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58° Premio della Fedeltà al lavoro e per il progresso economico.
Premio "Il Torinese dell’Anno"a Carlo Petrini
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Torino,28 Novembre 2010 -s.2327
58° Premio della Fedeltà al lavoro e per il progresso economico.
 Premio "Il Torinese dell’Anno"a Carlo Petrini

ASSEGNAZIONE DEI PREMI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TORINO
Domenica 28 novembre 2010 alle ore 09,30 presso l'Auditorium G. Agnelli del Lingotto (Via Nizza 280), si è svolta la cerimonia per l’assegnazione dei premi annuali della Camera di commercio. Conferiti n. 448 premi secondo il seguente programma:
Introduzione del Presidente della Camera di commercio di Torino, Alessandro Barberis Saluti delle Autorità presenti
Premio "Il Torinese dell’Anno"
Premio Camera di commercio per concorso nazionale “Tesi di laurea di 2° livello su materie di competenza degli Enti camerali”
Premio “Fedeltà al Lavoro e per il Progresso Economico”
Le categorie di premiati seguiranno il seguente ordine:
“Pensionati”
“Imprenditori eredi”
“Imprenditori”
“Lavoratori dipendenti poi imprenditori”
“Lavoratori”
Premio "Il Torinese dell´anno" Anno 2009
Premio annuale per Tesi di Laurea di II Livello
VII edizione - anno 2010
Tesi su design e proprietà intellettuale
Premio della Fedeltà al Lavoro e per il Progresso Economico
PREMIAZIONE DELLA FEDELTÀ AL LAVORO E PER IL PROGRESSO ECONOMICO
IL PREMIO
La Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, nell´intento di dare un giusto riconoscimento a coloro che hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell´economia locale, bandisce il concorso per la Premiazione della Fedeltà al Lavoro e per il Progresso Economico. Si tratta di una manifestazione tradizionale che premia i lavoratori dipendenti (in servizio o in pensione) che hanno dedicato almeno 35 anni di lavoro ad una stessa azienda e gli imprenditori che hanno gestito un’impresa da almeno 35 anni ovvero hanno ereditato e continuato un’attività imprenditoriale con più di 50 anni di vita.
Il premio viene dato anche a chi ha svolto un’attività sia come lavoratore dipendente sia come imprenditore, complessivamente per almeno 35 anni.
IL PREMIO
La crescita di un paese è realizzata da tanti che compiono il proprio dovere quotidianamente, ma è anche guidata da alcuni uomini e donne che offrono un contributo speciale nel proprio settore di attività: l’economia, l’arte, la scienza o il sociale.Fra gli italiani che si sono distinti numerosi sono i torinesi, di nascita o di adozione.A loro è dedicato il premio Il Torinese dell’Anno, che la Camera di commercio di Torino assegna, da trentuno anni, a nome delle categorie produttive della provincia.
IL TORINESE DELL'ANNO 2009 - CARLO PETRINI
“per la determinazione e la capacità dimostrate nel promuovere un nuovo modello di agricoltura sostenibile e di qualità e per l’impegno profuso nella promozione e nella diffusione della cultura del gusto e della convivialità, a sostegno di una tradizione che mantiene in ogni individuo il legame con la propria terra di origine".
Con questa motivazione Alessandro Barberis e la Giunta della Camera di commercio di Torino insigniscono Carlo Petrini del Premio Il Torinese dell´anno per l´anno 2009.
La crescita di un paese è realizzata da tanti che compiono il proprio dovere quotidianamente, ma è anche guidata da alcuni uomini e donne che offrono un contributo speciale nel proprio settore di attività: l’economia, l’arte, la scienza o il sociale.Fra gli italiani che si sono distinti numerosi sono i torinesi, di nascita o di adozione.A loro è dedicato il premio Il Torinese dell’Anno, che la Camera di commercio di Torino assegna, da trentuno anni, a nome delle categorie produttive della provincia.
