Come ogni anno quattro le sezioni competitive: 12
Lungometraggi, 13 Cortometraggi, 8 Documentari e 9 Video (medio
e lungometraggi). Tutti i film in concorso saranno visionati da
quattro giurie internazionali che assegneranno il Premio Ottavio
Mai al miglior Lungometraggio e un premio per ognuna delle altre
sezioni. Per ogni sezione competitiva è inoltre previsto un
premio del pubblico.
Alcune anticipazioni:
Happy Endings di Don Roos, già regista del fortunato
The Opposite of Sex, che qui presenta un film in cui le
più svariate storie di incontri casuali, opportunità mancate o
brucianti segreti si incrociano e si intrecciano in un mosaico
ironicamente costruito per chi pensava di sapere già tutto
sull’amore e sugli amori (con Lisa Kudrow, interprete della
fortunata serie tv Friends);
Anteprima italiana in collaborazione con Rai Cinema – 01
Distribuzione
Fremde Haut (Germania/Austria) di Angelina Maccarone
narra la storia di una migrante iraniana in Germania che per
ottenere l’asilo politico si finge uomo;
Sancharram (India) di Ligy J. Pullappally, suggestivo
"viaggio" del desiderio lesbico nel mondo dei matrimoni
arrangiati;
Go West di Ahmed Imamovic, coproduzione Bosnia
Erzegovina/Croazia, cameo e sostegno produttivo di Jeanne Moreau.
Nella sezione documentari è interessante l’ ampia presenza
di film sul tema transgender, tra cui
Between the Lines di Thomas Wartmann sul "terzo
gender" in India tra Mumbai e il Kerala, e i due casi
"sportivi": Erik(A) di Kurt Mayer, storia della
sciatrice Erika Schinegger, campione mondiale la cui carriera fu
interrotta nel 1967 perché al test per i giochi olimpici
risultava più uomo che donna; e Ring of Fire: The Emile
Griffith Story (Usa) di Dan Klores e Ron Berger, storia
di un pugile che al momento della massima fama subì un trauma
profondo per aver ucciso un avversario durante un match in
diretta tv.
Infine da segnalare il corto La China per la
regia di Antonia San Juan (in coppia con Diego Postigo), meglio
nota come una delle attrici culto della corte almodovariana, qui
esordiente dietro la cinepresa.
I FILM FUORI CONCORSO
Le temps qui reste di François Ozon, dove "il
tempo che resta" sono i pochi mesi di vita che rimangono a un
giovane fotografo di moda (Melvil Poupaud), di grande successo,
cui è stato diagnosticato un cancro senza speranza alcuna di
trattamento medico. Tra gli interpreti figurano Jeanne Moreau e
Valeria Bruni-Tedeschi, raggianti presenze femminili nel film
che lo stesso Ozon (di cui ricordiamo i recenti 5x2 – Cinq
fois deux, Swimming Pool e soprattutto Otto donne
e un mistero), ha definito come seconda parte di una
"trilogia sul dolore", di cui Sotto la sabbia (con
Charlotte Rampling) sarebbe stata la prima.
Anteprima italiana in collaborazione con Teodora
Distribuzione
E un’altra storia transgender:
Breakfast on Pluto dell’inglese Neil Jordan (La
moglie del soldato, Michael Collins) ci racconta la
storia di vita di Patrick/Patricia "Kitten" Braden, figlio della
più profonda provincia irlandese che farà una carriera da star
singer nel cabaret trans nella Londra degli anni 60 e 70, ma non
senza mille difficoltà e alla continua ricerca di amore senza
mai abbandonare la sua identità, "diversa" per nascita e per
(trans)sesso.
