Il primo
Parco Astronomico d’Italia
28
settembre 2007
Non
accontentarti dell’orizzonte, cerca l’Infini.to
Non è
solo un museo scientifico, non è solo un planetario.
Infini.to è entrambe le cose e molto altro ancora. Il Parco
Astronomico è un
progetto
unico in Italia che mette in contatto mondi lontani: dal
ricercatore allo studente, dall'astrofilo al semplice
curioso, tutti qui
potranno
soddisfare curiosità o approfondire conoscenze già
consolidate, scegliendo tra un'ampia gamma di percorsi
espositivi e diversi
livelli
di approfondimento.
Il Parco
Astronomico è un esempio di centro educativo del 21esimo
secolo, e allo stesso tempo un luogo dove vivere nuove
esperienze,
mentali e
fisiche, dove contemplare ed esplorare l'infinito.
Nel Parco
Astronomico si respira l'aria delle stelle ma anche delle
verdi colline di Pino Torinese, luoghi ideali per ammirare
Torino
dall'alto
e per guardare in su, verso le Spazio. Per la sua posizione
privilegiata l'area fu scelta come sede dell'Osservatorio
Astronomico di Torino già nel 1911 ed oggi, dopo quasi un
secolo, si rinnova completamente, diventando un punto di
incontro tra
ricerca
attiva e coinvolgente divulgazione scientifica.
Infini.to
è un polo educativo e scientifico, nato in stretto legame
con il territorio ma dalla vocazione internazionale. Vista
l'importanza
e
l'unicità del progetto, l'Italia e la vicina Francia non
saranno punti di riferimento. L'ESO (European Organisation
for Astronomical
Research
in the Southern Hemisphere) e l'ESA (European Space Agency)
stanno seguendo con grande attenzione la nascita di
Infini.to,
che
rappresenta un esperimento unico in Europa, un modello
internazionale da seguire. Oltreoceano l'Associazione "ApritiCielo",
a cui
è
affidata la gestione del Parco Astronomico, ha già firmato
una convenzione con il celebre planetario Adler di Chicago.
Infini.to
è una star di caratura mondiale.
Già nella
sua nuova struttura esterna, in vetro trasparente, Infini.to
rappresenta un chiaro invito al visitatore ad osservare
l'Universo, di
cui egli
entrerà poi progressivamente a far parte, simboleggiando
l'ideale cammino dell'uomo che da ignaro osservatore diventa
interprete
consapevole del mondo che lo circonda.
Ad
accogliere il visitatore è un'atmosfera luminosa e mobile ma
anche originale e raffinata, che si richiama agli ambienti
dei grandi
musei
d'arte contemporanea.
Accanto
allo spirito avveniristico c'è quello storico, rappresentato
dalle vicende dei grandi astronomi del passato, le cui
scoperte vengono
ripercorse lungo l'itinerario espositivo, e dalla presenza
dell'Osservatorio torinese, con la sua collezione di vecchie
tecnologie che
si
affiancano ai più moderni telescopi in un affascinante
connubio di passato, presente e futuro.
Come
sottolinea Attilio Ferrari, Presidente dell'associazione
"ApritiCielo" ed ideatore di Infini.to, «la caratteristica
più innovativa di
questo
Museo interattivo, al di là delle tecnologie multimediali di
avanguardia che permettono ai visitatori di intraprendere un
viaggio
affascinante di conquista virtuale dell'Universo, è di
essere parte di un complesso scientifico. Infini.to è nato
da un progetto
dell'Osservatorio Astronomico di Torino, struttura
dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, e dell'Università di
Torino con l'obiettivo di
divulgare
l'astronomia, valorizzare la tradizione del territorio e
tutelare un patrimonio strumentale di grande importanza.
Infini.to
nasce
sulla collina dove nel 1911 padre Boccardi trasferì gli
strumenti astronomici precedentemente utilizzati sui tetti
di Palazzo
Madama.
Da allora l'Osservatorio Astronomico è stato uno dei
principali centri di ricerca nello studio dei pianeti, delle
stelle e delle
galassie.
Il patrimonio storico e culturale viene oggi messo a
disposizione del pubblico, che potrà avvicinare i
ricercatori che scandagliano
le
profondità del cosmo, seguirne le ricerche e comprenderne
l'impegno per l'avanzamento delle conoscenze».
Un
viaggio tra stelle, buchi neri, galassie lontanissime,
misteriosi pianeti; un viaggio nel tempo, fino all'origine
dell'Universo, al big
bang, e
poi avanti nel futuro alla scoperta dei possibili destini
del cosmo. Un'esplorazione che da sempre affascina la mente
e rappresenta
una sfida
per il futuro dell'umanità. Un'avventura talmente
appassionante che gli studiosi torinesi hanno sentito il
dovere di raccontare
al grande
pubblico, dando vita al Parco Astronomico.
Per
rendere ancora più avvincente l'avvicinamento a questi temi,
Infini.to si avvale di tecnologie interattive e di un
allestimento ideato
all'insegna della multimedialità. Il Parco utilizza tutti i
moderni strumenti delle esposizioni scientifiche
all'avanguardia (grandi
immagini
spettacolari, exhibit interattivi, ipertesti, simulazioni
per l'approfondimento, ecc.) e ne propone altri
assolutamente originali
(videoinstallazioni, personaggi guida, totem-archivi, ecc.).
Lo scopo non è "istruire" quanto piuttosto creare ambienti
esperenziali in
cui siano
la curiosità del visitatore e il suo interesse a muovere il
processo cognitivo. Si potrà così trasmettere il massimo
dell'informazione
senza far
perdere interesse allo spettatore, catturandolo in
un'atmosfera stimolante che favorisca l'approfondimento
individuale.
Il
percorso espositivo inoltre è stato ideato per favorire una
continua evoluzione, con multimedia rapidamente
aggiornabili, con postazioni
pensate
in modo da poter essere dedicate a temi diversi nel corso
del tempo e spazi predisposti all'allestimento di mostre
temporanee.
Strumenti
comunicativi originali che contribuiscono ad accrescere
l'unicità del primo museo italiano dedicato all'astrofisica
e alla
cosmologia.
Enti
promotori
«Oggi è
un giorno significativo per la nostra regione perché
conferma la tradizione scientifica di questo territorio. La
particolare struttura
che ci
apprestiamo ad inaugurare è un esempio significativo della
interrelazione tra le diverse scienze: matematica, fisica,
geometria,
logica,
storia e filosofia sono presenti a partire dall'architettura
dell'edificio e sottolineano come non sia più possibile
nella
società
contemporanea separarle. In questi ultimi anni grazie alla
condivisione degli obiettivi le istituzioni pubbliche e
quelle culturali
affiancate e sostenute dalle Fondazioni bancarie hanno
progettato e realizzato in Piemonte numerosi interventi a
favore della cultura
in
generale e della cultura scientifica in particolare. Il
Parco Astronomico è ulteriore occasione di orgoglio perché
coniuga la ricerca
attiva
che si svolge all'interno dell'Osservatorio Astronomico di
Torino alla divulgazione scientifica di Infini.to attraverso
un percorso
all'avanguardia nel panorama dell'astrofisica in grado di
offrire diverse letture di una scienza che sa suscitare
grande fascino
pur nella
complessità del linguaggio scientifico che la governa.
