La nuova Fontana del Cervo
della Reggia di Venaria
Il ritrovamento della Fontana del Cervo, avvenuto nel
corso dei lavori di
sistemazione definitiva della Corte d’onore della Reggia
di Venaria, è stato un
evento di portata eccezionale per il valore storico e
artistico dell’opera e per il
suo discreto stato di conservazione.
La Fontana è di epoca seicentesca, contemporanea ai
corpi di fabbrica edificati
nella seconda metà del XVII secolo, dall’allora
architetto di corte Amedeo di
Castellamonte. Situata in posizione centrale, con
l’imponente sfondo della
Reggia di Diana, la Fontana esprimeva, attraverso la
sontuosità e la maestosità
dei giochi d’acqua, la concezione dello Stato Assoluto e
descriveva
allegoricamente la vita di corte. La scultura
rappresentava la scena di un attacco
finale di caccia: dodici cani in marmo, raffiguranti
nell’atto di lanciarsi sulla preda,
circondavano, insieme a quattro cacciatori, il cervo
bronzeo, opera del
Boucheron (1665).
A seguito di scavi archeologici è emersa l’antica
Fontana del Cervo, ritenuta
perduta dalle fonti archivistiche. Questo inatteso
ritrovamento, il discreto stato di
conservazione della vasca, la sua posizione centrale e
il notevole valore storico
del manufatto hanno generato attente riflessioni
concretizzatesi in un nuovo
progetto di valorizzazione dell’intera Corte d’onore,
con la creazione di una
fontana contemporanea, di grandi dimensioni e
tecnologicamente avanzata,
progetto elaborato e scaturito dalle idee del
Soprintendente Francesco Pernice e
dell’arch. Carlo Fucini, insieme al dott. Alberto
Vanelli e all’arch. Francesco
Bosso. L’obiettivo prefissato era quello di restituire
centralità alla corte, fissando
l’antica vasca come fulcro di un nuovo disegno
architettonico.
Per motivi tecnici e di conservazione di quanto
rinvenuto, l’acqua non poteva
essere ricollocata nella vasca emersa dallo scavo; la
soluzione individuata è
stata la creazione di un nuovo invaso più ampio e di
forma ellittica che cinge il
manufatto storico e si colloca centralmente rispetto
alla corte e alle facciate degli
edifici che la definiscono.
La forma ellittica della nuova fontana è scaturita dalla
costruzione dei due fulcri
storici, l’asse seicentesco del Castellamonte della
Fontana del Cervo e l’assetto
juvarriano del Settecento, spostato di circa dieci metri
rispetto al precedente.
L’incrocio dei due assi definisce il centro della nuova
grande fontana,
riconciliando di fatto quell’allineamento ideale perduto
nei secoli in seguito al
succedersi di demolizioni e ricostruzioni.
Una doppia corona di lastre di pietra circoscrive la
vasca esistente; una seconda,
esterna alla prima, ma di forma ellittica, definisce il
perimetro del Teatro d’Acqua;
l’intero invaso è realizzato in ciottoli che
ripropongono la pavimentazione
originaria della Corte d’onore rinvenuta durante gli
scavi archeologici.
Il Teatro d’Acqua si sviluppa lungo il perimetro
dell’ellisse, con una distribuzione
radiale degli ugelli per i getti d’acqua, illuminati e
aperti con un sistema a tempo,
in modo da creare spettacolari effetti scenografici e da
consentire il passaggio
dei visitatori, che potranno raggiungere e ammirare
l’antica fontana avvolti
dall’acqua e dal vapore. Il numero complessivo degli
ugelli e dei fari è pari a 96,
disposti in modo alternato rispetto alle lastre in
pietra della corona,
complessivamente 192, con getti d’acqua che possono
raggiungere l’altezza
superiore a 9 metri. Numero e altezza dei getti sono
stati progettati proprio in
virtù del rapporto di scala con gli edifici circostanti.
Le caratteristiche del dispositivo denominato
“choreoswitch” permettono di
ottenere non solo la modulazione altimetrica sequenziale
ma anche di “giocare
con l’acqua” spezzando di volta in volta l’esile
silhouette degli zampilli in raffiche
di segmenti con forme varie proiettate verso il cielo.
Le potenzialità dell’impianto
sono amplificate dalla possibilità di gestire in modo
sincronizzato l’acqua, la luce,
la nebbia, il suono, gli aromi.
Il teatro d’acqua è supportato da un impianto di
illuminotecnica basato su
tecnologie a LED RGB in grado di far assumere all’acqua
una vastissima gamma
di colore.
Il complesso intervento di restauro filologico della
fontana storica è stato
indirizzato a riproporre il disegno originale e a
integrare il mosaico rinvenuto con
gli stessi materiali originari, per consentire una più
facile lettura al pubblico e una
migliore interazione con il contesto.
Progetto di restauro della Corte d’onore e antica
Fontana: Francesco Pernice
Progetto della nuova Fontana e Teatro d’Acqua: Carlo
Fucini
Finanziamento: Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e Regione Piemonte
Responsabile del Procedimento: Francesco Pernice
Direzione Lavori: Maire Engineering, Alfredo Barra,
Cesare Volpiano, Massimo
Monferino
Collaudatori: Carlo Savasta, Luisa Papotti, Carlotta
Fierro
Collaboratori e direttori operativi: Fulvio Baietto,
E.I. Engineering S.r.L., Antonio
Rovano, Elena Buonfrate, Giuseppe Butera, Alfredo
Napoletano, Giorgio Sogno,
Giuliano Ricchiardi
Ditte esecutrici:
Corte d’onore: Arcas S.p.a.
Impianti elettrici: Ci/El S.n.c.
Restauro Fontana: Ottaviano Conservazione e Restauro
Scavo archeologico: Arkaia S.r.L.
Impianto tecnologici fontana: Delta engineering
Fornitura materiale lapideo: Granit Point
I numeri della Corte d’onore e della nuova Fontana del
Cervo
8.100 i metri quadri di lastre di pietra
850 i metri quadri di ciottoli
2.400 le tonnellate di materiale lapideo
115 i metri di sviluppo lineare del gioco d’acqua
96 gli ugelli interattivi “choreoswitch”
96 gli ugelli “mistcaping” per l’effetto nebbia
9 i metri di altezza dei getti d’acqua
40 i Km/h di velocità sequenziale dei getti d’acqua
17.000 i l/min d’acqua in ricircolo
8 le pompe di pressurizzazione impianto
2 i sistemi filtranti da 100mc/h
67.200 i lumens forniti da 96 corpi illuminanti a LED
(36 W)
200 i kW/h di potenza elettrica installata
infinite le possibilità di coreografie con
acqua-luce-suoni sincronizzati
Per informazioni:
Ufficio Stampa SBAP Piemonte - Matteo Fagiano - tel. +39
339 6548892
Venaria Reale, 10 giugno 2008
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