Anteprima italiana in collaborazione con Fandango
PANORAMICHE
Tre sezioni (fiction, doc e corti) non competitive fuori
formato con la più recente e interessante produzione in
pellicola e video. Tra le opere proposte segnaliamo il corto
spagnolo Clandestinos di Sergio Cabrera (già
autore di La strategia della lumaca) dal film collettivo
Madrid 11 M, sulla strage avvenuta nella capitale
spagnola appena prima delle elezioni politiche - storie diverse
di gente comune: qui si narra dell’amore spezzato tra due
uomini. E due lungometraggi messicani,
Adán y Eva (Todavía) di Iván Ávila Dueñas, in cui
Adamo ed Eva diventati immortali cercano se stessi attraverso il
mondo in un viaggio fatto di sensualità estrema che inizia da
Città del Messico e Historias del desencanto di
Alejandro Valle, ambientato in un tempo che non scorre e in un
mondo devastato da un incantesimo chiamato Disincanto, dove si
incontrano un’artista concettuale, un video artista "innocente"
e un’adolescente in pieno risveglio sessuale e dotata dei poteri
di una strega.
Fi jerda - Al campetto di Alessandro Golinelli e
Rocco Bernini (Italia, 2005), un film-contenitore di storie che
nascono e si sviluppano all’interno di un giardinetto milanese
attrezzato con un campo di calcio, un area per cani e una di
giochi per bambini: luogo d’incontro dove si intrecciano le vite
di giovani, anziani, colf ucraine e ragazzi arabi…
E infine Rainbow's End dei due tedeschi Jochen
Hick, Christian Jentzsch, in cui ci si pone l’interrogativo: con
l’avvento del matrimonio tra coppie dello stesso sesso, gli
omosessuali hanno raggiunto condizioni di uguaglianza in diverse
zone d’Europa e ogni cosa sembrerebbe essere risolta, perché
quindi continuare a lottare? Seguirà un dibattito con l’autore
Jochen Hick, Giovanni Dall’Orto ("Pride"), Riccardo Gottardi
(ILGA Europe).
RETROSPETTIVA: KEN RUSSELL – 50 ANNI DI CINEMA
Il Festival arriva alla sua XXI edizione con una
retrospettiva dedicata ad uno dei più affermati registi
britannici: Ken Russell. Iniziata nel 1956, dopo aver fatto il
fotografo e il danzatore, la sua carriera ha oggi 50 anni e
dimostra la stessa energia eclettica degli inizi. Il pubblico
potrà apprezzare numerosi film e programmi televisivi
(soprattutto alcuni dei più brillanti da lui realizzati negli
anni 60 con grande attenzione al dettaglio e al contempo
dispersivo nelle visioni più opulenti), tra cui gli imperdibili
cult Donne in amore, I diavoli,
L’altra faccia dell’amore, Tommy e
Messia selvaggio.
OMAGGI
Un significativo omaggio sarà dedicato al regista francese
Alain Guiraudie (presente in giuria dei lungometraggi al
festival) - nuovo talento cinematografico - presentando
tutti i film da lui realizzati a partire dai primi anni 90. Il
suo universo particolare e accattivante è tutto da "scoprire",
dalla poesia stralunata emersa nei corti e mediometraggi (da
Les héros sont immortels a Ce vieux rêve qui bouge,
definito da Godard il miglior film di Cannes 2001), all’universo
onirico del primo lungo Pas de repos pour les braves
- ispirato a un suo romanzo mai pubblicato e candidato alla
Caméra d’or a Cannes 2003 - fino al paesaggio filosofico,
medievale post-atomico, del più recente Voici venu le
temps (2005).
La regista statunitense Barbara Hammer sarà al centro
del secondo omaggio: artefice di un cinema sperimentale e
indipendente, attiva a New York, forgia da oltre trent’anni
l’immaginario "altro" con corti e documentari, focalizzando
sensualità, sessualità, potere e potenzialità femminili, non
trascurando invenzioni formali e sperimentazione nel montaggio.
Tra i titoli presenti, la trilogia della "storia lesbica
femminista" che comprende il più noto Nitrate Kisses,
Tender Fictions e History Lessons,
tutti e tre collage affascinanti di materiali d’archivio e
girato originale, e Resisting Paradise, inchiesta
sulla resistenza femminile nel sud della Francia durante la
seconda guerra mondiale.