Infini.to è contemporaneamente un Planetario, all'interno
del quale
l'organizzazione dei percorsi offerti viene continuamente
rinnovata; un Museo interattivo che permette una fruizione
appassionata e
coinvolgente, in particolare per il mondo giovanile e una
Mediateca con una vastissima proposta di letture aggiornate
anche sulle più
recenti
scoperte nel mondo dell'astrofisica. Un luogo in cui
l'infinitamente piccolo si confronta con l'infinitamente
grande, in cui mettersi
in gioco
e confrontarsi a cui tornare più volte per scoprire sempre
cose nuove».
Mercedes
Bresso, Presidente della Regione Piemonte - Gianni Oliva,
Assessore alla Cultura
«L'inaugurazione del Parco Astronomico di Pino Torinese è
un'occasione importante per il mondo della divulgazione
scientifica, ma
anche per
il nostro territorio che ospita l'Osservatorio Astronomico
da quasi un secolo. Obiettivo di questa nuova realtà
espositiva non
è solo la
diffusione di conoscenze scientifiche - ed in particolare
astronomiche - ma anche collegare un'esperienza ed
un'istituzione
come il
Parco Astronomico con il territorio nel quale sorge: Pino
Torinese, la collina torinese e il Chierese che sono tra le
realtà più
interessanti e ricche di attrattive della nostra Provincia e
del Piemonte. Natura, cultura e scienza diventano ora gli
elementi di una
nuova
proposta turistica ed educativa: situato a pochi metri di
distanza dai confini del Parco naturale di Superga, sulla
cima di una
delle
colline più verdi e belle che sovrastano Torino, a pochi
chilometri dalla splendida Basilica di Superga, da Chieri e
dai tanti piccoli
centri
che punteggiano le colline del Chierese e del Castelnovese e
quindi del Monferrato, il Parco Astronomico potrà essere
un'opportunità
di
vetrina per il nostro territorio e di scoperta per i tanti
visitatori che, ci auguriamo, possano nel prossimo futuro
fare tappa
in questo
prestigioso polo culturale ed educativo che il Comune di
Pino Torinese si onora di ospitare».
Andrea
Biglia - Sindaco di Pino Torinese
«La
Compagnia di San Paolo sostiene il progetto
dell'Associazione Apriticielo dal 2001: i contributi
deliberati per la realizzazione e
per
l'allestimento del Planetario e del Museo Interattivo
dell'Astronomia e dello Spazio ammontano a oltre 2.700.000
euro. Lo stanziamento
più
recente, stanziato nel luglio scorso, è finalizzato
all'avvio dell'attività del Museo e alla relativa campagna
di comunicazione.
Il
Planetario e il Museo potrebbero ospitare alcuni degli
eventi che saranno organizzati in occasione dello
Euroscience Open
Forum -
ESOF 2010, il meeting europeo biennale dedicato alla ricerca
e all'innovazione scientifica che si terrà a Torino nel
luglio
2010, di
cui la Compagnia è promotore, insieme con il Centro Agorà
Scienza e l'associazione CentroScienza».
Flavio
Brugnoli - Responsabile Area Istruzione, Ricerca e Sanità
della Compagnia di San Paolo
«La
Fondazione CRT sostiene fin dal suo avvio il progetto di
eccellenza legato al nuovo Parco Astronomico: riteniamo
infatti di grande
importanza garantire i più elevati strumenti di informazione
e di formazione in tutti i campi dello studio e della
ricerca sia al grande
pubblico
sia ai giovani, che consideriamo la vera risorsa strategica
del nostro territorio. Al di là dell'entità
dell'investimento - oltre
2,4
milioni di euro dal 2001 ad oggi - crediamo in questa
iniziativa perché convinti che l'emozione della scoperta
dell'Universo, proposta
con il
rigore scientifico di un'antica istituzione quale
l'Osservatorio Astronomico, possa essere uno dei modi più
efficaci di avvicinare
fin
dall'infanzia le persone al mondo degli studi scientifici
che in Italia oggi necessitano di investimenti, ma
soprattutto di un'iniezione
di
interesse nuovo. Il Parco Astronomico diverrà uno dei luoghi
in cui andare alla scoperta di ciò che ci circonda e - sono
convinto
- anche di noi stessi: in fondo le scienze legate allo
studio dell'universo rispondono oggi allo stesso bisogno di
indagine della
filosofia
antica. E a Infini.to ognuno potrà allo stesso tempo
apprendere ed indagare».
Andrea
Comba - Presidente Fondazione CRT
«L'Osservatorio Astronomico di Torino dell'Istituto
Nazionale di Astrofisica ha da sempre avuto una forte
vocazione divulgativa che
ha
permesso negli anni ai visitatori di avvicinarsi al suo
patrimonio storico formato da una preziosa collezione di
strumenti antichi e
dalle
cupole osservative, ancor'oggi nella loro posizione
originale, da cui il visitatore può osservare il cielo sia
diurno che notturno ed
i
fenomeni astronomici più interessanti. E' in questa
tradizione che ora si apre al pubblico Infini.to. Il
museo-planetario sarà un ulteriore
importantissimo e nuovissimo elemento per avvicinare il
pubblico non solo all'osservazione astronomica ed alla
conoscenza del
cielo ma
anche alla conoscenza dei processi fisici che hanno plasmato
l'universo e quindi al mondo della ricerca astrofisica che
all'Osservatorio spazia dal sole, ai pianeti, alla galassia
ed agli oggetti extragalattici più lontani. Il
museo-planetario è stato realizzato
dall'Osservatorio nel proprio parco, grazie ad un'idea del
prof. Attilio Ferrari all'epoca direttore, al forte sostegno
degli enti finanziatori,
e grazie
all' impegno e dedizione dei direttori che si sono succeduti
negli anni, tra cui il Prof. Franco Scaltriti ed il prof.
Edoardo
Trussoni e del personale dell'Osservatorio. La sinergia tra
mondo della divulgazione e mondo della ricerca che si
concretizza
in
Infini.to assicurerà un museo che sarà sempre in divenire e
sempre all'avanguardia nell'informazione scientifica».
Ester
Antonucci - Direttore dell'Osservatorio Astronomico di
Torino
«La
formazione scientifica è oggi uno dei temi dominanti della
didattica e della ricerca per lo sviluppo del Paese.
