GIORNALE
notiziefoto.it
NOTIZIE - FOTOGRAFIE - VIDEO
INTERVISTE CULTURA -
CONGRESSI - ATTUALITA' - SPORT - TURISMO
PERSONAGGI -INTERVISTE VIDEO - SPETTACOLO - ARTE - FOOD
SALUTE - MODA - MOTORI - TEMPO LIBERO ... con oltre 30 milioni di
fotografie
Registrato al Tribunale di Torino n. 5608 - 10/06/2002
Direttore Responsabile : Antonio Chiarenza
ARCHIVIO
FOTOGRAFICO
E VIDEO INTERVISTE
di ANTONIO CHIARENZA TORINO
con oltre 30 milioni di immagini
di attualità e storiche per l'editoria
e la pubblicità
antonio.chiarenza@tiscali.it
Telefono 338 5811550
I Servizi Giornalistici,Fotografici e video
sono in ordine cronologico decrescente.
scorri la pagina e clicca sopra ! Archivio Servizi nella colonna a sinistra. Per cercare i
servizi,le foto o il
video inserire nominativo
in "CERCA NEL GIORNALE" Informazioni:
info@notiziefoto.it
-
Telefono 338 58 11 550 CERCA NEL GIORNALE
Torino,26 Marzo 2001 - S.2379 ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA ITALIANA
" La Cucina nell'Unità d'Italia dalla Sabauda alla Nazionale"
a Torino dal 25-26 Marzo 2011
Perché l'Accademia
Non fu scelto a caso il nome Accademia, quando uomini sensibili
ad ogni forma elevata di cultura, decisero di fondare
l'Accademia Italiana della Cucina per rispondere al grido di
dolore - "La cucina italiana muore!" - che Orio Vergani, negli
anni '50, aveva lanciato a proposito della civiltà della tavola.
Percepirono immediatamente che proprio ad essi - rappresentanti
dell'"intelligentia" italiana dell'epoca - spettava il compito,
quasi un obbligo morale, di agire immediatamente in favore della
salvaguardia di un patrimonio culturale importantissimo: quello
del costume gastronomico italiano, che portava e porta con sé la
storia, la tradizione, le nuove tendenze, l'identità di un
popolo.
Impegno e ricerca a tutela delle tradizioni della cucina
italiana
L'Accademia Italiana della Cucina è nata - naturalmente a
tavola, come accade spesso per le cose importanti - quando un
gruppo di amici, riuniti a cena il 29 luglio del 1953,
ascoltarono e condivisero l'idea che Orio Vergani perseguiva da
tempo: quella di fondare un'Accademia col compito di
salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina italiana, la
cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva
dell'intero Paese.
I personaggi raccolti attorno ad una tavola dell'hotel Diana di
Milano - qualificati esponenti della cultura, dell'industria e
del giornalismo - credevano tutti che la cucina non fosse cosa
di poco conto, ma degna delle migliori cure da parte di ogni
uomo intelligente e colto.
Un patrimonio culturale
La cucina è infatti una delle espressioni più profonde della
cultura di un Paese: è il frutto della storia e della vita dei
suoi abitanti, diversa da regione a regione, da città a città,
da villaggio a villaggio.
La cucina racconta chi siamo, riscopre le nostre radici, si
evolve con noi, ci rappresenta al di là dei confini. La cultura
della cucina è anche una delle forme espressive dell'ambiente
che ci circonda, insieme al paesaggio, all'arte, a tutto ciò che
crea partecipazione della persona in un contesto. È cultura
attiva, frutto della tradizione e dell'innovazione e, per
questo, da salvaguardare e da tramandare.
Civiltà della tavola vuol dire prima di tutto civiltà e cioè
l'insieme di usi e costumi, di stili di vita, di consuetudini e
di tradizioni degli uomini che li condividono. E civiltà del
gusto, di quel senso preposto al piacere della tavola - quel
gusto capace di affinarsi, di perfezionarsi, di riscoprire
sapori perduti e di tentare il palato anche con il nuovo - vuol
dire l'insieme dei valori che anche attraverso la tavola un
popolo si tramanda, rinnovandoli continuamente, e che ne
costituiscono l'identità culturale. Salvaguardare il gusto,
quindi, diventa un elemento essenziale per la difesa non solo
della civiltà della tavola, ma dell'identità stessa di un
popolo.
