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 ARTRITE REUMATOIDE
 L’APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE DEI MALATI
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ARTRITE REUMATOIDE
L’APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE DEI MALATI:
INDISPENSABILE RIORGANIZZARE LA RETE REUMATOLOGICA.
UN MALATO SU DUE NON ARRIVA ALLO SPECIALISTA.

L’AR colpisce in Piemonte tra le 20 e le 40mila persone, prevalentemente donne, tra i 25 e i 50 anni, ma 1 paziente su 2 non è correttamente diagnosticato o trattato con terapie adeguate. 16 i centri ospedalieri autorizzati alla distribuzione dei farmaci biologici, solo 6 gli specialisti ambulatoriali e 2 gli ospedali con un reparto di Reumatologia autonomo in Piemonte.
Tre le richieste dei pazienti:
 riorganizzare la rete reumatologica
 potenziare le strutture esistenti, per far fronte anche alle esigenze dei pazienti che necessitano di terapie biologiche infusionali
 aumentare il numero degli specialisti reumatologi

Oggi a Torino ANMAR e A.Pi.Ma.R. organizzano un confronto tra malati, specialisti e istituzioni per dare voce delle esigenze e ai bisogni delle persone affette da artrite reumatoide.

Torino 20 maggio 2008 - Sono 20-40 mila in Piemonte i malati di artrite reumatoide, ma il 50% non ottiene una diagnosi corretta e tempestiva o un trattamento adeguato. Combattono ogni giorno con una malattia cronica, progressiva e invalidante che impedisce loro di svolgere anche le più normali attività quotidiane: 7 malati su 10 non riescono a lavarsi e vestirsi, a portare la borsa, ad aprire un rubinetto o avvitare una moka, a salire su un autobus. Sofferenze evitabili se solo la malattia fosse diagnosticata in fretta e curata subito con le terapie più avanzate come i farmaci biologici infusionali che riescono a bloccarne la progressione.

L’Associazione Piemontese Malati Reumatici – A.Pi.Ma.R., sostenuta dall’Associazione Nazionale Malati Reumatici - ANMAR ha lanciato un appello. “Ci troviamo troppo soli nel far fronte alle esigenze assistenziali, psicologiche e pratiche dei malati” commenta Antonella Celano, Presidente ANMAR ”La battaglia contro l’artrite reumatoide può essere vinta solo con risorse adeguate in termini economici e organizzativi da parte delle Regioni”.

Due le principali carenze evidenziate dalle associazioni in Piemonte: la mancanza di una vera e propria rete reumatologica che serva in modo omogeneo il territorio regionale e la carenza di specialisti reumatologi, due fattori che incidono su una corretta diagnosi e sulla possibilità di accesso da parte dei pazienti piemontesi alle più moderne terapie biologiche per via infusionale.

Attualmente sono solo 16 i centri autorizzati alla distribuzione dei farmaci biologici in Piemonte (contro i 35 in Lombardia) a cui, su richiesta dell’associazione dei pazienti, sono stati aggiunti gli specialisti ambulatoriali interni in grado di assicurare tramite le strutture ospedaliere anche l’eventuale somministrazione infusionale dei farmaci, e gli specialisti reumatologi che operano negli ambulatori specialistici delle ASL.
La maggioranza dei servizi ambulatoriali presenti presso alcune Aziende Sanitarie Locali è tuttavia priva di servizi reumatologici. I centri ospedalieri con un reparto di Reumatologia autonomo sono solo 2, l’Ospedale di Vercelli e l’Ospedale Le Molinette di Torino. I posti letto sono in continua diminuzione e, in cambio, non vengono offerte nuove disponibilità ai day hospital. Gli specialisti reumatologi, inoltre, sono spesso aggregati ai reparti di ortopedia o medicina non avendo quindi sufficiente tempo da dedicare ai malati reumatici. E il numero di specialisti ambulatoriali è totalmente insufficiente a coprire il fabbisogno della Regione: sono appena 6.
La quantità dei servizi presenti a livello regionale è quindi decisamente bassa, soprattutto se la realtà piemontese viene paragonata con quella della vicina Lombardia.