L'astronomia e l'astrofisica
in
particolare sono tra le componenti più importanti per
attrarre i giovani verso la scienza. La nostra Università ha
nel campo
una
tradizione che risale ai suoi albori quando la meccanica
celeste si sviluppò a Torino con i contributi di Giuseppe
Luigi Lagrange
e
Giovanni Plana, scienziati di fama internazionale. Il Museo
interattivo dell'astronomia e dello spazio rappresenta
un'iniziativa nata
dai
gruppi scientifici universitari in collaborazione con
l'Istituto Nazionale di Astrofisica. Si tratta di un
progetto completamente originale
a livello
europeo in quanto intende impegnare i nostri docenti nella
divulgazione dell'astronomia, garantendo la correttezza
dell'informazione
e il
continuo aggiornamento allo stato dell'arte. Un contributo
speciale dell'Università si riferisce al finanziamento per
la
costituzione di una mediateca di documenti storici sulla
scienza astronomica e spaziale e di visualizzazioni dei
risultati sperimentali,
tecnologici e teorici. Il Museo Infini.to è impegnato negli
eventi per celebrare nel 2009 l'anno mondiale
dell'astronomia e collaborerà
con il
Centro Agorà Scienza negli eventi legati a ESOF 2010».
Aldo
Fasolo - Università di Torino
Il Museo
interattivo dello Spazio
Il Museo
è uno spazio per ripercorrere l'avventura dell'uomo al
cospetto dell'Universo, andare alla scoperta dell'origine
del Cosmo, capire
com'è
fatto e quali forze lo regolano.
Il
"viaggio spaziale" ha inizio ai piedi della collina, alla
partenza dell'ascensore panoramico inclinato che conduce i
visitatori in cima.
Ad
accoglierli è la voce narrante di Infini.to: «Sta per
iniziare il viaggio virtuale attraverso l'Universo
conosciuto. Un Universo molto
più vasto
di quanto immaginassero gli antichi, e anche molto più vasto
di quanto immaginassero gli scienziati solo cento anni fa.
Vi
racconteremo la sequenza di scoperte e di teorie
scientifiche che permettono oggi di affondare lo sguardo
nelle profondità del cielo e
di
guardare all'origine e alla fine del mondo. Molti aspetti
dell'attuale visione sono ben definiti, altri hanno contorni
più sfumati, meno
certi. Ma
il quadro generale è grandioso, e richiede una mente
curiosa, aperta e capace di accettare la sfida: raggiungere
i limiti ultimi
della
conoscenza...».
In
alternativa alla comoda salita in ascensore, il visitatore
potrà scegliere di percorrere il camminamento naturalistico
che si inerpica
sulla
collina fino al museo, godendosi una piacevole passeggiata
nel verde.
L'itinerario espositivo del museo parte dal piano terra e
scende per tre livelli, entrando sempre più in profondità
nei segreti
dell'Universo. Ad ogni piano postazioni interattive
consentono di "vivere" le scoperte scientifiche e di
sperimentarne in prima persona
caratteristiche ed effetti. Meta finale è il grande
spettacolo del Planetario, dove, seduti su una comoda
poltrona, si verrà proiettati negli
infiniti
spazi dell'Universo, per rivivere le origini del cosmo,
visitare pianeti e galassie.
Quattro
personaggi (Ipazia, Galileo, Lagrange, Hubble), uno per
piano, scienziati famosi del passato più o meno remoto, sono
le guide
virtuali
che condurranno alla scoperta delle tappe fondamentali
dell'astronomia, dall'antichità fino ad oggi.
Parlano a
richiesta, in modo compatibile con il loro tempo storico,
per la durata di alcuni minuti organizzati in spezzoni
diversi tra cui
il
visitatore sceglie quale ascoltare grazie a una facile
interfaccia a pulsanti.
Piano 0 -
Alzando gli occhi al cielo
La prima
parte del museo è dedicata agli albori dell'astronomia, alle
domande che l'uomo da sempre si è posto "alzando gli occhi
al
cielo":
le interpretazioni e le visioni dell'Universo delle
primissime civiltà (Sumeri, Maya, Aztechi, Incas, Egizi), le
stravaganti teorie
sulla
genesi del cosmo. Interrogativi a cui gli antichi hanno
cercato di rispondere semplicemente osservando i corpi
celesti, con risultati
spesso
sorprendenti per ingegnosità e precisione.
Spetta ai
Greci e poi alla scuola di Alessandria d'Egitto il merito di
aver indagato per primi lo Spazio con metodo e logica,
passando
da un
approccio descrittivo ad uno investigativo. Già nel V secolo
a.C. la Scuola Pitagorica aveva formulato un modello
eliocentrico,
che non
ebbe però alcun seguito, messo in ombra dal sistema
tolemaico, incontrastato protagonista dell'astronomia fino
al XVI secolo.
A guidare
il visitatore in questo intreccio di teorie e scoperte è
Ipazia, scienziata ed astronoma, vissuta 1.500 anni fa ad
Alessandria
d'Egitto.
Il personaggio ideale per rappresentare la grandezza del
lavoro fatto dagli astronomi antichi.
Nell'atrio di accoglienza, oltre al bookstore e al
guardaroba, è presente un monitor con collegamento continuo
a un canale scientifico
ed è
esposta "Goce", la sonda spaziale gentilmente concessa da
Thales Alenia Space.
Piano
meno 1 - Il visibile e l'invisibile
Fino al
'600 avvistamenti, misurazioni, congetture e deduzioni
poggiavano su un'unica facoltà, l'osservazione a occhio
nudo, ma grazie
a Galileo
e all'invenzione del cannocchiale ha avuto inizio una vera e
propria rivoluzione strumentale. E' questo passaggio
fondamentale
l'argomento protagonista del piano -1, dedicato appunto ai
mezzi di osservazione. A raccontare questa rivoluzione è il
padre della
scienza
moderna, Galileo Galilei, il primo a fare uso di uno
strumento per potenziare la vista, da lui chiamato
cannocchiale. Il mutamento
tecnologico, con l'utilizzo di mezzi di osservazione
dapprima ottici e in seguito operanti sull'intera gamma di
frequenze dello
spettro
elettromagnetico, ha cambiato il volto dell'astronomia.
Gli
exhibit qui presenti non vogliono tracciare la storia della
scienza attraverso quella della strumentazione osservativa
ma mostrare
quanto
sia ridotta la capacità fisiologica di vedere e come i nuovi
strumenti abbiano allargato l'orizzonte conoscitivo,
ampliando le possibilità
di
raccogliere ed interpretare i segnali di tutto lo spettro
elettromagnetico.
Exhibit:
L'atmosfera
Una serie
sovrapposta di piani rappresenta i vari strati
dell'atmosfera; alcune colonnine illuminabili, ciascuna con
un colore diverso,
rappresentano come la radiazione a diverse lunghezze d'onda
venga assorbita da strati diversi. La postazione introduce
all'idea di spettro
elettromagnetico, e spiega la necessità della raccolta di
segnali al di fuori dell'atmosfera terrestre, nello spazio.
Pannello
multimediale: Lo spettro elettromagnetico
L'oggetto
più rilevante del piano, che in qualche modo racchiude il
senso di tutti gli altri e di cui tutti gli altri
rappresentano una illustrazione,
è una
grande parete che illustra lo spettro elettromagnetico. Nel
lungo diagramma dello spettro sono raffigurate le diverse
bande,
gli strumenti (scientifici) per registrarne le varie
lunghezze d'onda e di fronte saranno esposti gli strumenti
(quotidiani) che ne
fanno
uso.