Chi è l'Accademico
Innanzitutto è una persona di gusto, anzi di buon gusto,
profondamente sensibile ai valori storici e culturali della
cucina e della tavola italiane. Ha una preparazione gastronomica
che si è costruito attraverso la propria esperienza, l'amore per
le proprie radici, la partecipazione, l'approfondimento, la
curiosità per le differenti tradizioni. La sua spiccata
educazione gustativa gli consente di apprezzare e praticare le
regole che rendono piacevole la tavola. L'ammissione
all'Accademia è subordinata ad un periodo di preventiva
frequentazione; è preclusa, per ovvi motivi, a quanti abbiano
diretto interesse professionale nella ristorazione e avviene per
cooptazione. È deliberata, su proposta del Delegato competente
per territorio, dal Presidente dell'Accademia, dopo un attento
vaglio dei requisiti morali e personali del candidato. Si deve
all'eccezionale qualificazione degli Accademici, proprio perché
assicurata da una approfondita e attenta scelta partecipativa,
il prestigio che, in oltre 50 anni di vita, l'Accademia ha
potuto acquisire in Italia e all'estero.
Il Decalogo
Si è Accademico sempre, 24 ore su 24, il che vuol dire che il
rispetto dei principi sui quali si basa la filosofia
dell'Accademia ne ispirerà la vita, il comportamento, l'attività
tutta, nel pubblico e nel privato.
L'Accademico ama la cultura in genere e quella della civiltà
della tavola in particolare e di essa si nutre, studiando,
ricercando, partecipando alla vita culturale dell'Accademia con
proposte, idee, iniziative.
L'Accademico è persona di gusto, oltre che di buon gusto. Egli
lo coltiva, lo affina, lo esalta, lo difende e lo diffonde, ne
fa oggetto di testimonianza presso le nuove generazioni.
La forza della tradizione è, per l'Accademico, conoscenza
approfondita delle radici della propria cultura gastronomica, ma
anche consapevolezza del suo divenire. È per questo che egli si
pone, nei confronti dei valori tradizionali della civiltà della
tavola, non come di fronte ad un'entità immutabile, ma ne sa
cogliere gli sviluppi, le nuove esperienze, le intuizioni
innovative.
Un Accademico non è uguale all'altro. Egli rifugge
dall'omologazione di giudizio, di preferenze, di desideri,
perché proprio così può dare un contributo personale e
costruttivo all'attività dell'Accademia. L'Accademico è capace
di riannodare i fili della propria personalissima esperienza,
dei sapori apprezzati nell'infanzia e recepiti nella propria
memoria, di ogni elemento vitale della propria esistenza, del
frutto della propria fantasia e creatività, delle usanze e delle
tradizioni locali della propria terra. I valori individuali, la
propria ricchezza interiore vengono messi dall'Accademico a
disposizione per l'arricchimento di tutti.
L'Accademico ha una preparazione gastronomica che si è costruito
attraverso la propria esperienza, l'amore per le proprie radici,
la partecipazione, l'approfondimento, la curiosità per le
differenti tradizioni. La sua spiccata educazione gustativa gli
consente di apprezzare e praticare le regole che rendono
piacevole la tavola.
Il Simposiarcato è un preciso dovere dell'Accademico che deve
essere quindi disponibile a questa incombenza, manifestando al
Delegato le proprie proposte e iniziative. Il Simposio, punto
focale della vita accademica, va preparato con molta attenzione
e in armonia con i dettami accademici, sia nel pranzo di prova,
importante premessa per l'impostazione di un menu accademico,
sia nella riunione conviviale vera e propria.
È dovere dell'Accademico svolgere un'attività continua di
sensibilizzazione e divulgazione degli obiettivi che si prefigge
l'Accademia, presso l'opinione pubblica e gli organismi in grado
di sostenere tali obiettivi.
L'Accademico è disponibile ad un'opera sollecita di educazione
al gusto e di sensibilizzazione ai valori culturali della
civiltà della tavola presso le nuove generazioni, in quanto
consapevole della necessità di non disperdere un patrimonio
culturale e civile fondamentale.
