100.000 grazie a tutti
quelli che hanno partecipato e reso possibile questo
TorinoPride2006
Documento di intenti
Gli organizzatori
del Torino Pride 2006 intendono caratterizzare questa edizione
nazionale attraverso la scelta di alcuni temi chiave.
Un Pride per tutti
Vogliamo parlare
soprattutto alle persone che più sono lontane dalla realtà glbt
e magari subiscono ancora l’influenza di pregiudizi e ignoranza.
Per far questo ci rivolgiamo non solo alle Istituzioni pubbliche
ma a tutte le Istituzioni culturali e sociali torinesi e
piemontesi, affinché organizzino loro stesse, iniziative ed
eventi sui temi del Pride.
Un Pride che guarda al futuro senza dimenticare
la storia
Torino è stata la
Città ove è nato il primo movimento di liberazione omosessuale
italiano – il Fuori! nel 1971 – , il primo gruppo italiano di
gay credenti – Davide e Gionata 1981 – , il primo Convegno
internazionale lesbico in Italia – Torino, 1981 -, il primo
consultorio pubblico per gli interventi di riconversione
chirurgica del sesso – Ospedale Mauriziano, 1983 – ed è la Città
ove sono nate e si sono sperimentate molte delle principali
iniziative e proposte che oggi sono patrimonio del nostro paese
su questi temi, dal Festival del Cinema Gay e Lesbico, alla
collaborazione con le amministrazioni pubbliche, alle prime
iniziative sulla cultura , ecc.
Un Pride delle "Città amiche"
Torino non solo è
stata la prima città italiana ad avviare il confronto con la
comunità glbt alla fine degli anni ’70, ma è stata anche la
prima città ad istituire un Servizio per il superamento delle
discriminazioni basate sull’identità di genere o
sull’orientamento sessuale. All’avanguardia in Europa, e in
perfetta sintonia con quanto previsto dalla Costituzione
europea.
Un Pride per promuovere la salute
L’Aids ha segnato
gli anni 80 e 90 di tutto il mondo, e continua ad essere una
delle principali cause di morte e sottosviluppo nei paesi
africani, asiatici e dell’est europeo. Dal grande movimento di
lotta contro la diffusione della pandemia sono nate nuove
consapevolezze sulla necessità di non abbassare mai la guardia
sulle malattie sessualmente trasmesse. Il Pride può essere una
occasione per rilanciare questi temi che, negli ultimi anni nei
paesi come l’Italia, sono passati nel dimenticatoio anche se la
diffusione dell’Hiv continua con i ritmi di sempre.
Il tema della salute però ha caratteri più ampi
e va riferito ai bisogni della persona nel suo complesso, e tra
questirisulta centrale l’esigenza di divere con serenità le
espressionidi affettività e sessualità, qualunque sia l’identità
di genere o l’orientamento sessuale.
Documento Politico del Pride
PIATTAFORMA DEL MOVIMENTO LGBT ITALIANO
Le organizzazioni
italiane lesbiche, gay, bisessuali e transgender firmatarie
promuovono la presente piattaforma programmatica come base di
una battaglia unitaria per il raggiungimento della parità
giuridica e sociale delle persone lgbt.
Riteniamo non
rinviabile una fase di riforme che consenta la piena uguaglianza
di fronte alla legge di tutte le cittadine e di tutti i
cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale e
dalla loro identità ed espressione di genere.
Questo presuppone
il rispetto del principio della laicità dello Stato italiano e
della sua autonomia da ogni ingerenza confessionale, nel
rispetto della nostra Costituzione come la più alta fonte di
diritto.
Le nostre
richieste hanno forti radici nella Costituzione italiana, a
partire dagli art. 2 e 3, e nella storia dell’Unione Europea,
dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 1989 sul
"Trattamento delle persone transessuali", a quella del 1994
sulla "Parificazione dei diritti di gay e lesbiche", fino al
Trattato costituzionale del 2004.
PARI DIRITTI ALLE
COPPIE DELLO STESSO SESSO
La Carta di Nizza del 2000 garantisce ad ogni cittadino/a
europeo/a «il diritto di sposarsi e il diritto a costituire una
famiglia». Chiediamo che, in applicazione di quel testo
approvato dal Parlamento italiano oltre che degli articoli 2 e 3
della nostra Costituzione, siano riconosciuti giuridicamente i
diritti delle famiglie non fondate sul matrimonio, attraverso un
istituto giuridico come il Pacs che riconosca i
diritti delle coppie di fatto, nell’ottica di un riconoscimento
normativo del pluralismo delle forme familiari
Respingiamo come infondata la tesi secondo cui l’art. 29 della
Costituzione italiana vieterebbe il riconoscimento di questi
diritti. Consideriamo, in linea con la dottrina costituzionale,
che il concetto di "società naturale" non indica un modello
immutabile, ma una formazione sociale che si trasforma nel
tempo.