Exhibit:
Ascoltiamo le stelle
Degli
ombrelli sonori permettono di "ascoltare" il Sole e delle
pulsar, e in genere di introdurre alla radioastronomia.
Postazione interattiva: Vedere la temperatura
Una
telecamera a raggi infrarossi riprende il visitatore che si
rivede specchiato su di uno schermo. In questo modo è
possibile vedere
la
propria figura in termini di zone più calde e zone più
fredde.
Postazione interattiva: Uno specchio sulla Luna
Una
telecamera riprende il visitatore; un computer ritarda
l'immagine di qualche secondo prima di mandarla nell'oculare
di un piccolo
telescopio, come se l'immagine, tra la telecamera e la
proiezione, fosse spedita sulla Luna e ne tornasse indietro.
Oltre a creare un effetto
decisamente estraniante dà un'idea molto concreta della
"lentezza" della Luce.
Spazio
multimediale: dedicato agli approfondimenti con tre
computer.
Piano
meno 2 - Le mani sulla scienza
Nel piano
-2 il percorso espositivo si avvicina all'astronomia
moderna. Tra '700 e '800 l'indagine del cielo non si
accontenta più di
descrivere i corpi celesti e i loro moti, ma tenta di darne
una spiegazione scientifica. La fisica diventa la più
importante alleata dell'astronomia,
un
connubio che trova le spiegazioni ultime dell'assetto
celeste in un gioco di forze attrattive, repulsive e
rotazioni. Le geniali
intuizioni del fisico inglese Isaac Newton portano alla
teoria gravitazionale universale, vero pilastro della
scienza moderna.
Giuseppe
Luigi Lagrange, grande matematico e scienziato piemontese
che ha perfezionato le leggi della meccanica newtoniana,
introduce
il
visitatore nel cuore di queste fondamentali teorie.
Negli
exhibit si possono provare gli effetti delle forze che
dominano l'Universo, influisce sulla formazione delle
stelle, dei pianeti e di
tutto ciò
che vediamo intorno a noi.
Ma il
cammino del sapere non si è fermato alla meccanica
newtoniana e nel corso del XIX secolo altri astronomi hanno
sviluppato filoni
di
ricerca altrettanto importanti per la comprensione della
struttura cosmica: studi sui fenomeni termici, elettrici,
ottici e chimici, che
hanno
ulteriormente dilatato i confini delle conoscenze umane.
Exhibit:
Salta sulla Luna
Ci si
sdraia su di un carrello posto su un piano inclinato; ci si
dà poi una spinta spingendo con i piedi su una parete di
legno: si avrà
l'impressione di saltare come se fossimo soggetti alla
stessa gravità presente sulla Luna. Una telecamera che ci
riprende rimanda l'immagine
su di uno
schermo facendoci sembrare, grazie a un montaggio, saltare
proprio sulla luna. L'exhibit sarà allestito all'interno di
una
piccola stanza, su cui saranno riprodotte immagini della
superficie della Luna riprese dalle ultime missioni; uno
schermo posto
all'esterno permetterà di vedere il visitatore che "salta
sulla Luna" anche a coloro che non desiderano provare in
prima persona.
Exhibit:
Dalla sfera al disco
Mostra
una serie di striscioline che compongono una sfera; questa
può essere messa in rotazione, e risulta evidente come si
appiattisca
progressivamente, all'aumentare della velocità.
Exhibit:
Vortici
Un disco
ripieno di due liquidi densi di diverso colore può essere
fatto ruotare; le forme che si producono, estremamente
varie, richiamano
le forme
di diversi tipi di galassie.
Exhibit:
Biciclette cosmiche
Due
biciclette (una al piano -2 e una al piano -3) hanno
inserito sul manubrio due schermi. Il visitatore pedala,
mentre vede sullo schermo
una
semplice simulazione del paesaggio celeste in cui si muove
(l'exhibit è quindi gestito da un computer). In un caso il
suo viaggio
parte dal
Sole per visitare il Sistema solare: con una o due pedalate
raggiungiamo Mercurio, ma occorrono diversi minuti per
raggiungere
i pianeti
più esterni (se il viaggio avviene alla velocità della luce
la differenza di distanza tra i pianeti vicini al Sole e
quelli
più
esterni risulta particolarmente tangibile). Con la seconda
bicicletta ci si muove invece a velocità superiore a quella
della luce, uscendo
dalla
nostra galassia per andare a sperimentare, anche se in una
finzione, le enormità degli spazi tra le galassie.
Exhibit:
Il segreto delle pattinatrici
Una
piastra rotante, con un asta per sostenersi, permette al
visitatore di sperimentare le variazioni di velocità
connesse con il momento
angolare:
a piedi uniti si gira molto più velocemente che con braccia
o gambe allargate, come ben sanno i pattinatori e le
pattinatrici
nell'elaborare le proprie piroette.
Exhibit:
Mongolfiera: i moti convettivi all'interno delle stelle
Attraverso un pannello sarà possibile controllare la
temperatura dell'aria all'interno di un grande pallone
giallo. Quando la temperatura
sarà
sufficientemente alta il pallone comincerà a salire fornendo
un esempio del principio di Archimede e dei moti convettivi
di trasporto
del
calore all'interno delle stelle. L'exhibit è completato da
tre pannelli espositivi che ci raccontano la nascita e
l'evoluzione stellare.
Piano
meno 3 - L'universo che fugge
Da dove
nasce il cosmo e quale finale ci aspetta? Sarà l'ultimo
piano del museo a rispondere a questi interrogativi,
introducendo nell'affascinante
campo
della cosmologia, la scienza che vuole spiegare l'origine e
l'evoluzione dell'Universo. Dopo la radicale svolta
avviata
dalla teoria della relatività di Einstein, nel 1929 il
celebre astronomo Hubble - la guida virtuale su questo piano
- annuncia una
scoperta
sorprendente: le Galassie non sono immobili, bensì si
allontanano l'una dall'altra. L'Universo è in espansione. A
partire dai
misteri
ancora irrisolti della grande esplosione che ha dato inizio
a tutto - il big bang - Hubble accompagna il visitatore alla
scoperta
dei
principali temi cosmologici: lo spazio-tempo, i buchi neri,
la materia oscura, il possibile futuro dell'Universo.
Saletta
di proiezione: conteniene la proiezione di una simulazione
del Big bang.
Pannello
multimediale: Il Big Bang, quello che sappiamo e quello che
deduciamo
Quello
che nella simulazione è raccontato in modo suggestivo, vuole
poi diventare ragionamento: il visitatore, all'uscita dalle
salette di
proiezione, si trova di fronte a una grande parete, dedicata
soprattutto a sistematizzare le conoscenze attuali riguardo
al Big Bang.
Pannello
multimediale: Le pieghe dello spazio-tempo
Qui i
visitatori potranno leggere su un pannello espositivo e
vedere in un filmato come materia ed energia possono
deformare lo spazio-
tempo
secondo la teoria di Einstein.
Exhibit:
Le lenti gravitazionali
Attraverso piccoli fori su un pannello si può osservare
l'effetto delle lenti gravitazionali. A fianco una
telecamera riprenderà il visitatore
operando
una deformazione che simula l'effetto di queste lenti.