Biografia di Carlo Petrini -
Nato a Bra (Cuneo) il 22 giugno 1949, con studi di sociologia a Trento e un background di impegno in politica e nell’associazionismo, Carlo Petrini inizia a interessarsi di enogastronomia nel 1977,collaborando con i principali giornali italiani.
All’inizio degli anni Ottanta fonda l’associazione Arcigola, con l’obiettivo di
valorizzare la cultura della convivialità e la promozione dell’enogastronomia di
qualita'.Il 9 dicembre 1989, Petrini è a Parigi, dove all’Opéra Comique il Manifesto del
Movimento Internazionale Slow Food viene sottoscritto da oltre venti delegazioni
provenienti da diversi Paesi del mondo. Petrini è eletto presidente, carica che ha mantenuto fino ad oggi, ed elabora negli anni una nuova idea di gastronomia, che guarda al cibo come risultato di processi culturali, storici, economici e ambientali, dando decisivo impulso alla creazione della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo.
Nella veste di giornalista ha collezionato importanti collaborazioni con quotidiani nazionali come Il Manifesto e successivamente, per diversi anni, con La Stampa. Oggi è una firma importante dei giornali del gruppo L’Espresso e in particolare de La Repubblica. Nei suoi articoli commenta e svolge temi legati allo sviluppo sostenibile, alla cultura materiale, alla gastronomia, al rapporto tra cibo e ambiente. Di rilievo anche il lavoro portato avanti attraverso la casa editrice di Slow Food, le cui pubblicazioni, con il suo contributo, hanno ottenuto importanti riconoscimenti: Vini d’Italia, guida enologica, fu premiata nel 1999 come miglior libro nella categoria “wine and spirit” dallo Iacp – International Cook Book Award – negli Stati Uniti, la rivista Slow, Messaggero di Gusto e Cultura, si è aggiudicata il premio per il miglior design ai prestigiosi Utne Reader Alternative Press Awards 2001.
Le sue esperienze e riflessioni trovano uno sviluppo organico nella forma del saggio. Nel 2001 Petrini pubblica per Laterza Le ragioni del gusto; con il giornalista Gigi Padovani firma nel 2005 il libro (tradotto anche in inglese) Slow Food Revolution, edito da Rizzoli; nel 2005 esce per Einaudi Buono, pulito e giusto. Principi di nuova gastronomia, dove si tracciano le linee di sviluppo teorico del concetto di ����������ecogastronomia». Il libro è stato tradotto in inglese, francese, spagnolo, tedesco, polacco, portoghese, giapponese e coreano. L’ultimo suo lavoro è Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo, pubblicato nel 2009 da Giunti – Slow Food Editore, ideale seguito di Buono, pulito e giusto, in cui Petrini aggiorna le sue teorie partendo dalla crisi mondiale e dal modello di pensiero e sviluppo che ne è la causa prima. Il titolo del saggio, tradotto in inglese nel 2010, richiama volutamente l’omonima rete di comunità del cibo e le riconosce dignità di soggetto politico come alternativa capace di creare un’economia locale per riconquistare la sovranità alimentare. Lo spessore dell’elaborazione teorica di Carlo Petrini sui temi della sostenibilità della produzione agroalimentare in rapporto alla gastronomia è stato riconosciuto anche dal mondo accademico: nel 2003, l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli gli conferisce la laurea honoris causa in Antropologia Culturale e nel maggio 2006 l’Università del New Hampshire (Usa) gli conferisce l’honorary degree in Humane Letters, con la seguente motivazione: «A Carlo Petrini, rivoluzionario precursore,fondatore dell’Università di Scienze Gastronomiche. La sua associazione Slow Food ha portato all’interesse mondiale la biodiversità gastronomica e agricola». L’ultimo riconoscimento arriva dall’Università degli Studi di Palermo che, nell’aprile 2008, ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Scienze e Tecnologie Agrarie a Carlo Petrini “per la