Un terzo tributo sarà dedicato al regista di Hong Kong
Yonfan (presente in giuria lunghi al festival, è già
noto al pubblico torinese per aver presentato in concorso l’anno
scorso Color Blossom), quest’anno si presenta la
sua trilogia che comprende Bugis Street,
Bishonen e Peony Pavilion. Il suo punto di
vista, visionario e psichedelico, ci guida attraverso le folli
passioni di non poche contraddizioni dell’Estremo oriente con
storie e personaggi moderni e del passato.
DUE FILM DI PAUL VECCHIALI
Paul Vecchiali, che compirà 76 anni il giorno dopo la fine
del festival, il 28 aprile, presenta in anteprima mondiale i
suoi due film più recenti: + si @ff sul chatting e
gli incontri nella comunità gay virtuale, e Bareback
per parlare del fenomeno sempre più diffuso in alcune comunità
gay negli Usa di sfidare l’aids facendo sesso senza alcuna
protezione per "regalare" il virus al partner, mentre nei paesi
europei spesso si fa uso di questo termine semplicemente per
dire che si fa sesso non protetto. Di lui si era visto a Torino
dieci anni fa, l’episodio Les larmes du sida (Lacrime
dell’aids) del film a episodi sul malefico virus che fa sì che
L’amour est à réinventer (L’amore è da reinventare), come
diceva il titolo della serie.
Entrambi i film sono anteprime mondiali.
RICORDANDO LUCHINO VISCONTI
Nel centenario della nascita e a trent’anni dalla morte (nel
1976) del grande regista italiano, lo ricordiamo con il
documentario Luchino Visconti realizzato da
Carlo Lizzani nel 1999, un film di un’ora che ripercorre la
sua opera, fatto in coproduzione tra Italia/Francia/Germania.
MOVIE&MUSIC DIVAS: CHER - 60 GLAMOROUS YEAR
Quest’anno si inaugura una nuova sezione che riprende il
concetto di icona queer per omaggiare un’attrice
con una carriera parallela da cantante o, viceversa, una
cantante cimentatasi anche nel mondo del cinema. Quale inizio
migliore di Cher, diva dai mille talenti che ha saputo inventare
e reinventarsi continuamente una carriera che dura con successo
da 4 decenni, senza eguali? I titoli presentati sono il più noto
Stregata dalla luna di Norman Jewison del 1987 e
il quasi sconosciuto Chastity che nel 1969 aveva
segnato il suo debutto sul grande schermo: diretto da Alessio de
Paola, era prodotto e scritto da Sonny Bono. Inoltre ci sarà
un’antologia delle sue apparizioni musicali.
EUROPA MON AMOUR: transIstanbul
Europa Mon Amour allarga i suoi confini fino a includere la
Turchia. Oriente e Occidente transitano e si influenzano divise
da un lembo di mare. Le categorie occidentali risultano
inadeguate e riduttive a descrivere la realtà turca. Eppure
anche a Istanbul locali, associazioni e stili di vita si
avvicinano sempre più a ciò che è riconoscibile in Europa. Con
la proiezione di corti, documentari, lungometraggi e video
d’artista si cercherà di rendere la complessità inclassificabile
e viva di quel paese. Tra i film segnaliamo i titoli di
Sükran Moral (presente in giuria video al festival)
più vicini alla videoarte, e Dokuz (9) di ümit
ünal del 2001 con Serra Yilmaz, l’attrice nota in Italia
per i film di Ozpetek, presente a Torino l’anno scorso in
giuria.
VOICE OVER
Sezione sperimentale con opere dello svizzero Marc Bauer,
un nuovo Body Double di Brice Dellsperger,
i corti in bianco e nero della francese Aurélia Barbet e
altre scoperte digitali e non.
PORNO VISIONS
Quest’anno si focalizza il porno in chiave punk e transgender:
da Mister Nude Punk America del francese Donatine
Viesmann a TrannyFags – A Gender F*cking Porno
dell’americano Morty Diamond.