Modelli
tridimensionali: Quale futuro per il nostro universo? I tre
modelli di Friedmann
Familiarizzati con le postazioni precedenti con il concetto
di spazio-tempo i visitatori possono ora chiedersi come sia
fatto questo nostro
cosmo
(quale sia la reale geometria dell'Universo), domanda che si
scoprirà strettamente legata a quella sul suo destino
futuro. Tre grandi
superfici
con proiezione dall'alto raffigurano i tre modelli di
Friedmann. È possibile accendere dei triangoli luminosi e
seguirne le
diverse
tracce sulle tre diverse superfici. Il testo spiega come
questi siano i tre scenari possibili del presente, e anche
del futuro. Per
sapere
quale di queste possibilità sia al reale occorre conoscere
la densità della materia contenuta del nostro Universo.
Postazione interattiva: Tracce fossili dal Big Bang
Alla
domande poste dalla postazione precedente risponde questa
installazione, che comprende una grande immagine della
radiazione
di fondo
(WMAP) e un monitor con interfaccia per interagire con una
simulazione. Il visitatore dovrà variare il parametro ?
nella simulazione,
fino a
ottenere un'immagine simile a quella di WMAP. Se WMAP
descrive il reale, la simulazione ci aiuta a tradurre in
dati
probabili
questa realtà, dandoci un valore di ?, e quindi una
geometria (piatta) e un destino (di espansione).
Ipertesti: Il gioco del cosmologo: viaggi nello spazio-tempo
Per
approfondire i temi del piano sono presenti quattro
postazioni PC, con cui interagire da soli o in più persone.
Si tratta di un gioco,
che è
però anche un percorso di auto-apprendimento: un po' con un
lancio di dadi virtuali, un po' rispondendo a domande, un
po' leggendo
(richiesta) spiegazioni e approfondimenti il visitatore può
muoversi avanti e indietro nel tempo
Mediateca
e aula didattica
La
postazione "guida intergalattica" grazie a giochi e
contenuti interattivi permetterà di rivedere e approfondire
quanto si è visto nei
vari
livelli.
Nella
Mediateca, strumento unico in Italia, sarà possibile
consultare documenti storici oppure assistere a interviste
ed animazioni: tutto
quanto si
può desiderare per approfondire storia e contenuti
dell'astrofisica e della scienza spaziale. «Operativamente -
spiega Giosue
Boetto
Cohen, curatore della Mediateca dello spazio di Infini.to -
si tratta di una Mediateca residente all'interno del Museo,
consultabile
facilmente attraverso un database e fruibile con postazioni
'relax' e 'studio-lavoro' a seconda del tipo di pubblico. Il
motore di
ricerca,
attivato per parole chiave, propone schede scritte di
presentazione delle unità audiovisive, che riportano una
sinossi, tutti i
crediti
ed i dati di provenienza. Controllati i contenuti sulla
scheda il visitatore può richiedere la visione del documento
che è immediata
».
In un
panorama Web e Tv sempre più affollato, in cui anche
l'offerta di filmati scientifici è in continua crescita, la
Mediateca dello
Spazio è
nata secondo linee guida precise che le garantiscono una
certa originalità.
1) I
materiali di provenienza - di provato valore divulgativo
-giungono da fonti abitualmente non accessibili al pubblico
e non scaricabile
via Rete.
2) I
documenti sono perlopiù scene originali non rimontate. Per
esigenze di sintesi e di fruibilità vengono in talune
occasioni editati in
più
"Unità audiovisive" distinte. Nei casi leciti possono essere
montati sottraendo alcune sequenze secondarie.
3)
Cartelli e didascalie aiutano la contestualizzazione storica
e produttiva dei singoli documenti.
Gli
archivi preferenziali a cui si è attinto sono le Teche Rai -
che hanno fornito una speciale collaborazione -, quelle
della NASA e
dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). A queste se ne
aggiungeranno altre facenti capo al mondo della ricerca e
dell'industria, costituendo
un
progetto in perenne divenire. E' previsto che entro il 2008
la Mediateca sia pienamente operativa e conti non meno di
180
documenti
filmati come dotazione di avvio.
Infine
un'aula didattica permetterà di offrire laboratori, lezioni
di astronomia tenute da esperti e dedicate ai vari tipi di
visitatori, affrontando
gli
argomenti di attualità della ricerca.
Il
Planetario
Meta
finale del percorso di ricerca è il Planetario dove si
possono ammirare le meraviglie del cielo, i movimenti dei
pianeti, il trascorrere
delle
stagioni, il cielo degli antichi e delle future generazioni,
nell'ideale scoperta dell'Universo che evolve. Il planetario
presenta
anche
filmati di eventi cosmici, mediante l'utilizzo di immagini
raccolte dalle missioni spaziali e dai più potenti
telescopi.
Lo
spettacolo dell'Universo virtuale nel planetario è garantito
da un sistema di proiezione tecnologicamente avanzato
(Digistar 3 della
Evans &
Sutherland) che assicura viste dei più nitidi cieli notturni
visibili (nelle diverse stagioni ed alle diverse
latitudini), dei pianeti
del
sistema solare ed emozionanti viaggi intergalattici alla
scoperta dell'immensità del cosmo.
Che
cos'è?
Il
planetario è un simulatore del cielo, ciò che si vede non è
reale ma ricostruito, è sostituito da due componenti
fondamentali un sistema
di
proiezione (ottico-meccanico o digitale) e uno schermo
semisferico.
Quello
che si vede proiettato sulla cupola è il cielo che si
osserva ad una certa ora in un determinato luogo, il fascino
del planetario sta
nel fatto
che senza muoverci dalla nostra poltrona siamo in grado di
vedere i cieli degli antichi, o quelli osservati
nell'emisfero Sud e
addirittura di compiere un viaggio fantastico attraverso la
nostra galassia e oltre.
Lo
strumento di proiezione presente nel planetario di Infini.to
(unico in Italia) è un sistema di proiezione che utilizza
grafica digitale
computerizzata (Digistar 3) per creare immagini con effetti
tridimensionali e proiettarle sulla cupola permettendo allo
spettatore di
vedere
gli oggetti astronomici da diverse prospettive.
Il
Digistar 3
Lo
strumento scelto per il Parco Astronomico (Digistar 3 della
Evans & Sutherland) è di ultima generazione, non presente
finora in
alcun
altro planetario italiano o europeo: è basato su un sistema
di proiezione con lente "fish-eye" completamente guidato da
un calcolatore.
In tal
modo è possibile rappresentare più oggetti celesti che in
qualunque altro proiettore, e nelle situazioni
spazio-temporali più
varie: è
possibile vedere il cielo che splendeva sull'antico Egitto,
il cielo che sovrasterà i nostri posteri, il cielo visto da
altre stelle, dall'altra
parte
della Galassia, da Andromeda. Il programma del planetario
sarà differente in diversi periodi dell'anno e i suoi
spettacoli verranno
regolarmente rinnovati attraverso alla collaborazione con i
maggiori planetari internazionali.