passione civile profusa in tutti i campi in cui ha operato, tesa a valorizzare e promuovere sia la genuinità dei prodotti alimentari sia un’agricoltura rispettosa degli equilibri e delle biodiversità naturali”.Le sue doti di comunicatore, la novità e l’importanza del messaggio applicato nel mondo attraverso i progetti di Slow Food, hanno suscitato l’interesse di opinion leader e media a livello internazionale,valendogli l’attribuzione nel 2004 del titolo di Eroe Europeo da parte della rivista Time Magazine. Nel gennaio 2008 compare invece, unico italiano, tra le «Cinquanta persone che potrebbero salvare il mondo», elenco redatto dal prestigioso quotidiano anglosassone The Guardian. Filosofia e progetti Attraverso una lunga storia fatta di associazionismo e di capacità di tessere relazioni sociali con i personaggi più disparati, Carlo Petrini è riuscito in un’operazione intellettuale di grande valore: restituire alla scienza gastronomica tutta la dignità che merita. E’ stato, infatti, tra i primi a svelare le interconnessioni multi-disciplinari che si nascondono dietro al cibo e alla gastronomia, riuscendo a porre nuovamente l’attenzione sulla loro centralità nelle nostre vite. “La gastronomia è la conoscenza ragionata di tutto ciò che si riferisce all’uomo in quanto egli si nutre; serve a scegliere perché serve a capire che cos’è la qualità. Fa sì che si possa provare un piacere dotto e imparare una conoscenza gaudente. L’uomo in quanto si nutre è cultura: la gastronomia è cultura. La scelta è diritto dell’uomo: la gastronomia è liberta di scelta. Il piacere è un diritto di tutti e in quanto tale deve essere il più responsabile possibile: la gastronomia è un fatto costruttivo, non distruttivo. La conoscenza è un diritto di tutti, ma anche un dovere:la gastronomia è educazione1”.Il periodo in cui ha intensificato la sua attività di neo-gastronomo – gli anni ’80 – è stato il momento storico in cui il cibo ha toccato l’apice di un processo di de culturalizzazione, che è iniziato a partire dal secondo dopo-guerra con l’avvento dell’industria agro-alimentare: in una società sempre più frenetica, il gusto (elemento non solo sensoriale, ma anche culturale) stava vivendo un declino totale. L’invasione dei sapori artificiali dell’industria e l’omologazione di una produzione agro-alimentare sempre più caratterizzata da serialità avevano reso il gusto un fatto accessorio, unicamente riconducibile alle pratiche gastronomiche elitarie dei gourmet. La gastronomia era stata confinata in un alveo tra il folkloristico e il lussuoso, completamente slegata dai contesti produttivi, ambientali e sociali, dai quali hanno origine i nostri alimenti.Attraverso un allenamento dei sensi, recuperabili mediante la riscoperta del valore della lentezza, e grazie ad una nuova attenzione alla storia produttiva degli alimenti, Petrini e i neo-gastronomi giungono a rivelare l’alta insostenibilità della maggior parte delle produzioni agro-alimentari. Ecco dunque che, nel percorso intellettuale di Petrini, subentra, con largo anticipo rispetto alla risonanza mediatica di cui gode oggi, l’elemento ecologico. Questa componente fondamentale ha permesso di ricostruire il profondo significato della relazione tra cibo e agricoltura, tra gastronomia e agronomia, e di evidenziare altre relazioni inter-disciplinari che caratterizzano la scienza gastronomica, fino ad espanderla ad un livello che si può definire “olistico”. Il percorso che ha determinato, negli anni, la filosofia del movimento Slow Food è stato sempre caratterizzato da una grande propensione di Petrini alla realizzazione di iniziative concrete, che in qualche modo attuassero il risultato delle sue riflessioni: l’associazionismo di Slow Food, la capacità di costruire grandi eventi internazionali, la fondazione dell’Università di Scienze