Sono propri dell'Accademico quei requisiti morali e di
comportamento che ne improntano, in ogni occasione, l'attività.
Il rigoroso rispetto degli impegni presi, la presenza alle
riunioni e agli incontri conviviali, la puntualità, la cortesia,
la disponibilità, la testimonianza di civiltà sono le doti
imprescindibili di ogni Accademico.
Un'istituzione culturale
L'Accademia si ritiene, a giusto titolo, l'alfiere della Civiltà
della Tavola, unica istituzione intenta, da più di
cinquant'anni, a propugnare la preminenza della cultura
gastronomica sull'avvilente commercializzazione del cibo e su
ogni forma d'ignoranza alimentare, attraverso un'intensa
attività culturale condotta e realizzata con grande spirito di
servizio, disinteressato ed impegnativo. Questo lungo cammino,
percorso in totale autonomia, incurante delle lusinghe e delle
sollecitazioni esterne, ha fatto sì che l'Accademia conservasse
intatta la propria origine culturale, espressa dai suoi
Fondatori, che erano personalità di primo piano nella cultura
italiana del tempo.
Nel 2003, il Ministero per le Attività e i Beni culturali ha
riconosciuto i meriti culturali, ampiamente documentati,
dell'Accademia, conferendole il titolo di "Istituzione
culturale", ponendola, quindi, tra le più grandi ed importanti
realtà culturali italiane, portatrici di esperienza e di
saggezza in molti campi della cultura.
L'unica Associazione gastronomica italiana presente in tutto il
mondo
Ecco perché è nata l'Accademia Italiana della Cucina, la cui
attività istituzionale, autofinanziata, si svolge senza scopi di
lucro, con assoluta indipendenza di giudizio e su basi
volontaristiche.
Perché salvaguardare i valori della cucina italiana - quella
familiare, quella nata dalla storia di ogni piccolo comune dove,
con i prodotti propri del territorio ognuno ha elaborato la sua
particolare ricetta, ha interpretato a suo modo gli ingredienti
di cui disponeva, contribuendo tuttavia a costruire una tessera
di quel più vasto mosaico che è la cultura gastronomica di un
popolo - equivale a salvaguardare anche un patrimonio più ampio:
quello della storia, della cultura e del costume d'Italia. E non
si tratta solo di preservare antiche tradizioni, ma di seguirne
e tutelarne l'evoluzione e la divulgazione, presso gli uomini
colti e amanti della cucina. Preservare questo patrimonio è
giusto ed importante quanto preservare un'opera d'arte, un
monumento, un documento storico.
Un servizio sociale per le nuove generazioni
Da oltre cinquant'anni, l'Accademia, organizzata in Delegazioni
territoriali - ad oggi 212 in Italia e 75 all'estero, con oltre
7.500 associati - lavora intensamente alla valorizzazione, alla
ricerca e all'ampliamento della conoscenza della cultura
gastronomica italiana. Per consegnare alle nuove generazioni un
patrimonio culturale, che oltre ad essere espressione delle
origini della propria terra, è arricchimento personale, ricerca
della qualità, conoscenza della storia, della formazione della
cucina locale, dei suoi contatti e contaminazioni con altre
culture, della selezione, della scelta dei prodotti tipici di
ogni regione, paese, villaggio.
Scoprire o riscoprire la cultura della convivialità, anche in
casa propria, con gli amici; acquisire o rinnovare la
consapevolezza di trovarsi alla stessa tavola, uniti dalla
partecipazione a quella che potrebbe definirsi una celebrazione
comune - quasi un ripercorrere il significato spirituale del
rito della mensa, dove lo stare insieme ha anche una funzione di
reciproco sostegno, di solidarietà espressa nel gesto
dell'offrire - è anche un modo di valorizzare se stessi, un
valido principio educativo da non disperdere.
Ma le nuove generazioni sono pronte ad accogliere il principio
che l'identità gastronomica sia anche identità culturale, oppure
è già iniziato un pericoloso processo di omologazione?