La
struttura architettonica
Infini.to
è un edificio di grande fascino, realizzato in acciaio,
cemento e vetro in modo da favorire al massimo
l'illuminazione naturale
e
stabilire un rapporto visivo diretto con il cielo e le
stelle.
Il
Planetario di forma sferica, il cono di vetro situato al
centro della struttura architettonica e la scala a forma di
infinito rappresentano
le forme
dell'Universo: un sistema binario, in cui una stella
supergigante (la sfera rossa del Planetario) fa piovere
materiale (la scala)
sul buco
nero (il cono di vetro) che orbita intorno ad esso.
L'elemento architettonico diventa così simbolo semantico di
una crittografia
svelata,
ponendosi a servizio della scienza e dell'educazione.
Infini.to
è inoltre una struttura completamente "ecosostenibile",
realizzata nell'assoluto rispetto dell'ambiente e del
risparmio energetico.
L'edificio è praticamente invisibile nel bosco perché
parzialmente interrato. Particolare attenzione inoltre è
stata prestata al contenimento
energetico: con la realizzazione di un importante vetrata
ventilata a monte che consente un notevole risparmio di
energia.
«La
progettazione, vista anche la particolarità dell'argomento -
spiegano l'arch. Loredana Dionigio e l'ing. Giancarlo
Gonnet,
responsabili del progetto e della direzione dei lavori - è
stata mirata ad una concezione spaziale coinvolgente, alla
creazione di un luogo
con una
condizione imprevista e imprevedibile: un'architettura del
flusso. Non quindi ostentazione di grandiosi atrii e un
aspetto esteriore
di
fortezza: si potrà invece scivolare all'interno attraverso
trasparenze e in ogni parte percepire l'insieme. I criteri
di questa operazione
sono
dettati dagli argomenti ospitati e tengono conto
dell'avvento delle tecnologie digitali, dei media e di
Internet. L'aspetto
formale
del museo rappresenta la complessità dell'argomento.
L'osservato e l'osservatore interagiscono tra di loro. Tutte
le installazioni multimediali sono pensate flessibili e
possono essere usate
per
ospitare nuovi contenuti in occasione di eventi speciali o
mostre temporanee. In questo modo Infini.to viene percepito
e utilizzato
come
laboratorio in cui condurre una vera e propria
sperimentazione; non sarà un semplice contenitore neutrale e
distaccato, ma
luogo di
dialettica e di ricerca. Il percorso espositivo ai vari
piani può essere vissuto secondo una logica consequenziale o
anche svincolato:
i vari
exhibit infatti rappresentano delle isole indipendenti e
permettono un'estrema fluidità della circolazione dei
visitatori e
dei tempi
di visita.
I
percorsi e gli exhibit sono accessibili anche ai portatori
di handicap e la progettazione e la conseguente
realizzazione sono rispondenti
alle
vigenti norme di sicurezza. La progettazione
dell'allestimento ha interagito con i contenuti e la
flessibilità delle postazioni e
delle
installazioni è stata data come parametro progettuale.
Infini.to deve seguire gli sviluppi della scienza e le nuove
scoperte».
Orari,
biglietti, contatti
L'inaugurazione, riservata agli invitati, ha luogo venerdì
28 settembre alle ore 19,30 alla presenza dei rappresentanti
degli enti sostenitori,
Regione
Piemonte, Comune di Pino Torinese, Istituto Nazionale di
Astrofisica, Università di Torino, Compagnia di San Paolo e
Fondazione CRT. Nella stessa serata, dalle ore 22.30 alle
24.00 saranno ammessi i visitatori prenotati per
l'Osservatorio Astronomico
nell'ambito delle attività della Notte dei Ricercatori.
L'apertura al pubblico inizierà dal pomeriggio del 29
settembre.
In una
prima fase sperimentale della durata di circa un mese
l'apertura seguirà il seguente orario:
- sabato
e domenica dalle ore 15 alle ore 19, accesso del pubblico
- giovedì
e venerdì dalle ore 10 alle ore 16, visite dedicate alle
scuole.
Le visite
avranno luogo solo su prenotazione da richiedersi:
- tramite
il numero verde della Regione Piemonte 800.329.329 per le
visite del sabato e della domenica (la prenotazione deve
avvenire
entro le
ore 12 del venerdì precedente);
- tramite
il sito web www.planetarioditorino.it (pagina Contatti) per
le visite dedicate alle scuole di giovedì e venerdì.
Nel mese
di ottobre l'ingresso sarà gratuito perché i visitatori
saranno invitati a collaborare all'analisi sperimentale
della qualità ed
efficacia
delle postazioni multimediali e interattive.
A partire
dal mese di novembre l'apertura sarà estesa e le visite
saranno a pagamento; 7 euro a prezzo intero e 5 euro a
prezzo ridotto.
Il Museo
sarà inoltre inserito nell'abbonamento ai Musei del Piemonte
e nella Torino + Piemonte Card.
Sito web:
www.planetarioditorino.it
Percorsi
scolastici e di approfondimento
Nato come
spazio al servizio della scienza e dell'educazione,
Infini.to si rivolge in modo particolare a tutti gli
studenti, senza esclusione.
La
garanzia delle potenzialità didattiche del Parco Astronomico
è fornita in primis dal connubio di ricerca attiva
(Osservatorio
Astronomico di Torino) e divulgazione scientifica
coinvolgente (museo interattivo, planetario).
La
possibilità di diversificare gli itinerari museali, in base
all'età ed alla preparazione scientifica, permette di fare
riferimento su un target
di
pubblico ampio ed eterogeneo, che va dai bambini delle
scuole elementari agli studenti universitari.
Il
personale specializzato di Infini.to accompagnerà i gruppi
scolastici alla scoperta dei segreti dell'Universo,
attraverso exhibit e spiegazioni,
concentrandosi in particolare sui temi che si è scelto di
approfondire. Oltre agli spettacoli del Planetario e alla
visita del Museo
dello
Spazio, saranno disponibili per i gruppi scolastici la
Mediateca, dove è possibile consultare documenti storici
oppure assistere a
interviste ed animazioni, e l'aula didattica, luogo ideale
per laboratori e lezioni di astronomia tenute da esperti.
Sarà
promossa un'opera di contatto diretto con gli insegnanti, al
fine di tenerli informati su tutte le opportunità didattiche
offerte dal
Parco
Astronomico e per concordare eventuali percorsi specifici.
La visita
ad Infini.to potrà essere così un importante ed inconsueto
strumento di approfondimento del piano di studi.
Nella
prima fase sperimentale, di circa un mese, le visite
dedicate alle scuole si svolgeranno solo giovedì e venerdì
dalle ore 10 alle
16,
prenotando tramite il sito web www.planetarioditorino.it.
Strategia
creativa
«Il nome
Infini.to deriva dall'incontro tra due esigenze. Da un lato,
quella di fare riferimento a un termine-chiave della
cosmologia e
della
riflessione scientifica. Dall'altro lato, quella
dell'impiego di una parola evocativa e suggestiva, aperta a
molteplici significati.
