Torino 26 Febbraio 2009
NASCE LA STRADA REALE DEI VINI TORINESI
Un itinerario alla scoperta dei territori a vocazione vitivinicola,
delle
loro specialità enogastronomiche e delle loro peculiarità storiche e
culturali
Insieme ad un nutrito numero di soggetti pubblici, associazioni,
privati e con il significativo supporto tecnico e finanziario dei
Distretti Sud e Nord dei vini del Piemonte, la Provincia e la Camera
di commercio di Torino hanno dato vita alla Strada Reale dei Vini
torinesi, un’iniziativa che proporrà ai turisti un ampio itinerario
alla scoperta dei territori a vocazione vitivinicola,
caratterizzati, oltre che da vigneti e cantine, da attrattive
naturalistiche, culturali e storiche. La Strada sviluppa i suoi
itinerari lungo un percorso che collega le grandi eccellenze
architettoniche, paesaggistiche e produttive del territorio
torinese, toccando (anche se con la discontinuità determinata dai
tratti di pianura) i 180 Comuni a vocazione vitivinicola (sul totale
di 315 dell’intera provincia), suddivisi nelle quattro principali
aree viticole provinciali: Pinerolese, Collina torinese, Valle di
Susa, Canavese. Ciascuna delle quattro aree presenta peculiari
caratteristiche pedoclimatiche ed ambientali ma anche forme
gestionali, composizione ampelografica dei vigneti e delle
produzioni del tutto originali, con una rilevante presenza di
varietà autoctone e zone in cui il terreno impervio rende la
viticoltura decisamente “eroica”. Le attività della Strada Reale dei
Vini torinesi saranno dedicate alla ricerca e alla rivitalizzazione
dell'autentica gastronomia delle aree rurali, ma anche a programmi
ed iniziative divulgative per accrescere la notorietà del territorio
e del suo patrimonio culturale.
“Il progetto nasce con un chiaro riferimento storico all'ambiente
che sta determinando il successo del turismo torinese; un ambiente
che può contare sull’unicità delle Regge e delle Residenze Sabaude,
dei castelli e dei forti. – sottolinea il Presidente della
Provincia, Antonio Saitta – La Strada vede inoltre la luce
nell’imminenza dell’evento culturale e mediatico di rilevanza
internazionale costituito dalle celebrazioni per i 150 anni
dell'Unità d'Italia. L’iniziativa prosegue una filosofia ed un
filone progettuale nel quale la collaborazione tra pubblico e
privato ha portato al successo iniziative importanti: il Paniere dei
prodotti tipici, il Marchio collettivo di qualità dei B&B, il
Marchio di qualità alberghiera “Yes! Torino quality for travellers”.
“L'esperienza di altre Strade del Vino promosse con successo in
altri territori, - conclude Saitta - dimostra che esse non possono
risultare efficienti senza la volontà politica delle istituzioni e
senza una partecipazione convinta dei privati”. L'obiettivo del
progetto Strada del Vino è quindi sviluppare un sistema non
tradizionale di accoglienza turistica in area rurale.
“Attraverso la Strada intendiamo dotare il territorio di uno
strumento di promozione dello sviluppo rurale e turistico che
valorizzi la produzione vitivinicola in una prospettiva culturale,
ambientale, storica e sociale qualificata. - sottolinea Sergio
Bisacca, Vice-Presidente della Provincia e Assessore all’Agricoltura
- La Strada Reale dei vini rappresenta l'espressione
dell'integrazione tra le diverse valenze turistiche delle terre
vitivinicole di collina e di montagna. Nasce per attivare un sistema
di coordinamento e collaborazione tra amministrazioni pubbliche,
cantine e produttori singoli, operatori turistici e commerciali.
Siamo convinti che il nostro territorio vitivinicolo, adeguatamente
attrezzato per l’accoglienza e comunicato nelle forme più innovative
ed efficaci, può dar vita ad un circolo virtuoso di sviluppo
turistico e di miglioramento della qualità dei prodotti, che può e
deve passare attraverso la loro commercializzazione diretta presso
le aziende”.
“Il fatto che oltre 120 tra Enti, istituzioni ed imprenditori
privati abbiano già aderito all’associazione, che ho l’onore di
presiedere – afferma Franco Balbiano, Presidente della Strada Reale
dei Vini torinesi - , dimostra che nelle quattro aree vitivinicole
della provincia di Torino c’è grande entusiasmo ed attesa per quella
che può essere considerata una straordinaria opportunità di crescita
economica, sociale e culturale del mondo vitivinicolo e di quello
dell’accoglienza. La presentazione ufficiale dell’iniziativa mi
offre l’occasione per invitare gli operatori dell’intera filiera a
di dare il massimo del contributo in termini di presenza e di
visibilità, per costruire una rete turistico-ricettiva di qualità,
al fine di attrarre e soddisfare quanti ancora non conoscono il
fascino del nostro territorio. Voglio inoltre rivolgere un sentito
ringraziamento a tutti coloro, fra funzionari della Provincia e
membri del consiglio di amministrazione, che hanno lavorato
alacremente per rendere operativo questo ambizioso progetto”.