Gastronomiche sono soltanto un paio di esempi della sua verve pragmatica e della sua capacità di coinvolgere energie umane e risorse attorno a progetti che, a prima vista, sono apparsi come visionari. Ma il vero capolavoro di Carlo Petrini, quello che meglio sintetizza l’evoluzione del suo pensiero, è forse Terra Madre, l’incontro mondiale tra le comunità del cibo che si svolge ogni due anni a Torino in concomitanza con il Salone del Gusto: si tratta di un meeting in cui oltre 6.000 persone tra contadini,pescatori, nomadi, accademici, cuochi, musicisti e giovani provenienti da circa 160 Paesi del mondo, hanno la possibilità di dibattere su temi legati all’alimentazione e all’agricoltura sostenibile. Oltre a ciò,Terra Madre è oggi una vasta rete permanente di persone, comunità e progetti, che è cresciuta in maniera spontanea e che spontaneamente continua a propagarsi in ogni parte del pianeta, in particolar modo nei paesi dove l’accesso al cibo è una sfida quotidiana. Da Terra Madre nasce una nuova idea di economia locale, un nuovo modo di produrre e consumare basato su un processo di rilocalizzazione dell’agricoltura e fondato sulle diversità: biodiversità naturale e diversità culturale degli uomini. Un nuovo modello di sviluppo, una concretizzazione del saper coniugare il globale con il locale, che vuole avere un forte impatto sul futuro della nostra alimentazione e sulla qualità della vita di milioni di persone: “Terra Madre sarà sempre più locale, e per questo sarà sempre più sostenibile, efficace e soprattutto- non è un paradosso- globale. Tutto ciò in barba a chi vuole che i fautori dell’economia locale vadano bollati come“no-global”. Noi di Terra Madre siamo più “global” di tutti, perché siamo ben consapevoli di essere parte viva, attiva, creativa di quel globo meraviglioso che è la nostra madre Terra2”.
I Torinesi negli anni

Elenco premiati negli anni precedenti al 2000

Marida Recchi - Torinese dell'anno 2008
Gian Carlo Caselli - Torinese dell'anno 2007
Sergio Marchionne - Torinese dell'anno 2006
Tiziana Nasi - Torinese dell'anno 2005
Paolo Pejrone - Torinese dell'anno 2004
Plinio Pinna Pintor - Torinese dell'anno 2003
Franco Peradotto - Torinese dell'anno 2002
Paolo Comoglio - Torinese dell'anno 2001
Enrico Salza - Torinese dell'anno 2000
_________________
Le imprese artigiane in Piemonte
L'Albo Artigiani contiene informazioni di tipo anagrafico e occupazionale. Ai fini statistici sono rilevanti gli attributi riguardanti il settore di attività economica, la localizzazione, la natura giuridica, la data di iscrizione all'Albo o quella di inizio attività, il numero di occupati indipendenti e dipendenti. Il dato sull'occupazione, oltre a presentare grossi problemi di qualità, è intrinsecamente debole: contiene poca informazione aggiornata con cadenza molto lunga.
A dicembre 2009 erano complessivamente attive 125.161 imprese, con una occupazione complessiva, tra lavoratori dipendenti e autonomi, di 285.452 unità. Questa risulta essere composta, per circa il 60% (170 mila unità), da lavoratori autonomi e per il restante 40% (115 mila unità) da dipendenti. L'occupazione media, nel complesso delle imprese artigiane, risulta dunque di poco superiore ai due occupati per impresa.
La quota maggiore di imprese artigiane si trova nelle costruzioni (oltre 43 mila imprese pari al 34% del totale) seguita dalla metalmeccanica (18 mila imprese pari al 14% del totale). Anche l'occupazione è distribuita in modo analogo tra i diversi settori, con circa il 50% dell'occupazione suddivisa tra costruzioni e metalmeccanica, tuttavia, la diversa dimensione media delle imprese in questi due settori, (1,9 addetti in media nelle costruzioni, 3,4 nella metalmeccanica), fa sì che solo il 26% dell'occupazione artigiana totale sia nel settore edile, e ben il 21% nella metalmeccanica.
