Capodanno cinese al Lingotto di
Torino
Il 26 gennaio 2009 è arrivato l’anno del bufalo.
Secondo una leggenda, qualche migliaio di anni fa Buddha chiamò gli
animali per assegnare ad ognuno di loro un anno, egli disse che le
persone nate in questi anni avrebbero avuto caratteristiche simili
alla personalità dell’animale. Si presentarono in dodici e tra
questi vi fu anche il bufalo. Ogni dodici anni si ripete il ciclo
dei segni zodiacali e ad ogni ciclo si affiancano cinque elementi:
metallo (oro), acqua, legno, fuoco e la terra. Ogni 60 anni si
ripete lo stesso anno e nel 2009 è finalmente il turno del Bufalo di
terra .
Secondo l’oroscopo le persone nate nell’Anno del Bufalo sono
predisposte a diventare pittori, ingegneri ed architetti, sono dei
grandi lavoratori, dotati di affidabilità, responsabilità e
stabilità. Sono socievoli, pazienti e amano una vita tranquilla.
Associati all’elemento della terra le sue caratteristiche saranno
ancora più accentuate.Sarà l’anno delle decisioni importanti sia per
quanto riguarda il lavoro che per l’amore.In tutto il Mondo ci
saranno festeggiamenti per il Capodanno, grazie alla forte presenza
della Diaspora cinese che ormai interessa ogni punto del
pianeta.Anche in Italia ci saranno i festeggiamenti. La comunità
cinese, come tutti gli anni, prepara le sfilate dei dragoni e delle
tigri, feste, concerti, lotterie e cene nelle principali città della
penisola.
Il 1 Febbraio 2009 i cinesi hanno festeggiato il capodanno
all’Auditorium del Lingotto, via Nizza 280, dove l’Associazione
Immigrati Cinesi Uniti in Piemonte ha organizzato un incontro alle
14,30.
All’inizio c’è stato il discorso inaugurale da parte delle autorità
cinesi, poi si è svolta un esibizione folcloristica di un gruppo di
artisti arrivati dalla Cina, poi presentazione dell’arte, della
cultura e delle tradizioni cinesi, lotteria, chiusura della
festa.Non sono mancati i funzionari del Consolato cinese di Milano.
Gli onori di casa gli ha fatti il presidente dell’Aicup, Hu Zhibin.
Laura Genovese
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Capodanno cinese 2009
Il 26 gennaio cade il capodanno cinese: esso viene celebrato anche
in molti altre nazioni vicine come Corea, Viet-nam, Mongolia e
inoltre, naturalmente, in tutte le comunità cinesi sparse per il
mondo.
Il capodanno cinese (Nónglì xīnnián), secondo l’antichissimo
calendario cinese che è lunare (ma solo prevalentemente) cade nel
secondo novilunio dopo il solstizio di inverno quindi fra il 21
gennaio ed il 19 febbraio del nostro calendario. Una data mobile,
quindi che segue le fasi della luna come la nostra Pasqua.
Viene anche detto “Festa di Primavera“ (Chūnjié) benché cada in
pieno inverno: secondo la vita contadina, infatti, coincide con il
tempo in cui cessano quasi del tutto i lavori agricoli e si aspetta
la primavera.
Esso dura 15 giorni e termina con la festa delle lanterne (yuánxiāojié).
Naturalmente solo alcuni di questi giorni sono considerati festivi,
con chiusura di scuole e attività lavorative che variano secondo gli
stati; in Cina si considerano festività i primi tre giorni.
Il calendario cinese tradizionale restò in vigore fino alla fine
dell’impero e poi fu sostituto da quello occidentale, attualmente in
vigore.
Si tratta di un periodo di festività paragonabile alle nostre
festività natalizie tipicamente familiari, con il raccogliersi dei
parenti in banchetti augurali nei quali vengono consumati cibi
caratteristici (in particolare a base di pollo): già da tempo tutti
i mezzi di trasporto in Cina sono stati presi d’assalto per il
rientro dei lavoratori delle grandi città ai villaggi di origine.
La tradizione vuole che si scambino doni in pacchetti di colore
rosso perche il rosso è in Cina il colore del buon augurio e che in
genere vengono consegnati alle coppie sposate: nei pacchetti però
non vi sono doni ma monete metalliche, secondo la tradizione
(qualche volta, attualmente, anche banconote).
Vi sono poi danze, la più celebre quella del leone che avevano, come
i fuochi, il fine rituale di cacciare gli spiriti maligni che
costituirono per i cinesi un vero incubo. Ogni cosa in Cina era
costruita per tenerli lontani: gli usci delle porte erano innalzati
per evitare che vi si potessero infilare, le case avevano
un’apertura nelle pareti per permettere ad essi di uscire, perfino i
ponti erano a zig zag perchè non potessero attraversarli.
Alessandro Soncin
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