“L’assistenza ai malati di artrite reumatoide in Piemonte è a macchia di leopardo” commenta Loredana Manfrinato presidente dell’A.Pi.Ma.R. “alcune zone sono sufficientemente attrezzate, altre come Domodossola, Verbania e alcuni centri minori sono scoperte o mal servite. A Biella per esempio l’orario di visita degli specialisti molto limitato costringe i pazienti a difficili migrazioni”.

La carenza di servizi reumatologici in Piemonte è legata inoltre alla mancanza di un numero adeguato di reumatologi. “In Piemonte non esiste una scuola di specializzazione in Reumatologia presso l’Università di Torino e questo genera una carenza di specialisti a livello regionale, aggiunge il Dott. Paolo Clerico Responsabile Centro Artrite Reumatoide dell’Azienda Sanitaria CTO/Maria Adelaide di Torino “A tal proposito occorre segnalare che in Lombardia ne esistono ben 3 e precisamente a Milano, Pavia e Brescia”.

La spesa sostenuta in Regione Piemonte per i farmaci biologici con indicazioni reumatiche nel 2007 è stata di circa 24 milioni di Euro per un totale di circa 1.000 pazienti trattati, anche se dal Registro Regionale informatizzato, attivato di recente ma ancora in fase di caricamento, ne risultano attualmente solo 210.
Ma l’associazione sottolinea la necessità di aumentare le risorse per un adeguato trattamento di questa patologia penalizzata finanziariamente rispetto ad altre malattie, ricordando che l’artrite reumatoide è una delle principali cause di invalidità.

Al fianco dei pazienti, gli specialisti reumatologi confermano le necessità evidenziate. “Per la complessità della patologia e per le sue conseguenze, l’artrite reumatoide è stata classificata come emergenza medica” afferma il Dott. Vittorio Modena, Direttore Struttura Complessa di Reumatologia, Ospedale Molinette di Torino “Comporta infatti una compromissione funzionale che, se non adeguatamente trattata, può portare all’invalidità e a una riduzione della aspettativa di vita”.

“La possibilità di bloccare questa malattia distruttiva dipende da una diagnosi precoce e dall’impostazione di una terapia corretta con l’utilizzo di farmaci adeguati già dalle prime fasi della malattia” commenta il Dott. Raffaele Pellerito Direttore U.O. di Reumatologia Ospedale Mauriziano di Torino.

“Il malato dovrebbe ricevere una diagnosi precoce da effettuare entro dodici settimane dalla comparsa dei sintomi e cure adeguate da iniziare al momento della diagnosi” aggiunge il Dott. Enrico Fusaro Segretario della Sezione Piemonte e Valle d’Aosta della Società Italiana di Reumatologia “per questo è necessaria anche una stretta collaborazione fra i medici di medicina generale e i reumatologi che permetta di avvicinare il più presto possibile i pazienti al centro reumatologico attraverso canali preferenziali di prenotazione”.

Segnali positivi arrivano dalla collaborazione fra l’Assessorato alla Sanità e l’associazione A.Pi.Ma.R. che hanno recentemente costituito un gruppo di lavoro per valutare la situazione esistente e definire strategie di azione e programmi di intervento in campo reumatologico.
“Avvalendosi delle analisi e valutazioni elaborate dal gruppo di lavoro regionale, l’Assessorato si propone di ridefinire le funzioni e la struttura organizzativo-gestionale dell’assistenza reumatologica piemontese” commenta il Dott. Vittorio Demicheli, Direttore Regionale Sanità Regione Piemonte “ il nostro obiettivo è riuscire a raggiungere un’integrazione da parte dei vari soggetti che intervengono sul percorso assistenziale del paziente (medici di medicina generale e specialisti territoriali ed ospedalieri, ecc.) per garantire una continuità nel percorso assistenziale e un’equità di accesso dei cittadini ad un intervento sanitario appropriato e di qualità”.
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