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Torino,19 Maggio 2010 Presentato oggi il programma del Salone Internazionale
del Gusto di Torino
Oggi presso il Lingotto Fiere di Torino è stata presentata
l’ottava edizione del Salone del Gusto (21-25 ottobre, Torino).
All’incontro sono intervenuti: Alessandro Altamura, Assessore al
Commercio, Turismo, Attività Produttive Città di Torino; Carlo
Petrini, Presidente Slow Food; Roberto Cota, Presidente Regione
Piemonte.
L’Assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive della
Città di Torino Altamura: «Il Salone del Gusto è una delle
grandi manifestazioni internazionali che la Città di Torino
vuole continuare a sostenere. Non solo perché l’evento presenta
numeri importanti (visitatori, movimentazione economica ecc.),
ma perché porta avanti sin dall’edizione 2006 un discorso di
sostenibilità: la manifestazione si sta impegnando per ridurre
sempre di più l’impatto ambientale. Torino infatti è in prima
linea su questa tematica, è una città laboratorio in cui si
sviluppano pratiche di sviluppo sostenibile non solo nel campo
della produzione alimentare, ma anche nel settore industriale,
nella programmazione urbanistica, nella tutela del territorio…
per uno sviluppo economico che guarda anche alla qualità della
vita del cittadino. Vorrei infine sottolineare la grande prova
di accoglienza dei torinesi che ad ogni edizione di Terra Madre
ospitano centinaia di contadini nelle proprie case. Simbolo di
una Torino aperta e internazionale».
Carlo Petrini, Presidente Slow Food, ha voluto sottolineare:
«Nonostante questo periodo non facile per l’intera economia
mondiale sono sicuro che questo sarà un grande Salone del Gusto.
Una manifestazione che propone un sistema produttivo del cibo in
antitesi con il modello agroindustriale, portatore di questa
crisi planetaria. Una crisi entropica, perché per produrre 100
unità di energia di cibo, ne consumiamo 150. Questo sistema è
diventato nel tempo insostenibile, riducendo il cibo a merce
senza più valore culturale. Ecco perché i numeri dello spreco
alimentare sono spaventosi: 4000 tonnellate di cibo edibile
buttate ogni giorno se guardiamo alla sola Italia. E considerare
il cibo una commodity ci ha portato anche a pagare i contadini
una miseria: 27 centesimi per litro di latte, 10 euro per
quintale di grano. Più si consuma, più si spreca, meno si pagano
i contadini. Il Salone del Gusto e Terra Madre, essendo fuori
dalla concezione agroindustriale, ma anche dalla schizofrenia
gourmettistica, ridanno il giusto valore al cibo, perché esso è
l’energia primaria per la vita».
«Il Salone è anche un evento straordinario» continua Petrini
«per le facce che si vedranno e con cui si potrà parlare e
scambiare conoscenze: contadini, allevatori, pescatori… A Torino
vengono da tutto il mondo al Salone perché dietro c’è un modo
unico di concepire l’agricoltura e la produzione alimentare. Il
Salone è didattica, sperimentazione, cultura, sviluppo
sostenibile e tanto altro ancora».
Il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ha chiuso
l’incontro: «Come Presidente della Regione sostengo questa
iniziativa perché credo sia un’occasione importante di
promozione del territorio e perché dietro questo evento c’è un
patrimonio di valori che dobbiamo portare avanti. Di fronte alla
globalizzazione selvaggia la nostra riposta deve essere
local-global, collegata quindi al valore dell’economia della
produzione. Il primo impegno che dobbiamo mantenere è quello di
portare in Piemonte il lavoro: la nostra agricoltura e la nostra
industria. Tanti giovani stanno tornando a occuparsi di
agricoltura e noi dobbiamo andare verso questa direzione».
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Salone del Gusto 2010
Inizialmente furono Gran Menu a Verona e Milano Golosa, 1994,
due eventi che solo i fedeli di Slow Food rimembrano, che
possedeva già alcuni degli elementi caratterizzanti di quello
che diverrà poi il Salone del Gusto sperimentale del 1996, in
una minuscola area del Lingotto a Torino.
L’esplosione, avviene due anni dopo, con la seconda edizione,
l’avvento del Mercato e oltre 130.000 visitatori che ribaltano
l’approccio elitario alla gastronomia di qualità, trasformando
in piacere e in diritto un interesse che si pensava fosse solo
di pochi.
Il viaggio continua, andando in parallelo con le novità che
iniziavano ad analizzare il tema della globalizzazione.
Nel 2000 vengono presentati i Presìdi italiani, nel 2002 i
presidi internazionali a cui si affianca la terza edizione del
Premio Slow Food, il seme dal quale due anni più tardi, nascerà
Terra Madre, l’incontro delle comunità del cibo che la prima
edizione raccoglie 5.000 contadini, artigiani e pescatori da 130
paesi del mondo.
Nel 2006, il cappello filosofico del “buono, pulito e giusto” è
il promotore di una fusione fra le due anime di Slow Food:
produttori e consumatori.
I neo-gastronomi percorrono gli stand del Lingotto, affinando il
loro palato nei Laboratori del Gusto, educandosi a una
produzione sempre più attraente se sperimentata, compresa e
pretesa nelle sue componenti qualitative, mentre in
contemporanea all’Oval pescatori toscani e mauritani, pastori
abruzzesi e mongoli, discutono sul futuro del loro lavoro,
scambiandosi idee, soluzioni, prospettive circa un cibo
prelibato dal punto di vista gastronomico, sostenibile nell'
impatto ambientale ed equo dal punto di vista delle
remunerazioni ma anche della gratificazione personale.
12 anni – 22 se si vuole considerare come prima tappa l ’anno di
fondazione di Slow Food – per intraprendere questo viaggio alle
radici del cibo: dalla terra al piatto, dalla dimensione
gourmettistica alla neo-gastronomia, dai frutti dell' albero del
Salone del Gusto al ventre di Terra Madre, insieme in un evento
unico .
Alessandro Soncin