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Registrato al Tribunale di Torino n° 5608 - 10/06/2002
Direttore Responsabile : Antonio Chiarenza
Trapianti di organi, Piemonte al primo posto nel 2008
Dal 25 marzo 2009 al 27 marzo 2009 si è svolto a Torino il 20°
Convegno nazionale AIRT 2009 (Associazione InterRegionale
Trapianti), presieduto dal professor Antonio Amoroso (presidente
AIRT e direttore del Centro Regionale Trapianti della Regione
Piemonte e dell'ospedale Molinette di Torino). Hanno tenuto una
Lezione Magistrale il professor Gustavo Zagrebelsky e la dottoressa
Nerina Dirindin. Il congresso nazionale AIRT ha aperto la stagione
dei congressi delle tre organizzazioni che coordinano a livello
interregionale l'attività di donazione e trapianto sul territorio
italiano.
Il convegno dell'AIRT è stato organizzato a turno dalle Regioni
affiliate: Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Valle d'Aosta, Puglia
e Provincia Autonoma di Bolzano. Tra i temi in discussione: la
donazione di organi e di tessuti, l'attività di coordinamento da
quello locale a quello regionale ed interregionale ed i trapianti di
organo. Mediamente si eseguono in AIRT piu' di un migliaio di
trapianti di organi ogni anno, piu' di un terzo di tutti i trapianti
che si eseguono ogni anno in Italia. Nel 2008 l'attività si è
collocata ai vertici nazionali, grazie anche e soprattutto
all'attività' trapiantologica dell'ospedale Molinette di Torino, al
vertice per quantita' e sopravvivenza in Europa nei trapianti di
fegato ed al vertice in Italia nei trapianti di rene. Sono stati,
infatti, trapiantati 576 reni , 405 fegati interi o parti di essi ,
78 cuori , 24 pancreas, 18 polmoni e 3 intestini. Negli ultimi 6
anni sono stati effettuati nelle Regioni AIRT piu' 28.000 trapianti
di tessuti. L'incremento dei trapianti è causato dell'aumento delle
donazioni di organi nelle Regioni AIRT. Le 3 Regioni del Nord hanno
superato la soglia dei 30 donatori per milione di popolazione
confermando una "vocazione leader" in Italia. Segnali positivi
provengono pure dalla Puglia che, pur rimanendo al di sotto della
media nazionale, ha dimostrato segnali di ripresa aumentando di
quasi il 30% il numero p.m.p.
di donatori utilizzati. Sono però ancora molti i pazienti che stanno
aspettando un trapianto. Nelle Regioni dell'AIRT, al 31 dicembre
2008, erano piu' di 3400 le iscrizioni registrate per pazienti in
attesa di un rene, poco meno di 550 quelli che aspettavano un
fegato, piu' di un centinaio un cuore, alcune decine un polmone o un
pancreas e quasi 20 coloro che erano in attesa di un trapianto di
intestino. Il numero dei pazienti in attesa al 31.12.2008 rispetto
alla stessa data dell'anno precedente non e' pero' sostanzialmente
cambiato, come pure i tempi di attesa per ricevere il trapianto non
si sono modificati.
Laura Genovese
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Condizioni di esecuzione del trapianto
Gli organi da trapiantare vengono prelevati da un paziente di cui
sia stata accertata la morte cerebrale secondo le modalità di legge
per l'accertamento (diverse a seconda degli Stati). In Italia, una
commissione di tre specialisti (un esperto in neurofisiologia, un
rianimatore e un medico legale) monitora le condizioni cliniche per
un periodo di tempo definito dalla legge e può stabilire lo stato di
morte soltanto se, oltre alla constatazione clinica del decesso, si
presentano contemporaneamente tutte queste condizioni:
stato di incoscienza
verifica del danno cerebrale, tramite TAC e imaging a risonanza
magnetica
assenza di riflessi del tronco cerebrale (struttura deputata a
mantenere le funzioni fondamentali della vita)
assenza di respiro spontaneo
assenza di qualunque attività elettrica cerebrale, verificata
tramite elettroencefalogramma
assenza dell'irrorazione di sangue al cervello (nei casi in cui non
sia possibile verificare i riflessi del tronco cerebrale o
effettuare l'elettroencefalogramma)
Il tempo di accertamento dell'assenza di condizioni vitali
nell'encefalo è stato con successive modifiche alla legge portato a
12 ore e poi alle 6 ore attuali. In alternativa, si procede
all'espianto dopo 20 minuti di assenza del battito cardiaco.
La morte cerebrale non va confusa con lo stato vegetativo, che
comporta soltanto la prima di queste condizioni, ovvero la perdita
di coscienza, ma conserva le funzioni vegetative del cervello
(ossigenazione, battito cardiaco e mantenimento della temperatura
corporea): nel caso di morte cerebrale il cervello è profondamente
danneggiato e tutte le sue funzioni sono compromesse; di conseguenza
l'ossigenazione, la circolazione sanguigna e il mantenimento della
temperatura corporea sono possibili soltanto con l'ausilio delle
macchine e per un tempo limitato (generalmente non più di 48 ore).
Una volta accertata la morte cerebrale, può essere effettuato il
prelievo degli organi mentre la ventilazione e l'irrorazione
sanguigna degli organi viene artificialmente mantenuta dalle
macchine; in seguito, il corpo del donatore viene staccato dal
respiratore artificiale e dallo stimolatore del battito cardiaco
(cosa che una volta accertata la morte avviene comunque,
indipendentemente dal fatto che il paziente sia un donatore o meno).
Gli organi vengono raffreddati e posti nelle condizioni ottimali per
il trasporto e successivo impianto nel ricevente. La durata
dell'organo in tali condizioni è comunque limitata a tempi brevi.
Prima del trapianto devono essere accertate la biocompatibilità
dell'organo tra donatore e ricevente, non solo in termini di gruppo
sanguigno e fattore RH, ma anche per altre caratteristiche
indispensabili per la buona riuscita del trapianto. Il trattamento
post trapianto richiede un trattamento immunosoppressivo a vita per
ridurre le probabilità di rigetto.
In Italia il trapianto è regolato dalla legge n. 91 del 1º aprile
1999 e da un decreto del Ministero della Sanità, dell'8 aprile 2000.
Esso prevede una lista d'attesa nazionale dei trapianti, la regola
del silenzio-assenso sulla donazione, con l'invio a tutti i
cittadini di un tesserino per la manifestazione di volontà in merito
alla donazione; diversamente da normative di altre nazioni non fa
menzione del testamento biologico. Ai fini del silenzio assenso
l'iscrizione ad un'associazione di donatori costituisce una prova
della volontà di donare gli organi; nel caso in cui un parente che
presenti una dichiarazione autografa in cui il proprio caro
manifesta una volontà contraria alla donazione, la donazione può
essere oggetto di un divieto dell'autorità amministrativa (un
tribunale ad es.).
La magistratura può bloccare un espianto quando è necessaria
l'esecuzione di un'autopsia per accertare le cause della morte.
L'esame autoptico esclude la possibilità di un trapianto d'organi o
di tessuti. Sebbene avvenga in un secondo momento, dopo la
cessazione del battito cardiaco, l'autopsia deve essere eseguita in
una situazione del soggetto il più possibile simile allo stato
precedente il decesso, e può rendersi necessaria anche per gli
organi espiantabili.
Solamente un numero limitato di organi possono essere trapiantati
con successo, prelevandoli da una persona di cui è accertata la
morte naturale (arresto cardiaco, nessuna attività cerebrale e
circolazione sanguigna): alcuni tessuti, le cornee, gli arti
superiori e inferiori.
Alessandro Soncin