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Registrato al Tribunale di Torino n° 5608 - 10/06/2002
Direttore Responsabile : Antonio Chiarenza
Torino, 18 aprile 2009 350 ANNI DEI “GRANATIERI DI SARDEGNA” A TORINO,
Prestigioso Carosello storico e Gran convivio di militari
in servizio e congedati,autorità e ospiti
Il 18 aprile i granatieri di Sardegna hanno compiuto i 350 anni di
vita. La ricorrenza, particolarmente sentita da tutto il personale
delle Forze Armate in quanto trattasi della “nascita” a Torino il18
aprile 1659 del più antico Corpo Militare Permanente d’Europa, , per
volere di Carlo Emanuele II, quattordicesimo duca di Savoia acquista
maggiore interesse e solennità nella città per il profondo legame di
storia e di affetto tra i cittadini di Torino e i Granatieri.
Un'unità scelta che ha percorso tutte le vicende del regno sardo
prima e della repubblica poi, combattendo su tutti i fronti: dalle
guerre d'Indipendenza ai due conflitti mondiali, per essere
impiegati nelle missioni di pace dagli anni Novanta ad oggi.
L'immagine dei granatieri è quella di soldati dal fisico imponente
devono essere alti almeno un metro e 90, per il loro aspetto sempre
in prima fila nelle sfilate e nelle manifestazioni. Ma non sono
uomini da parata. In realtà appartengono a un corpo speciale nato
tre secoli e mezzo fa per affrontare le missioni più pericolose. Nel
corso del tempo ha conservato questa sua prerogativa distinguendosi
nelle battaglie più sanguinose. Un corpo a metà tra gli arditi e i
guastatori, tanto che dopo gli assalti tornavano decimati nelle
retrovie. Il loro valore lo testimoniano le numerose medaglie
conferite alle bandiere del reggimento e le 37 medaglie individuali.
I granatieri discendono dal reggimento delle Guardie istituito a
Torino il 18 aprile 1659 da Emanuele duca di Savoia e re di Cipro.
In questo reggimento furono inquadrati soldati di alta statura
specializzati nel lancio delle granate (palle di ferro imbottite di
polvere da sparo) che venivano utilizzate come le più recenti bombe
a mano.
Il nome granatieri venne assegnato da re Vittorio Amedeo II, figlio
di Emanuele, che volle potenziare la capacità di fuoco delle sue
guardie inserendo in ogni compagnia sei uomini particolarmente alti
e coraggiosi, incaricati di andare all'assalto con le granate.
Nell'Ottocento si distingue nelle guerre d'Indipendenza. Il 30
maggio 1848 a Goito l'intervento del reggimento granatieri è
decisivo nelle sorti della battaglia attaccando frontalmente e
mettendo in fuga gli austriaci del maresciallo Radetzky: l'urlo di
battaglia «a me le guardie» lanciato dal comandante, il Duca di
Savoia, galvanizzò gli uomini e da allora è rimasto come il motto
del corpo.
Nel 1852 il reggimento, unito a quello dei Cacciatori, dà vita alla
Brigata granatieri di Sardegna. Il distintivo, che tuttora portano
cucito sulla divisa, è composto da una croce rossa in campo bianco
con quattro teste di moro bendate ai lati: rappresenta l'antica
bandiera di combattimento del popolo sardo, con sovrapposta al
centro la granata d'oro del loro corpo. «Le origini di questa
bandiera si ricollegano alle vicende storiche dell'isola e ricorda
le quattro più importanti vittorie riportate dal popolo sardo sugli
arabi invasori, rispettivamente a Sanluri (anno 728), Sulcis (809),
Torres (813) e Campo Bianco (849). In questi paesi i sardi
ricacciarono in mare i saraceni che provenivano dall'Africa e dalla
Spagna e celebrarono la vittoria tagliando la testa agli emiri. Nel
1949, data della ricostituzione dopo la seconda guerra mondiale, il
ministero della Difesa stabilì di adottare quell'antico simbolo con
una granata d'oro al centro come scudetto distintivo della rinata
divisione granatieri di Sardegna. Contro i Nazisti nella seconda
guerra mondiale i granatieri furono uno dei due corpi dell'esercito
italiano, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre, a prendere
le armi contro i tedeschi schierandosi in difesa di Roma capitale.
L'altro fu la divisione Aqui, massacrata dai nazisti nell'isola di
Cefalonia. Oggi i granatieri si sono adeguati alle esigenze tattiche
del nuovo modello di difesa, dispiegati come Brigata meccanizzata a
supporto delle missioni di pace. A bordo di autoblindo e cingolati
sono in grado di muoversi agilmente su ogni terreno e di intervenire
in tutti i teatri di guerra.
Laura Genovese