I settori dei trasporti e dei servizi alla persona sono quelli che registrano la minor dimensione (1,6 addetti in media) e la maggior incidenza di lavoro autonomo; nelle imprese dell'industria manifatturiera, invece, prevale il lavoro dipendente.
L'occupazione artigiana è in crescita negli ultimi tre anni di circa tre punti percentuali. Entrambe le due componenti, quella autonoma e quella artigiana, hanno registrato incrementi analoghi.
La crescita nell'occupazione artigiana interessa tutte le provincie. La crescita maggiore si è avuta a Torino ed Alessandria dove cresce soprattutto la componente di lavoro dipendente. A Biella e Vercelli invece l'occupazione totale è rimasta pressoché inalterata nei tre anni presi in considerazione, tuttavia le due componenti, dipendente e autonoma, hanno avuto andamenti diversi: in entrambe le provincie l'occupazione dipendente è in calo mentre quella autonoma è in crescita.
Sempre nel corso del 2009 le imprese artigiane hanno creato complessivamente, tra avvii ed espansioni, quasi 19 mila nuovi posti di lavoro da dipendenti, di cui quasi un terzo (5729) a seguito di nuovi avvii di attività, ne hanno contemporaneamente distrutti oltre 17.5 mila, di cui circa 7 mila in conseguenza di cessazioni di attività. Il saldo netto nel corso del 1999 è stato dunque positivo e pari ad 1128 posti di lavoro in più rispetto all'anno precedente.
Il tasso di turnover dei posti di lavoro per le imprese artigiane piemontesi risulta quindi essere pari a circa il 32%.
Questi elevati tassi di natalità e mortalità di impresa e di turnover dei lavoratori non devono sorprendere in quanto questo fenomeno è strettamente correlato alla dimensione di impresa che sappiamo essere molto piccola per le imprese artigiane. Le imprese con un numero ridotto di dipendenti hanno infatti tassi di natalità e mortalità più elevati e creano e distruggono mediamente più posti di lavoro rispetto alle imprese di maggiori dimensioni, sia nell'artigianato che nell'insieme delle imprese private.
E' importante notare che le imprese più piccole sono quelle che contribuiscono positivamente al tasso netto di creazione, ad esempio per le imprese con un dipendente, che sono la maggioranza, il tasso di natalità è superiore di 2.6 punti percentuali a quello di mortalità. Le imprese con oltre 5 dipendenti, invece, hanno tassi di mortalità superiori a quelli di natalità con conseguente tasso netto di creazione negativo: le nuove imprese nate non sono sufficienti a rimpiazzare le imprese che cessano l'attività.
Da lato dell'occupazione autonoma il terzo gruppo di statistiche preparate sulla base degli ultimi dieci anni dell'archivio dei lavoratori autonomi INPS consente ad esempio di evidenziare la relazione tra l'artigianato autonomo e l'andamento economico della nostra regione. Come evidenziato dal grafico riportato l'andamento dell'occupazione autonoma artigiana risulta fortemente legata alla congiuntura economica locale.
Ne segue che la variazione dell'occupazione autonoma artigiana (linea "Autonomi" data dal saldo tra tassi di entrata e uscita) segue molto da vicino l'andamento del valore aggiunto. E' possibile evidenziare altresì come l'effetto della recessione incida con maggiore intensità sul tasso di uscita che risulta aumentare considerevolmente nei periodi di contrazione dell'economia. Il tasso di entrata, che pure risente delle condizioni economiche sfavorevoli, subisce invece degli shock più contenuti.
                                         Alessandro Soncin

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