti ad alto contenuto di sodio come le patatine
in sacchetto, olive da tavola e alcuni salumi particolarmente
salati.Le bevande alcoliche vanno consumate con moderazione,
durante i pasti o immediatamente prima o dopo questi ultimi. Tra
tutte le bevande alcoliche sono da preferire quelle che ne
contengono poco, come la birra e il vino. Da evitare qualsiasi
bevanda alcolica se si è in sovrappeso oppure obesi.
E per finire, non bisogna dimenticare di cambiare spesso le
scelte a tavola, variando tra le pietanze da preparare con i
diversi gruppi di alimenti.
Alessandro Soncin