Infini.to
risponde a entrambe queste esigenze. Se da un lato richiama
il dibattito sulla struttura dell'universo, dall'altro fa
riferimento
a una
dimensione esistenziale: l'infinito come aspirazione,
desiderio, superamento dei limiti. Inoltre, la denominazione
risulta di facile
comprensione internazionale - oltre che naturalmente in
italiano, anche in francese e in inglese - il che aiuta a
rivolgersi a un pubblico
quanto
mai ampio anche dal punto di vista geografico.
Inoltre,
il finale .to connota immediatamente l'appartenenza al
territorio e contiene un riferimento alla zona di Torino. Un
legame in
linea con
l'importanza del progetto a livello nazionale ed europeo,
nonché con le sue potenzialità di richiamo turistico.
La
campagna pubblicitaria che ne segnala e promuove l'apertura
lo definisce "Lo spazio dello spazio". Uno spazio, inteso
come complesso
architettonico, molto particolare: come sottolinea
l'immagine-guida della campagna stessa, la struttura si
trova sulla cima di
una
collina che domina la città; basta spostarsi di pochi
chilometri dal centro per avere la sensazione di poter quasi
toccare le stelle
con un
dito. Ma la frase denota anche un'area espressamente
dedicata all'universo, alla cosmologia, ai tentativi
dell'uomo di studiare,
indagare
e comprendere l'infinito. Uno spazio dove si parla un
linguaggio accessibile, di facile comprensione, adatto a
tutti per una
corretta
e coinvolgente divulgazione scientifica. La campagna,
dunque, in linea con i significati e le sfumature del nome
Infini.to, pone
in
evidenza l'aspetto emotivo delle tematiche scientifiche: un
messaggio di forte impatto visivo, ma dal tono amichevole,
che suona
come un
invito alla scoperta di una nuova, importante attrattiva
dell'area torinese».
FTG srl -
Agenzia di comunicazione di Fedora Teodoro e Giorgio
Tramontini
Via San
Francesco da Paola, 37 - 10123 Torino; tel: 011 8129456,
Sito web: www.ftg
L'Osservatorio Astronomico di Torino
Storia
La data
di fondazione viene fatta risalire al 1759, anno della
determinazione del "Grado Taurinense", ovvero della
lunghezza dell'arco
di
meridiano rispetto alla posizione geografica di Torino, da
parte di padre Giovanni Battista Beccaria. I primi strumenti
usati per l'esplorazione
del cielo
furono sistemati in una vecchia torre di via Po a Torino e,
in seguito, sui tetti dell'attuale palazzo dell' Accademia
delle
Scienze. Nella direzione dell'Osservatorio, a Beccaria,
successero l'abate Tommaso Valperga di Caluso e Antonio
Maria Vassalli
Eandi.
Nel 1822, sotto la direzione di Giovanni Plana (1781-1864),
discepolo dell'illustre fisico e matematico torinese Joseph
Louis
Lagrange,
l'Osservatorio acquisì il riconoscimento giuridico
d'Istituzione ufficiale del Regno di Piemonte e Sardegna.
Plana diede grande
impulso
all'Osservatorio con le sue ricerche di meccanica celeste e,
in particolare, quelle sul moto della Luna. Le attrezzature,
per
quel
tempo sofisticate, tra le quali un grande cerchio meridiano
di Reichenbach e Fraunhofer, furono trasferite sui tetti di
palazzo
Madama.
Nel 1884 Alessandro Dorna contribuì a sviluppare l'attività
osservativa dotando l'Osservatorio di un telescopio
rifrattore da
30 cm,
che per qualche tempo è stato il maggiore d'Italia. Dal 1912
l'Osservatorio ha sede sulla collina di Pino Torinese ad una
quota
di 620
metri.
Attività
scientifiche
Attualmente alle tradizionali ricerche dell'Osservatorio si
sono aggiunte le indagini su: evoluzione delle galassie e
dei loro nuclei, sorgenti
extragalattiche e buchi neri supermassicci, plasmi
astrofisici, asteroidi e Sole. Le indagini condotte
utilizzano i telescopi di ultima
generazione e le più raffinate tecniche di elaborazione dei
dati e di interpretazione teorica. La partecipazione ai
programmi spaziali
è
iniziata con le missioni: Hipparcos, che ha permesso di
misurare i moti e le distanze di circa 120.000 stelle, e
SOHO, che grazie ad
una sonda
lanciata verso il Sole, a 1.5 milioni di km dalla Terra,
consente un'osservazione ininterrotta dell'andamento
dell'attività solare.
Le
prossime sfide spaziali sono rappresentate dalle missioni:
GAIA, che determinerà la posizione, distanza e moto di più
di un
miliardo
di stelle e scoprirà un gran numero di pianeti extrasolari;
e Solar Orbiter che si spingerà ad esplorare le zone più
vicine al Sole.
In anni
recenti sono maturate competenze tecnologiche di rilievo che
hanno portato allo sviluppo di strumentazione innovativa sia
per
lo spazio
che a integrazione dei grandi telescopi di nuova generazione
dell'European Southern Observatory.
Strutture
osservative
L'unico
telescopio dell'Osservatorio che viene utilizzato per
attività scientifica è il REOSC, un riflettore astrometrico
di 105 cm di diametro
e di 994
cm di lunghezza focale. E' un nodo della rete internazionale
WEBT, coordinata dall'Osservatorio di Torino, che è dedicata
al
monitoraggio di nuclei attivi di galassie. Gli altri
strumenti astronomici sono: il telescopio rifrattore doppio
MORAIS, il telescopio
Marcon ed
il telescopio Zeiss che da molto tempo sono utilizzati per
attività di didattica e divulgazione. Esistono inoltre due
sale
meridiane, con strumentazione originale di valore storico. I
telescopi, presenti nel parco dell'Osservatorio, sono ancora
oggi ospitati
nei
locali originali, anche se alcune cupole sono state
sopraelevate negli anni '70 per migliorarne le condizioni
osservative.
Identikit
- Primo
Parco Astronomico in Italia, che comprende il Museo
interattivo dello Spazio, il Planetario e l'Osservatorio
Astronomico.
-
Missione principale: aprire gli occhi ai visitatori
sull'universo.
- Volume
dell'edificio: circa 9.500 mc
-
Dimensione: m. 36 x 20 con altezza media di 13 m.
-
Superficie calpestabile del fabbricato: circa 1.715 mq.
-
Superficie di facciata in cemento armato: 430 mq
-
Superficie in cristallo: 410 mq
-
Superficie cono: 100 mq
- 4 anni
di lavoro
- 10
milioni circa di euro spesi
- 40
exhibit
- impatto
ambientale zero
- alla
realizzazione hanno lavorato: 2 progettisti, 30 operai, 3
tecnici, 2 ingegneri, 2 architetti, 10 universitari.
La Storia
del Parco Astronomico
PROGETTO:
presentato alla fine degli anni '90 dal Prof. Attilio
Ferrari (allora Direttore dell'osservatorio)
ENTE
FINANZIATORE STUDIO FATTIBILITA'
Regione
Piemonte - Assessorato alla Cultura
SVILUPPO
DEL PROGETTO
Arch.
