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Registrato al Tribunale di Torino n° 5608 - 10/06/2002
Direttore Responsabile : Antonio Chiarenza
Torino,10 ottobre 2009 Venaria in festa domenica 11 ottobre 2009 per i primi due
anni della Reggia
Domenica 11 ottobre la Venaria Reale ha festeggiato due anni di
apertura con una giornata ricca di eventi, spettacoli e
manifestazioni.
La festa si è aperta alle 11 con lo spettacolo della compagnia “Bandakadabra”,
alla stessa ora si sono svolti i concerti del Conservatorio Giuseppe
Verdi di Torino e i concerti nella Cappella di Sant’Uberto.
La festa è continuata nel pomeriggio, fino al momento del taglio
della torta con la presenza di Mercedes Bresso, del Sindaco di
Venaria Nicola Pollari e Fabrizio Del Noce e del gran finale con lo
spettacolo del Teatro d’acqua della Fontana del Cervo. In futuro
alla Reggia di Venaria ci saranno degli eventi importanti come a
novembre l’inaugurazione del primo piano dei piani nobili in
contemporanea all’apertura di una mostra, poi nel 2010 ci sarà
l’apertura del secondo piano.
Il prossimo anno ci sarà anche la fine dei lavori di restauro delle
Scuderie Juvarriane. Durante il periodo della Sindone ci sarà una
mostra dedicata al volto di cristo.
Laura Genovese
____________________ LA STORIA DELLA REGGIA DI VENARIA
Nel 1659 circa si concretò il grandioso progetto del duca Carlo
Emanuele II di edificare una sede stabile per la pratica venatoria
per celebrare attraverso la ritualità della caccia la "magnificenza
del Duca, ponendo un fondamentale tassello a quel disegno di "delitie"
seicentesche a corona di Torino Capitale. L'impianto
castellamontiano, iniziato nel 1659 e ultimato nel 1675 ca.,
realizzava un "unicum", rappresentato da Borgo-Reggia-Giardini che
si sviluppava lungo un asse di circa 2 Km. Il Borgo, riproducente la
forma del Collare dell'Annunziata, proponeva al centro una piazza
quadrovale. La Reggia propriamente detta comprendeva due corti e
aveva come nucleo centale il "Salone di Diana". A sud erano le
scuderie, i canili, ad ovest la citroniera, il "Parco alto dei
cervi" e, in affaccio al Borgo, la cappella di S. Rocco.
Il nuovo progetto per il "Palazzo" di Michelangelo Garove. La
distruzione di alcune parti dell'impianto operata dalle truppe
francesi del Catinat nel 1693 fu occasione dell'avvio del progetto
di rinnovamento del complesso (1699-1713).L'ideazione di
Michelangelo Garove esprimeva il nuovo riferimento culturale per la
Corte di Vittorio Amedeo II: Versailles. Del progetto garoviano fu
realizzata solamente la manica a sud mentre la manica a nord,
simmetrica, non fu costruita per la morte prematura del Garove nel
1713.
La "grande dimensione" di Filippo Juvarra. Nel 1716 il cantiere fu
affidato a Filippo Juvarra. Egli operò su alcuni elementi nodali
dell'impianto: la collocazione a sud est delle zone di servizio alla
caccia, l'edificazione della cappella regia e la ricomposizione
formale della corte unica in affaccio al borgo. Per definire questo
grande spazio, Juvarra sopraelevò la galleria, aprendola verso
l'esterno con una scansione di ampie finestre. L'opera dello Juvarra
alla Reggia proseguì, tra il 1717 e il 1722, con la realizzazione
della cappella dedicata a S.Uberto, edificio a croce greca smussata
e cappelle circolari sulle diagonali (edificio analogo, ma più ricco
e articolato di quello di Superga). L'edificio detto "Scuderia
grande" o "Citroniera", ma che in realtà comprendeva entrambe le
funzioni, fu costruito su progetto di Filippo Juvarra tra il 1721 e
il 1727 all'estremo sud orientale del complesso. Le scuderie e le
opere di completamento di Benedetto Alfieri. Benedetto Alfieri fu
incaricato, dopo la morte dello Juvarra, di proseguire i lavori alla
reggia. Nel 1751 fu avviata la costruzione della manica ad "L", tra
la chiesa e il padiglione garoviano verso il borgo, e furono
iniziati il nuovo Belvedere e lo scalone delle tribune della chiesa.
Tra il 1754 e il 1755 venne costruita la piccola galleria
dell'Alfieri che collega la chiesa alla citroniera. Al 1757
risalgono le fabbriche dietro S.Uberto con funzioni di rimesse delle
carrozze.
IL RITROVAMENTO DEL TEMPIO DI DIANA
Sono stati di recente riportate alla luce le fondamenta del Tempio
di Diana, una splendida architettura castellamontiana, che un tempo
sorgeva al termine del parco della Reggia e che le fonti celebrative
dell'epoca definivano come "da annoverarsi fra la meraviglie
dell'arte". In questo tempietto spesso si recavano i cortigiani, per
trovare riposo e quiete o per consumare amori furtivi.Le fondamenta
sono tornate alla luce durante gli scavi in corso, finalizzati al
ritracciamento dei percorsi dei giardini che un tempo ornavano la
Reggia. Questa scoperta è molto interessante per ovvi motivi
storico-archeologici, ma ha destato anche grande curiosità, e sono
stati tanti i curiosi che si sono recati a vedere i resti,
soprattutto durante la Giornata dei Parchi, svoltasi a giugno del
2001.
L'antico Tempio di Diana fu smantellato nel 1700 secondo il volere
di Vittorio Amedeo II in vista di un ripristino dei giardini che
prevedeva articolati percorsi d'acqua e prospettive all'infinito
(alla Francese). I preziosi marmi che rivestivano il tempio vennero
riutilizzati (otto colonne vennero usate per la Cappella di S.
Uberto ed altre otto per la Chiesa di S. Maria, mentre i marmi
subirono diversi riusi all'interno della Reggia.
Alessandro Soncin