Chiediamo pertanto, come è scritto nella Risoluzione del
Parlamento europeo del 16 marzo 2000, di garantire «alle
coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie
ed alle famiglie tradizionali » attraverso una
specifica legge sulle Unioni Civili sul modello
presente nella gran parte dei Paesi europei.
Chiediamo di affrontare, sul piano sociale e normativo, il tema
della genitorialità omosessuale, cioè dei figli
di lesbiche e gay, che riguarda migliaia di genitori e di
bambini/e del nostro Paese.
AZIONI POSITIVE
CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
La Direttiva europea 78 del 2000, che imponeva misure contro le
discriminazioni sul lavoro motivate da orientamento sessuale, è
stata sostanzialmente disattesa dal decreto legislativo che l’ha
recepita.
La Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 ha
chiesto di «assicurare che le persone lesbiche, gay, bisessuali
e transgender siano protette da violenze e dichiarazioni di odio
omofobico».
La sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996, ha
esteso alle persone "che transitano da un sesso all’altro"
l’applicazione della Direttiva Europea 76/207 sulla "parità di
trattamento tra gli uomini e le donne" e le leggi nazionali ad
essa ispirata.
In Italia per le persone lgbt sono ancora frequenti le
discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella società. Permane
un diffuso pregiudizio sociale fondato sulla disinformazione che
è all’origine della negazione di diritti fondamentali e che va
contrastato anche con strumenti e normativi.
Chiediamo che si riattivi l’esperienza delle Commissioni
per i diritti delle persone lgbt presso il Ministero per le Pari
Opportunità e che si attivino politiche sociali,
culturali e formative nei diversi settori dell’azione di
governo, dall’Istruzione, al Welfare, dal Lavoro alla Cultura,
dalla Salute agli Interni. Chiediamo che questo avvenga anche
istituendo specifici tavoli di lavoro e protocolli
interministeriali per affrontare in modo organico le questioni
omosessuale e transgender, rimuovere le discriminazioni contro
le persone lgbt, promuoverne il benessere, contrastare la
violenza e il bullismo omofobico e transfobico.
Chiediamo che sia istituita una specifica Commissione
parlamentare permanente sui diritti civili ed umani.
Occorre varare una legge contro le discriminazioni
motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere,
che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che
limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e
transgender e recepisca in modo pieno e sostanziale le Direttive
Europee 207 del 1976 e 78 del 2000.
AZIONI EFFICACI
PER LA SALUTE E IL BENESSERE
Va garantito il diritto alla salute delle persone
omosessuali, bisessuali e transgender ponendo fine alle
discriminazioni in ambito sanitario, fornendo i mezzi e le
informazioni adeguate per un’efficace prevenzione delle malattie
a trasmissione sessuale, garantendo i diritti alla cura,
all’anonimato e alla dignità sociale delle persone sieropositive
e rendendo effettivamente disponibili le terapie sanitarie
necessarie alle persone transessuali e transgender. Va
ricostituita la Consulta Aids presso il
Ministero della Salute e riattivate le campagne ministeriali di
informazione sulla prevenzione. Chiediamo che una
revisione della legge 164/82 sul cambiamento di sesso,
o una sua interpretazione autentica, consentano il cambio
anagrafico di nome proprio e identificativo di genere senza
l’obbligo di intervento chirurgico genitale. Chiediamo una
modifica della legge 40 sulla procreazione medicalmente
assistita che ne faccia una legge per e non contro la
salute delle donne.
PER
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI
É necessario che l’Italia assuma un ruolo propositivo per il
rispetto dei diritti umani nel mondo, per
l’abolizione della pena di morte, per la
depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità
presente nelle legislazione di decine di paesi, per il
riconoscimento del diritto d’asilo in Italia
per i perseguitati nel mondo a causa del loro orientamento
sessuale o della loro identità di genere.
LE NOSTRE LIBERTÀ,
LE LIBERTÀ DI TUTTE E TUTTI
Leghiamo le nostre battaglie per i diritti delle persone lgbt ad
una più generale battaglia per le libertà civili.
Siamo a fianco del movimento delle donne, per
una attenzione al tema dei nuovi diritti e
contro la proibizione dei comportamenti individuali che non
ledono le libertà altrui, per i diritti di chi non ha diritti.
Per un’Italia più plurale, più laica più libera.
Agedo –
Genitori di omosessuali
Arcigay
ArciLesbica
Comitato Torino Pride 2006
Coordinamento Gruppi Omosessuali Credenti
Crisalide Azione Trans
Di’ Gay Project
Famiglie Arcobaleno
L’Altro Volto – Lucca
MIT – Movimento
di Identità Transessuale |