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Registrato al Tribunale di Torino n° 5608 - 10/06/2002
Direttore Responsabile : Antonio Chiarenza
Torino,7 Marzo 2009
Dal Congresso SID 2009,Società Italiana Diabetologia, Piemonte e
Valle d'Aosta 2009
Il trattamento del diabete,dagli standard di cura all'appropriatezza
terapeudica
La prevalenza di ipertensione arteriosa è almeno doppia nelle
persone diabetiche rispetto a quelle non diabetiche.
Nel diabete di tipo 1 l’ipertensione arteriosa compare generalmente
dopo alcuni anni di malattia ed è per lo più conseguente alla
presenza di nefropatia, mentre nel diabete di tipo 2 è presente
quasi sempre già al momento della diagnosi e rientra nel contesto
della sindrome metabolica da insulina-resistenza.
Il mantenimento di valori pressori adeguati nel paziente diabetico è
cruciale per evitare l’effetto negativo dell’ipertensione, che causa
scompenso glicemico. Lo studio UKPDS ha dimostrato che il
trattamento dell’ipertensione nei pazienti diabetici mirato al
mantenimento di valori pressori diastolici inferiori a 80 mmHg è in
grado di ridurre di molto il rischio di complicanze micro e
macroangiopatiche e di mortalità vascolare.
In primo luogo, i soggetti diabetici devono essere sottoposti a
misurazione della pressione arteriosa in ogni visita diabetologia.
La misurazione, dovrebbe avvenire, con il paziente seduto, a riposo
da almeno 5 minuti e utilizzando un bracciale di lunghezza adeguata.
Mentre nei soggetti non diabetici vengono considerati normali valori
pressori uguali o superiori a 140/90 mmHg, tali limiti vengono
abbassati a 130/80 mmHg nei pazienti diabetici.
Una volta confermata la presenza di ipertensione, il medico deve far
raggiungere al paziente diabetico il target pressorio desiderato
inferiore a 130/80 mmHg. In caso di valori compresi fra 130/80 e
140/90 mmH si consiglia un tentativo, della durata non superiore a
tre mesi, di trattamento non farmacologico, utilizzando prodotti
dietetici e incremento attività fisica.
Si ritiene che la perdita di un chilogrammo di peso corporeo possa
determinare la riduzione della pressione arteriosa media di circa 1
mmHg, una dieta moderatamente iposodica è in grado di creare un calo
di circa 5 mmHg della pressione sistolica e di 2-3 mmHg di quella
diastolica, un’attività fisica costante, come 30-45 minuti di
camminata a passo svelto in settimana è raccomandata per far
scendere la pressione. E’ evidente come l’intervento sullo stile di
vita sia utile per prevenire le complicanze cardiovascolari del
diabete non solo attraverso il meccanismo di calo pressorio ma anche
influenzando positivamente le alterazioni del metabolismo glucidico
e lipidico.
Laura Genovese