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 Trapianti di organi,
 si è svolto a Torino il 20° Convegno nazionale AIRT 2009
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Torino, 25 marzo 2009

Trapianti di organi, Piemonte al primo posto nel 2008

Dal 25 marzo 2009 al 27 marzo 2009 si è svolto a Torino il 20° Convegno nazionale AIRT 2009 (Associazione InterRegionale Trapianti), presieduto dal professor Antonio Amoroso (presidente AIRT e direttore del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte e dell'ospedale Molinette di Torino). Hanno tenuto una Lezione Magistrale il professor Gustavo Zagrebelsky e la dottoressa Nerina Dirindin. Il congresso nazionale AIRT ha aperto la stagione dei congressi delle tre organizzazioni che coordinano a livello interregionale l'attività di donazione e trapianto sul territorio italiano.
Il convegno dell'AIRT è stato organizzato a turno dalle Regioni affiliate: Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Valle d'Aosta, Puglia e Provincia Autonoma di Bolzano. Tra i temi in discussione: la donazione di organi e di tessuti, l'attività di coordinamento da quello locale a quello regionale ed interregionale ed i trapianti di organo. Mediamente si eseguono in AIRT piu' di un migliaio di trapianti di organi ogni anno, piu' di un terzo di tutti i trapianti che si eseguono ogni anno in Italia. Nel 2008 l'attività si è collocata ai vertici nazionali, grazie anche e soprattutto all'attività' trapiantologica dell'ospedale Molinette di Torino, al vertice per quantita' e sopravvivenza in Europa nei trapianti di fegato ed al vertice in Italia nei trapianti di rene. Sono stati, infatti, trapiantati 576 reni , 405 fegati interi o parti di essi , 78 cuori , 24 pancreas, 18 polmoni e 3 intestini. Negli ultimi 6 anni sono stati effettuati nelle Regioni AIRT piu' 28.000 trapianti di tessuti. L'incremento dei trapianti è causato dell'aumento delle donazioni di organi nelle Regioni AIRT. Le 3 Regioni del Nord hanno superato la soglia dei 30 donatori per milione di popolazione confermando una "vocazione leader" in Italia. Segnali positivi provengono pure dalla Puglia che, pur rimanendo al di sotto della media nazionale, ha dimostrato segnali di ripresa aumentando di quasi il 30% il numero p.m.p.
di donatori utilizzati. Sono però ancora molti i pazienti che stanno aspettando un trapianto. Nelle Regioni dell'AIRT, al 31 dicembre 2008, erano piu' di 3400 le iscrizioni registrate per pazienti in attesa di un rene, poco meno di 550 quelli che aspettavano un fegato, piu' di un centinaio un cuore, alcune decine un polmone o un pancreas e quasi 20 coloro che erano in attesa di un trapianto di intestino. Il numero dei pazienti in attesa al 31.12.2008 rispetto alla stessa data dell'anno precedente non e' pero' sostanzialmente cambiato, come pure i tempi di attesa per ricevere il trapianto non si sono modificati.
                                          Laura Genovese
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Condizioni di esecuzione del trapianto

Gli organi da trapiantare vengono prelevati da un paziente di cui sia stata accertata la morte cerebrale secondo le modalità di legge per l'accertamento (diverse a seconda degli Stati). In Italia, una commissione di tre specialisti (un esperto in neurofisiologia, un rianimatore e un medico legale) monitora le condizioni cliniche per un periodo di tempo definito dalla legge e può stabilire lo stato di morte soltanto se, oltre alla constatazione clinica del decesso, si presentano contemporaneamente tutte queste condizioni:
stato di incoscienza
verifica del danno cerebrale, tramite TAC e imaging a risonanza magnetica
assenza di riflessi del tronco cerebrale (struttura deputata a mantenere le funzioni fondamentali della vita)
assenza di respiro spontaneo
assenza di qualunque attività elettrica cerebrale, verificata tramite elettroencefalogramma
assenza dell'irrorazione di sangue al cervello (nei casi in cui non sia possibile verificare i riflessi del tronco cerebrale o effettuare l'elettroencefalogramma)
Il tempo di accertamento dell'assenza di condizioni vitali nell'encefalo è stato con successive modifiche alla legge portato a 12 ore e poi alle 6 ore attuali. In alternativa, si procede all'espianto dopo 20 minuti di assenza del battito cardiaco.
La morte cerebrale non va confusa con lo stato vegetativo, che comporta soltanto la prima di queste condizioni, ovvero la perdita di coscienza, ma conserva le funzioni vegetative del cervello (ossigenazione, battito cardiaco e mantenimento della temperatura corporea): nel caso di morte cerebrale il cervello è profondamente danneggiato e tutte le sue funzioni sono compromesse; di conseguenza l'ossigenazione, la circolazione sanguigna e il mantenimento della temperatura corporea sono possibili soltanto con l'ausilio delle macchine e per un tempo limitato (generalmente non più di 48 ore).
Una volta accertata la morte cerebrale, può essere effettuato il prelievo degli organi mentre la ventilazione e l'irrorazione sanguigna degli organi viene artificialmente mantenuta dalle macchine; in seguito, il corpo del donatore viene staccato dal respiratore artificiale e dallo stimolatore del battito cardiaco (cosa che una volta accertata la morte avviene comunque, indipendentemente dal fatto che il paziente sia un donatore o meno).
Gli organi vengono raffreddati e posti nelle condizioni ottimali per il trasporto e successivo impianto nel ricevente. La durata dell'organo in tali condizioni è comunque limitata a tempi brevi.
Prima del trapianto devono essere accertate la biocompatibilità dell'organo tra donatore e ricevente, non solo in termini di gruppo sanguigno e fattore RH, ma anche per altre caratteristiche indispensabili per la buona riuscita del trapianto. Il trattamento post trapianto richiede un trattamento immunosoppressivo a vita per ridurre le probabilità di rigetto.
In Italia il trapianto è regolato dalla legge n. 91 del 1º aprile 1999 e da un decreto del Ministero della Sanità, dell'8 aprile 2000. Esso prevede una lista d'attesa nazionale dei trapianti, la regola del silenzio-assenso sulla donazione, con l'invio a tutti i cittadini di un tesserino per la manifestazione di volontà in merito alla donazione; diversamente da normative di altre nazioni non fa menzione del testamento biologico. Ai fini del silenzio assenso l'iscrizione ad un'associazione di donatori costituisce una prova della volontà di donare gli organi; nel caso in cui un parente che presenti una dichiarazione autografa in cui il proprio caro manifesta una volontà contraria alla donazione, la donazione può essere oggetto di un divieto dell'autorità amministrativa (un tribunale ad es.).
La magistratura può bloccare un espianto quando è necessaria l'esecuzione di un'autopsia per accertare le cause della morte. L'esame autoptico esclude la possibilità di un trapianto d'organi o di tessuti. Sebbene avvenga in un secondo momento, dopo la cessazione del battito cardiaco, l'autopsia deve essere eseguita in una situazione del soggetto il più possibile simile allo stato precedente il decesso, e può rendersi necessaria anche per gli organi espiantabili.
Solamente un numero limitato di organi possono essere trapiantati con successo, prelevandoli da una persona di cui è accertata la morte naturale (arresto cardiaco, nessuna attività cerebrale e circolazione sanguigna): alcuni tessuti, le cornee, gli arti superiori e inferiori.
                           Alessandro Soncin
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