UN’UNICA STRADA PER UN TERRITORIO VITATO UNICO NEL SUO GENERE
Nei 180 Comuni vitati del Torinese la storia del vino va dai signori
e cavalieri del Medioevo ai Savoia, giungendo fino alla riscoperta e
valorizzazione dei vitigni autoctoni alla fine del XX secolo. I
millenni di storia subalpina non hanno lasciato sul territorio solo
segni “tradizionali”, come i castelli, le cattedrali ed i palazzi
nobiliari. Anche i vigneti (qualcuno reale come quello della Villa
della Regina), i toponimi e le leggende legate al vino e agli altri
prodotti della terra fanno parte della storia piemontese. Il
repertorio gastronomico ed enologico (quello di casa Savoia in
particolare) consente di di ricostruire attraverso i suoi menù uno
scorcio di storia quotidiana dei ricchi casati di un tempo. Nel
Torinese vi sono i vigneti tra i più alti ed antichi d’Italia, in
località di grande bellezza naturalistica e paesaggistica come
Chiomonte, Mocchie, Exilles, Fenestrelle, Giaglione e la Serra
Morenica di Ivrea. La viticoltura “eroica” ha tramandato nel tempo
l’arte della coltivazione di vitigni rari e di altissimo pregio come
l’Avanà a Pomaretto e il Nebbiolo a Carema. Le Città del vino
assommano alla qualità delle produzioni del loro territorio un
elevato pregio storico-architettonico: Caluso, Chieri, Susa e
Pinerolo sono alcuni degli esempi più noti. Torino stessa, città
magica e olimpica, propone la viticoltura nel suo “fuori porta” tra
verdi colline a pochi chilometri dal centro della metropoli. I
tesori della storia e dell’arte sacra (Sacra di San Michele e
Novalesa sono i monumenti più noti, ma i complessi di pregio sono
decine) sorgono perlopiù in aree in cui la vite fa parte del
paesaggio e della cultura locale da millenni. Della cultura locale è
parte integrante una presenza imprenditoriale vivace e dinamica, che
offre all’esigente turista odierno prestigiose dimore storiche di
campagna, agriturismi e B&B.
La denominazione: “Strada Reale dei vini torinesi” propone quindi un
riferimento al patrimonio storico, artistico e culturale che ha
determinato negli ultimi anni il successo di Torino e del suo
territorio sul mercato turistico internazionale. Un patrimonio che,
nel 2011, sarà protagonista delle celebrazioni per il 150°
dell’Unità d'Italia. Non a caso, la Strada sviluppa i suoi itinerari
lungo un percorso che raggiunge successivamente tutte le grandi
eccellenze architettoniche e paesaggistiche del primo Regno
d'Italia. L’iniziativa può valersi della notorietà e del patrimonio
storico del territorio, ma non nasce con lo sguardo volto
all’indietro. Nasce in primo luogo per coinvolgere e rendere
partecipi della valorizzazione del territorio una serie di
qualificati “luoghi del vino”, selezionati tra aziende agricole e
vitivinicole, hotel, agriturismi, bed and breakfast, ristoranti,
vinerie, wine bar ed esercizi qualificati per il servizio del vino,
tutti autorizzati a fregiarsi di un contrassegno col marchio della
Strada del Vino. La Strada darà vita ad una vera e propria rete di
“punti amici”, che sarà comunicata e promossa presso i consumatori,
per far crescere ulteriormente la cultura del vino.
La scelta di un’unica strada è legata alla necessità di mettere in
rete ed in sinergia le quattro realtà vitivinicole torinesi e di
collegarle a Torino, sfruttandone l’attrattività turistica,
conquistata con le Olimpiadi invernali del 2006 e con gli eventi
successivi, non ultimo l’apertura della Reggia di Venaria. La Strada
Reale dei vini torinesi non propone però un itinerario rigido di
percorrenza attraverso le quattro aree viticole, anche in
considerazione delle discontinuità territoriali dovute ai tratti di
pianura che collegano tra loro le zone collinari. Né la Strada Reale
nasce in concorrenza o in contrapposizione con le altre Strade del
Vino del Piemonte: la collaborazione con le realtà delle province
vicine è del resto già in atto e si è concretizzata nella
costituzione dell’associazione “Piemonte Strade del Vino”.
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