Ecco un altro obiettivo che si propone l'Accademia Italiana
della Cucina e per il quale alacremente lavora: quello di
proporre alle nuove generazioni la tradizione come concetto
positivo, frutto di migliaia di innovazioni, intesa cioè anche
come capacità di rinnovarsi, giorno dopo giorno, nelle forme e
nelle sostanze, ma capace di mantenere saldi i principi della
genuinità, della cura e della ricerca dei prodotti della nostra
terra, della capacità tutta italiana di metterli insieme.
E la tradizione, come la intende l'Accademia, consente
naturalmente anche lo scambio con culture di altri popoli, ma
senza omologazione, anzi esaltando il ruolo guida della cucina
italiana nel mondo.
Gli obiettivi fondamentali intorno ai quali si muove l'attività
dell'Accademia - salvaguardare la cultura e la civiltà della
tavola del nostro Paese, promuoverne e favorirne la conoscenza
in Italia e all'estero, sottolineare la forza della tradizione,
intesa come elemento dinamico - sono obiettivi sempre in
movimento. Impossibile bloccarli nel tempo o nello spazio.
Perché l'ambiente naturale e culturale cambia, perché il costume
evolve, perché le nuove generazioni si susseguono, perché la
cucina sperimenta sempre, perché i confini si estendono.
Il compito dell'Accademia è quindi anche quello di gestire
l'evoluzione nel rispetto della tradizione ed è un compito che
richiede un'attività continua, un ampliamento continuo dei campi
di azione, un'incessante ricerca di ragionati e consapevoli
consensi, una diffusione capillare sul territorio nazionale e
nel mondo.
Fino ad oggi l'intenso e qualificato impegno dell'Accademia ha
fatto sì che gli organi d'informazione e l'opinione pubblica
siano diventati via via sempre più sensibili ai temi legati alla
salvaguardia dei valori della civiltà della tavola italiana e di
quel patrimonio di storia, cultura e costume, che si è formato
nel tempo in ogni parte d'Italia, anche per merito di una
specifica filosofia del gusto.
Esplorare e sottolineare le continue opportunità offerte dalla
frequentazione assidua della cultura gastronomica - quasi sia
essa stessa cibo per il corpo e per la mente - si traduce per
l'Accademia in una presenza costante all'organizzazione di
eventi culturali e conviviali che siano da stimolo a studiosi,
Accademici, autorità e ristoratori per diffondere, approfondire,
studiare, elaborare, migliorare sempre il valore della qualità
della conoscenza, della tradizione, dell'innovazione e
dell'educazione gastronomica presso le generazioni presenti e a
venire.
L'articolo 2 dello Statuto
L'attività dell'Accademia si esprime su più versanti. L'articolo
2 dello Statuto ne precisa gli indirizzi principali, ispiratori
delle innumerevoli iniziative che l'Accademia intraprende,
coordina, sollecita, promuove non solo al suo interno ma
soprattutto con una visuale che spazia a 360°. L'Accademia,
infatti, per il conseguimento dei suoi obiettivi:
a) studia i problemi della gastronomia e della tavola italiana,
formula proposte, dà pareri in materia su richiesta di pubblici
uffici, di enti, di associazioni e di istituzioni pubbliche e
private, ed opera affinché siano promosse iniziative idonee a
favorire la migliore conoscenza dei valori tradizionali della
cucina italiana;
b) promuove e favorisce tutte quelle iniziative che, dirette
alla ricerca storica e alla sua divulgazione, possono
contribuire a valorizzare la cucina nazionale in Italia e
all’estero anche come espressione di costume, di civiltà, di
cultura e di scienza;
c) promuove e favorisce la conoscenza presso la pubblica
opinione di quegli esercizi che offrono una seria garanzia del
rispetto e dell’osservanza della tradizionale e caratteristica
cucina nazionale, regionale e locale;
d) istituisce e conferisce riconoscimenti a chi opera per il
raggiungimento degli scopi istituzionali.
Per le foto vi preghiamo di compilare il
modulo Info foto o di telefonare al 338 58 11 550.
Segnala i servizio più interessanti del nostro giornale
www.notiziefoto.it,ai tuoi amici
siamo presenti su Facebook.com e Youtube.com