Loredana Dionigio e Ing. Giancarlo Gonnet
REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
- INAF
Osservatorio Astronomico di Torino, per ciò che riguarda la
realizzazione dell'edificio, degli impianti tecnologici,
degli allestimenti
sotto la
Direzione del Prof. Edoardo Trussoni, e della Prof. Ester
Antonucci dal luglio 2005, con la Responsabilità
Amministrativa
del Dott.
Giuseppe Chiumiento e la responsabilità dei procedimenti del
Arch. Matteo Rago.
- Comune
di Pino Torinese per ciò che riguarda la realizzazione
dell'impianto di accoglimento, di risalita e del
camminamento naturalistico
di
raccordo. La progettazione e la direzione dei lavori sono
state espletate dal Servizio Comunale Tecnico di Pino
Torinese con
la
consulenza dell'arch. Luca Deabate e dell'arch. Paolo Dosio.
Alla
realizzazione del progetto hanno lavorato inoltre le
seguenti imprese private:
- il
gruppo di progettazione costituito dall'ing. Giancarlo
Gonnet e dall'arch. Loredana Dionigio,
- la
Evans & Sutherland di Salt Lake City realizzatrice del
planetario digitale,
- la
Hypsos Leisure e la Northern Light olandesi realizzatrici
dell'allestimento,
- la
SEAC02 costruttrice dei sistemi multimediali,
- la
Guerrini Costruzioni SpA che per molti anni ha lavorato alla
realizzazione di un'importante struttura architettonica,
- la
SISSA Medialab che ha elaborato i testi e ipertesti su cui
si basa il museo interattivo
- la
Eagle Code di Vittorio Marchisio che ha progettato la
struttura informatica del museo interattivo
- la RAI
TECHE per la concessione dei filmati della mediateca e la
Tecnomovie per la loro elaborazione.
NATO
DALL'IMPEGNO DI
Università di Torino
INAF -
Osservatorio Astronomico di Pino Torinese
REALIZZATO GRAZIE AL SOSTEGNO DI
Regione
Piemonte - Assessorato alla Cultura
Comune di
Pino Torinese
Compagnia
di San Paolo
Fondazione CRT
Cronologia
2001
Approvazione del progetto esecutivo della parte edilizia del
Planetario da parte del Consiglio Direttivo
dell'Osservatorio di Torino.
2002
L'Osservatorio espleta la gara per i lavori di costruzione
del Planetario che sono affidati all'impresa Gastone
Guerrini di Torino, che inizierà
i lavori
nel 2003.
Il 1º
luglio 2002 viene stipulata la convenzione tra la Regione
Piemonte, il Comune di Pino Torinese, l'INAF-OATo,
l'Università degli
Studi di
Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT, che
prevede anche la costituzione del Comitato Scientifico
presieduto
dal Prof.
Attilio Ferrari, con validità di cinque anni fino alla
conclusione dei lavori.
Al
Comitato Scientifico viene affidato il compito di definire
il progetto di allestimento del Planetario, che viene
realizzato dall'INAFOATo.
Il
Comitato Scientifico è composto da:
Ester
Antonucci, (INAF, Osservatorio Astronomico di Torino, dal
2005), Edoardo Trussoni (INAF, Osservatorio Astronomico di
Torino,
fino al
2005), Paola Rossi (INAF Osservatorio Astronomico di
Torino), Piero Bianucci (Compagnia di San Paolo), Enrico
Predazzi
(Università di Torino), Fulvio Romano (Fondazione CRT),
Alberto Vanelli (Regione Piemonte), Antonio Pecorari (Comune
di Pino
Torinese).
I
Collaboratori del Gruppo di Lavoro, oltre ai membri del
Comitato Scientifico, sono: Loredana Dionigio (Progettazione
Architettonica), Simona Cerrato (SISSA), Paola Rodari
(SISSA), Stefano Sandrelli (INAF-Osservatorio di Brera),
Giosué Botto-Cohen
(Archivio
RAI Educational), Fabrizio Bonoli (Università di Bologna),
Giorgio Palumbo (Università di Bologna), Gabriella Bernardi
(INAF-Osservatorio di Torino), James Sweitzer (Science
Communications, Chicago), Daniela Rosner (Adler Planetarium,
Chicago).
I
Componenti del Back-Office sono: Attilio Ferrari
(coordinamento), Martina Giovalli (segereteria scientifica),
Blandina Garella (relazioni
con
enti), Francesca Imarisio (esperta legale), Vittorio
Marchisio (esperto tecnico).
2003
L'Osservatorio affida la progettazione del percorso
scientifico, ideato dal Comitato Scientifico, alla SISSA di
Trieste. Il percorso è dedicato
ai metodi
di osservazione e alle origini del cosmo, sia nel suo
insieme sia nelle strutture che lo compongono: galassie,
stelle e sistemi
planetari. Ricco di immagini e di simulazioni è concepito
per permettere ai visitatori di sperimentare in modo diretto
ed estremamente
rigoroso
i fenomeni che governano l'evoluzione dell'Universo fisico.
L'incarico di progettazione degli allestimenti interni
(arredi
ed
impiantistica) viene affidato all'Arch. Dionigio.
2004
Si
acquista il Digistar3 della Evans & Sutherland, strumento di
proiezione digitale per il planetario di alta qualità e di
nuova concezione,
che viene
installato nel 2006. Lo strumento è il primo di questo tipo
in Italia e uno dei primi nel mondo, utilizza proiettori
guidati
da
computer che permettono non solo di riprodurre la volta
celeste e i moti di stelle e pianeti, ma la proiezione di
filmati tridimensionali,
affiancando la qualità didattica ad uno spettacolo
coinvolgente.
Si
iniziano gli studi relativi al progetto di mediateca
affidato al Dott. G. Boetto-Cohen .
2005
Viene
affidata alla SISSA Medialab la progettazione esecutiva dei
testi, ipertesti, video installazioni, apparato didascalico
e ricerca di
immagini.
2006
Iniziano
i lavori per la realizzazione degli allestimenti interni ad
opera della ditta Hypsos (Olanda), su progetto dell'arch.
Loredana
Dionigio.
Nel
realizzare il progetto del Planetario l'Osservatorio
Astronomico di Torino si è avvalso del consiglio del
Direttore del Dipartimento
Strutture, prof. Roberto Pallavicini, e del supporto
dell'Ufficio legale, guidato dal dott. Aldo Pensa,
dell'Amministrazione centrale
dell'Istituto Nazionale di Astrofisica
13 marzo
2006
Si
costituisce l'Associazione "ApritiCielo" tra INAF, Comune di
Pino Torinese e Università degli Studi di Torino, presieduta
dal prof.
Ferrari.
A partire da questa data il completamento degli allestimenti
multimediali e della Mediateca e l'assunzione del personale
di
Infini.to,
sono gestiti dall'associazione 'ApritiCielo' ed il suo
Comitato di gestione formato dai professori Piero Galeotti,
Ester
Antonucci
ed Antonio Gullotta.